43 ( prima parte )

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La nostra serata venne interrotta dal rumore del campanello. Mia madre si alzò per andare ad aprire mentre noi restammo a tavola, mentre Aidan dava le carte.
Ritornò subito in salotto, entrando con velocità.
- Mi rifiuto di aprirle. Non la voglio in casa mia. - disse sedendosi al suo posto e mettendo le braccia sul petto.
- Chi è, Amore? - la voce di mio padre uscì calma e tranquilla.
- Mia madre! - a quelle parole mise un muso lungo e fissò il ripiano del tavolo. Il suono del campanello continuava a risuonare nella casa.
Mio padre si alzò e andò ad aprire la porta.
- Come ti permetti di non aprirmi? Non ti ho educato così! - mia nonna di ottant'anni ma in forma come se ne avesse trenta, entrò nella stanza e si tolse la giacca, buttandola sul divano.
- Cosa ci fai qua? -
- Sono venuta per fare visita alla mia nipotina, Linzie. - mia madre alzò gli occhi al cielo. - Ma... io ero rimasta ad una, qui ne vedo quattro... -
- Noi siamo amici di Abigail. - dissero in coro Aidan e Ethan. -
- Io sono... suo cugino. Mia mamma mi ha spedito qui per le vacanze estive. - sorrisi alla balla di Dylan.
- Ah... quindi dovrei presupporre che la camera degli ospiti sia occupata. -
Mia madre girò di colpo il capo verso la donna e lanciò uno sguardo veloce a mio padre.
- Camera degli ospiti?! Stai scherzando spero? -
- Beh da quando tuo padre è morto... diciamo che ho molto tempo da dedicare alla mia famiglia. -
Mia madre si alzò dalla sedia barcollando leggermente. - Potresti andare a fare visita a Sarah... mia sorella sarebbe più che contenta di ricevere visita. -
Mia nonna sbatté la punta del bastone da passeggio sul pavimento e alzò il mento in segno di sfida. - L'ho fatto. E lei non ha fatto storie. È sempre stata migliore di te. -
Mio papà fece un passo in avanti. - Margaret, scusala... è solo un po' stanca. Saremo più che felici di poterti ospitare, la camera degli ospiti è libera, Dylan non avrà problemi a dormire insieme a Abigail. Sul pavimento. -
Il ragazzo in questione mi lanciò un' occhiata e deglutì a fatica. - Certo... non ci sono problemi. -
- Bene. -
I gemelli ci trascinarono fuori casa, obbligandoci a fare un giro con loro.
Andammo nel bar da noi frequentato da anni e Ethan di fermò di colpo in mezzo al parcheggio con lo sguardo fisso su un punto.
Lo seguimmo e notai in fondo alla piazzetta due figure appoggiate ad una macchina, intenti a baciarsi. Sforzai di più la vista e li riconobbi. Aaron e Clary. Mi girai verso Ethan che ora aveva uno sguardo perso. Lo abbracciai di impulso e lui mi strinse forte.
- Vuoi che ce ne andiamo? - sussurrai contro il suo petto grosso che conteneva un cuore delicato come il guscio di un uovo.
- No. Non mi importa. -
Risi e lo lasciai andare. - Non sei credibile. -
- Zitta. - mi spinse in là, vicino a Dylan che mi consegnò un bacio sul capo.
Quando raggiungemmo l'entrata io lanciai uno sguardo di disgusto verso Clary che lo notò e si scostò da Aaron.
- Cos'hai da guardare? -
- Guardo una ragazza che ha perso dignità. - dissi fermandomi.
- Perché? Se bacia me perde la dignità? - Aaron si scostò dall'auto.
- Non vi rendete conto vero? -
- Abi, andiamo via. - Aidan mi prese la mano ma io la rifiutai con un gesto violento.
- Tuo fratello sta male, Aaron, e tu non te ne preoccupi minimamente. - continuai. Ora lo sguardo di Aaron vacillava da Aidan a Ethan per cercare di capire di quale dei due io stessi parlando.
- Ethan io... mi dispiace fratello. Mi dispiace di averti colpito... -
- Non è vero. E non è quello che mi fa star male. Non capiresti, Aaron, lascia stare. -
- Ti voglio bene, fratello. - le parole di Aaron uscirono come un soffio.
- Anche noi. - disse Aidan da parte di entrambi. Ethan entrò nel bar con la testa bassa. Lo seguimmo tutti, osservai Aaron e gli feci il cenno di sorriso.
- Voglio ubriacarmi. - disse Ethan.
- No, non lo farai. Nostra madre ti ucciderà. - Aidan aveva ragione, Tatiana era dura sull'alcool.
Ci sedemmo intorno a un tavolino e osservai Ethan che sotto il tavolo muoveva nervosamente una gamba.
- Vado a fumarmi una sigaretta. -
- Vengo con te, fratello. - i gemelli si avviarono verso l'uscita mentre io guardavo il palco vuoto di quel locale. - Non ti va di suonare? - presi la mano di Dylan.
- Non siamo dell'umore. - mi baciò e prendendo la mia sedia, l'avvicinò più a sè con uno strattone. Mi scappò una risata nervosa.
- Voglio ritornare a casa, Dylan. -
- Dai, andiamo allora. Non è iniziata bene questa serata. - ci alzammo e ci avviammo verso l'uscita, dove incontrammo i nostri amici che accettarono di ritornare a casa. La macchina di Aaron non c'era più.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi fermai quando ci accorgemmo che delle voci venivano dalla cucina.
- No, io non la voglio in casa mia. Domani deve andarsene. - erano i miei genitori che stavano ancora discutendo dell'arrivo indesiderato di mia nonna. Presi Dylan per mano e lo trascinai in camera. Dopo esserci preparati e lavati lo invitai a venire sotto le coperte con me.
- Tuo padre non vuole. -
- Da quando ascoltiamo mio padre? -
- Da quando ci sono in gioco le mie palle! - risi e lo attirai a me, prendendolo per l'elastico dei boxer. Lo circondai con le braccia e nascosi il mio viso nell'incavo del suo collo. Cercai di addormentarmi.
- Dici che si amano veramente? - sussurrai nella stanza buia.
- Secondo me sì... Aaron sembrava sincero. -
- Cantami qualcosa Dylan, fallo per me. -
- Cosa? - mi baciò la guancia.
- Quello che vuoi. -
- But if you close your eyes
Does it almost feel nothing changed at all?
And if you close your eyes
Does it almost feel like you've been here before?
How am I gonna be an optimist about this?
How am I gonna be an optimist about this? - la sua voce calma cambiò il ritmo della canzone dei Bastille. Una lacrima mi scese lungo il viso, ma quella fu solo la prima di un lungo giorno perché in quel momento tutto precipitò.

ANGOLO SCRITTRICE:
Okay mi sento cattiva a farla finire così... ma tranquille sta sera avrete la seconda parte ... insomma... scrivetemi ahah commentate:
Cosa succederà? Perchè quell'ultima frase?
Vi voglio bene piccole creature fatate.
Con affetto,
Baptivi.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora