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POV's Abigail.

Ecco, ora mi stava confondendo. Perché era così gentile da regalarmi un libro? Forse stava cambiando. Forse si era reso conto che non ero abbastanza in forma per sopportare il suo modo di essere stronzo.

- Eccoci qua. - parcheggiò davanti ad un grandissimo edificio dove persone entravano con carrelli vuoti e altre uscivano con carrelli pieni. Scesi dalla macchina e ammirai Dylan mentre si mise gli occhiali da sole, chiuse la macchina schiacciando semplicemente il bottone e mi sorrise, mordendosi il labbro. Cazzo.

Cioè emh.. controlliamoci! Mi schiarii la voce e alzai la testa solennemente. Entrammo e lo seguii dentro quell'enorme centro commerciale. Ci fermammo davanti ad un enorme libreria e non potei fare a meno di spalancare la bocca sbalordita. I libri erano ordinati per autore e genere ed erano messi ordinatamente sui grandi scaffali di legno.

- È la più grande della città... - mi bisbiglió lui all'orecchio. - Ti conviene muoverti perché abbiamo solo un'ora e dobbiamo anche fare la spesa. -

Gli sorrisi, chiaramente pronta nel buttarmi a capofitto sui libri. - Non sai quante cose si possono fare in un'ora! - esclamai io mentre entravo nel negozio. 

Dopo un quarto d'ora avevo scelto il mio libro e abbassai lo sguardo mentre Dylan pagava il mio nuovo acquisto.

- Ehy, che cosa c'é? Non sei soddisfatta del libro?! - chiese mettendo il portafoglio in tasca, mentre ci stavamo dirigendo verso l'uscita.

- Cosa? Certo che sì. Ma odio il fatto che tu me l'abbia pagato! - dissi guardandomi i piedi dalla vergogna.

- Ma a me fa piacere! Consideralo un regalo di benvenuto. - disse sorridendomi.

Dopo mezz'ora uscimmo dal centro commerciale con le buste della spesa che mettemmo nel bagagliaio dell'auto di Dylan. Visto che eravamo in ritardo di un quarto d'ora buono Dylan spinse il piede sull'acceleratore.

Dopo un altro quarto d'ora eravamo arrivati davanti ad un piccolo pub senza insegna e tante macchine riempivano il parcheggio.

- Bene. Ti avviso che Jorge è un pezzo di merda quindi mantieni la calma se ti rompe le scatole. - sorrise e fece un respiro profondo prima di scendere dalla macchina. Iniziavamo bene. Quell'informazione per quanto premurosa fosse stata da parte sua, mi fece solo agitare di più. Lo seguii dentro e cercai di non perdere il controllo. Sfiorai il braccio di Dylan quando lo affiancai e lui mi prese il polso, stringendolo dolcemente. Malgrado mi stesse tenendo il polso, malgrado mi stesse guardando con quegli occhi color cocciola, non mi calmai affatto. Okay. Calma. Dovevo solo lavorare no? Quel era il problema?

- Oh, tu devi essere Abigail! - un uomo di mezza età con dei baffi neri e degli occhi essenzialmente azzurri si avvicinò a noi. Era alto e magro o più che altro secco, troppo secco. - Io sono Jorgo, il tuo capo. Allora? Vuoi fare un giro? - annuii e andammo davanti al bancone. Un ragazzo moro alzò gli occhi e mi sorrise.

- Ecco, lui é Mitch. Ti aiuterà a prendere il ritmo, soprattutto quando le serate sono piene. - disse Jorge facendomi l'occhiolino.

- Poi c'é Anastasia, ma solo alcune sere e Derek quando può, cioè mai. - sorrise e fissò Mitch che stava annuendo mentre serviva ad un cliente.

- Si, Derek va a momenti! - esclamò il ragazzo, aveva una voce profonda che si abbinava perfettamente con la sua postura possente.

- Bene. - Jorge interruppe i miei pensieri. - Inizi da ora, devi imparare. E i tuoi orari te li dirò alla fine di ogni serata o giornata che farai. Tutto chiaro? -

- Certo. - Sì, poteva funzionare, lavorare significava non pensare e il che significava niente problemi.

- Perfetto.- esclamò Jorge guardandomi, poi il suo sguardo si concentrò su Dylan. - Tu domani sera ci sei vero? - Dylan alzò le spalle e annuì.

- Okay. Allora? Inizi? - disse Jorge rivolgendomi un sorriso tirati. Annuii e guardai Mitch che mi fece segno di raggiungerlo dietro al bancone.

- Bene, Abigail, ti passo a prendere alle sei. - mi disse Dylan prima di uscire dal bar.

Poi Mitch incominciò a spiegare. - Okay, questo é il menù, cambia ogni giorno quindi non spendere tempo a memorizzarlo perché non sarà mai lo stesso. Questo è il bagno, arriva ogni giorno Rosalita, addetta alle pulizie del bagno e della cucina. Il cuoco é David e Jack è l'aiutante, anche se si fa chiamare chef. I tavoli devono essere puliti bene e appena se ne vanno le persone devi cambiare la tovaglietta di quel tavolo, subito. Le salse le trovi sul bancone. Le comande devono essere ordinate e la scrittura deve essere grande, visto che David ha oramai sessantanni. - Mitch si stava spostando da ogni parte del locale per farmi vedere le varie postazioni delle cose e io cercavo disperatamente di stargli dietro, in tutti i sensi! - Mi segui? Se ti viene affidato il compito di chiudere il locale assicurati che le luci siano spente e che tutto sia pulito, ma per le prime volte ci sarò io con te. Anastasia è una tua collega, ma di certo non sarà tua amica, sia chiaro che qua tutti ci odiamo ma le discussioni si fanno fuori dal locale. Ogni tanto viene una band a suonare e ho notato che conosci già il batterista, Dylan, il cantante invece è Scott e il chitarrista è Logan. Riguardo alle mance invece le puoi tenere, cioè se i clienti ti lasciano dei soldi sul tavolo o li trovi sono tuoi. Chi rompe paga quindi se rompi qualcosa ti vengono scalati dei soldi dallo stipendio. Ah e ogni sera Jorge ti da i tuoi soldi. Tutto chiaro!? - mi stavo chiedendo come facesse a parlare così velocemente! Non avevo sentito tutto e sinceramente mi ero bloccata quando avevo scoperto che Dylan suonava la batteria.

- Non proprio tutto. - risposi alla fine. Lui mi sorrise e io rimasi un attimo scioccata dalla bellezza di quel sorriso e degli strani buchi che si formavano ai lati della sua bocca carnosa. Gli occhi neri risaltavano nel colore abbronzato della pelle e le mascelle, dove spuntava un po' di barbetta, erano scolpite.

- Tranquilla, dopo un po' di tempo le cose miglieranno e ti saranno più chiare. -

Sorrisi e pregai che fosse così.

- Bene, ora un po' di pratica. -

***

POV's Dylan.

Bene e ora? Cosa facevo? Avrei voluto restare nel locale a fissarla lavorare ma quel Mitch del cazzo non mi era mai piaciuto! Già mi aveva rotto le palle quando aveva beccato me e Anastasia in bagno e mi aveva pure buttato fuori dal locale, ma Anastasia aveva parlato con Jorge ed era per quello che potevo rimanere a suonare in quel posto. Quelle ore di batteria erano le uniche in cui potevo sfogarmi e lanciare un bel vaffanculo a tutto. Una suoneria mi risvegliò dai miei pensieri. Cercai il cellulare e lo trovai nella solita tasca del cazzo che si trova ad altezza petto, e ogni volta mi chiedevo perché cazzo lo mettevo lì se poi non mi ricordo dov'era.

Mi era arrivato un messaggio da Isaac:

Dove sei amico? Io e Holland siamo in spiaggia, ci raggiungi?! 

Da quando si era fidanzato con quella tipa per lui non esistevo più, avevo affrontato tutti i miei problemi con lui, ne avevo parlato con lui, ma ora non avevo nessuno con cui farlo. Era per quello che non volevo avere storie, semplicemente per il fatto che non volevo dimenticarmi di nessuno, ma ora che ci pensavo non avevo più nessuno da dimenticare. Respirai e mi sistemai meglio sul sedile dell'auto. Sbuffai e accesi il motore, poi decisi di fare un salto in spiaggia solo per cercare di rilassarmi.

ANGOLO SCRITTRICE:

Okay. Ecco qua. La storia sta prendendo il via. Ci metto più fatica a scrivere perché sto cercando di strutturarla al meglio... quindi perdonatemi!
Io volevo rigraziare Alicecacciotta che ha preso in mano il coraggio e ha pubblicato la sua prima e bellissima storia " Stupida distrazione " che invito tutti quanti a leggere. Ti voglio bene e sei una compagna di banco stupenda e un'amica preziosa. Un bacio a tutti e buon proseguimento della storia.
Come sempre con affetto,
La vostra Baptivi ❤

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora