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La foto, muoio.
40 k visualizzazioni. Muoio.
Detto ciò, buona lettura.

Mi svegliai quando un tocco dolce e umido si posò sul braccio, andando sempre più in basso lentamente. Corrucciai la fronte e aprii un occhio per vedere chi era l'artefice del mio risveglio: le labbra di Dylan lasciavano scie di baci bagnati. Sorrisi e mi girai per guardarlo negli occhi.
La luce entrava dalla finestra infiltrandosi dalle fessure delle persiane chiuse, e i raggi si posavano sul pavimento della stanza buia e calda. - Ciao. - mi salutò in uno orecchio. Mi attirò a se e mi prese i fianchi e dopo un mio gemito si fermò. Lo guardai e vidi che stava fissando ancora i lividi che durante la notte si erano maggiormente scuriti.
- Dylan. - lo chiamai, distogliendolo dai suoi pensieri.
Mi guardò e mi dedicò un sorriso tirato.
- Scusami. - si accoccolò vicino a me e iniziò ad accarezzarmi il viso con il pollice. - Ho voglia di portarti fuori. - disse baciandomi il collo. - Che ne dici del cinema, sta sera? -
Ci pensai su. In effetti quell'idea non era male.
- Ci sto. - gli baciai la mascella e lo guardai in tutto il suo splendore: alcuni raggi lo colpivano sul viso, illuminandogli splendidamente le labbra e gli occhi, che con la luce parevano più chiari.
- Non ho voglia di andare a lavorare. - disse stringendomi a se. - Ma il fatto che servirà per la casa mi incentiva abbastanza. -
- Ancora non mi è chiara questa storia della casa nuova. -
- Cosa c'è da capire? Voglio andare a vivere con te. - disse baciandomi la fronte.
- Sì, ma non ti sembra un po' azzardata come cosa? -
- Voglio dormire con te senza che qualcuno mi minacci di morte e fare altre cose con te senza che qualcuno ci scopra. - rise e iniziò a dividere i nodi che erano presenti in alcune delle mie ciocche bionde.
- Forse potremmo invitare Thea... oppure i gemelli. - dissi stringendo la sua vita nuda.
- Mh, no. -
- Perché no? -
- Voglio stare un po' solo con la mia ragazza. Posso? -
Sospirai e lo baciai sul collo.
- Fa come vuoi. - mi alzai e andai in bagno. Mi lavai i denti e la faccia per poi ritornare in camera.
Mi risistemai vicino a lui, il quale si spostò per andare anche lui in bagno.
Dieci minuti dopo mi raggiunse e mi prese per le gambe attirandomi a sé, per poi appoggiare le sue labbra alle sue, ora con il sapore di menta. Mi alzò e mi sistemò meglio sul letto.
- Mi dici perché prima hai reagito così? - chiese staccandosi dalla mia bocca.
- Così come? -
- Mi hai detto ' fa come vuoi ' con quel tono... - disse accarezzandomi la guancia.
- Mi da fastidio che io debba rinunciare agli amici. - Cosa? Abigail ma ti senti? Mi pentii subito di aver detto quella frase.
Sbarrò gli occhi e cercò di capire se ero seria.
- Io ho rinunciato alla mia vita a casa mia per te. Ma perché ti amo. Mi devi far pesare il fatto che ora tu passi più tempo con me che con i tuoi amici? Scusa tanto se sono venuto per te. -
- Io..  - la voce mi si spezzò.
- Dio, Abi, mi fai incazzare. - si alzò e si tirò su i boxer che gli erano scesi nel portarmi sul materasso.
Lo seguii e mi attaccai alla sua schiena robusta. Passai una mano sul suo collo, girando il viso verso il mio.
Gli sorrisi e gli morsi il labbro inferiore con i denti, dei gemiti gli uscirono dalla gola.
- Scusami. Ho detto una cazzata. Sono stupida, perdonami. -
Sospirò con il naso e mi prese in braccio, permettendomi di agganciare le mie gambe ai sui fianchi.
- Non sei stupida. - ringhiò e mi posò sul letto, togliendomi la sua maglietta che mi copriva dal mio corpo nudo. Mi osservò e con un sorriso furbo, mi baciò il collo scendendo sempre più.
Merda. Mi stava facendo impazzire. Il mio battito stava aumentando di velocità e lo stomaco stava bruciando dall'eccitazione.
Non mi sarei mai stufata delle sue mani, pensai mentre con un gesto mi spostava l'intimo.

- Dio. Dovremo smetterla di non usare protezione. - dissi, mentre cercavo di riprendere fiato. La mia pelle era ricca di sudore.
- Non ce li ho più, dovrei andare a fare la scorta. - mi baciò un seno.
Una risata mi scappò dalla bocca al pensiero che il sesso ora era diventato un modo per fare pace e per dimostrarci fiducia.
Si spostò su di me per guardare che ore erano.
- Cazzo. Devo andare a lavoro. - disse alzandosi e mettendosi i boxer.
- Quindi niente secondo round? - chiesi, scherzando.
Si fermò e mi guardò.
- No, amore, mi dispiace. Anche se mi piacerebbe tanto... -
- Scherzi vero? Vacci piano stallone! - rise e Dio quanto mi piaceva quella risata sonora che mi riempiva il cuore.
- Dovrei farmi una doccia, ma... non ne ho tempo. E poi l'odore di sesso mi piace. - ammiccò, prendendomi con un braccio interrompendomi nel vestirmi.
- Dobbiamo andare. Muovi quel bel culo. - sussurrò.
- Se me lo permetti... -
Dieci minuti dopo eravamo in macchina e finalmente riuscimmo a raggiungere l'ufficina in cinque minuti. Scese dalla macchina e mi lasciò un bacio veloce.
Restai a fissarlo mentre entrava in officina e si toglieva la maglia per mettere quella da lavoro.
Sorrisi e misi in moto quando un ragazzo si mise davanti alla mia auto salutandomi con la mano. Frenai di colpo e osservai quella figura con il fiatone per lo spavento.
- Cazzo Mitch, vuoi morire? - urlai. Il ragazzo aprì la portiera dell'auto e si sistemò vicino a me.
- Scusami, ti ho visto e non ho potuto fare a meno di salutarti. -
- Bene, ciao. Ora scendi. - sorrise e mi osservò.
- Mi è sempre piaciuto il tuo sarcasmo. -
- Mitch, cosa vuoi da noi ancora? -
- Ve l'ho detto. Voglio solo chiarire delle cose, con te. Ho lasciato il lavoro. - disse tutto di un fiato.
- Cosa? Perché? -
- Non era lo stesso senza di te. Abi io mi sono affezionato a te. Alle tue mani. - me ne afferrò una e se la portò al petto. - Alle tue labbra. - mi sfiorò quest'ultime con il pollice.
- Mitch no. -
- Lo so. Dylan è tutto per te e ti capisco, è bello e tenero e voi due insieme siete bellissimi. -
Risi e scossi la testa.
Dovevo fidarmi?
Merda no!
- Grazie, ma non sono più tanto sicura delle tue azioni. - dissi, cercando di non essere troppo stronza.
- Lasciami solo... - sospirò e si lasciò andare sul sedile. - Sono stato uno stronzo. Lo so. Ma lasciami solo dimostrare che ci tengo a te. Per favore. -
Chiusi la mascella per la frustazione.
- Se faccio qualche cazzata, me me vado. Giuro. - continuò.
Sbuffai e accettai.
- Va bene. Ma questo Dylan non deve saperlo. E se provi a baciarmi ti picchio, sai che ne sono capace. - rise e annuì.
- Va bene. Allora, non mi mostri il tuo paese? -
- Volentieri. -

Dylan' POV

- Neal, non trovo la chiave della moto del nostro cliente... - urlai al mio capo, il quale non rispose. Alzai la testa dalla carrozzeria quando sentii un tintinnio di chiavi.
Queen era appoggiata alla porta d'ingresso, era stretta in minivestiti neri. I pantaloncini non le si vedevano quasi e la maglia valorizzava il seno. Aveva in mano il mazzo di chiave e un sorriso furbo sul viso angelico.
Mi asciugai le mani sullo straccio e mi avvicinai per rubarle le chiavi che mi servivano.
- Ah ah... devi guadagnarle. -
Dovevo ammettere che era eccitante quella ragazza.
- Ah si? E come? - avvicinai il viso, sapendo che la ragazza pendeva dalle mie labbra. Il mio respiro sulla sua bocca.
Le presi i polsi e li portai sopra alla sua testa, schiacciandola alla porta. Incaricò la schiena e gemette. Le sfilai le chiavi. - Ti piacerebbe vero? - sussurrai, spostandomi.
Quanto mi era mancato usare i miei vecchi metodi per sedurre le ragazze.
Con un sorriso vittorioso ritornai al lavoro.
- Anche a te piacerebbe, ammettilo. - disse baciandomi il collo.
- Spostati, lo sai che sono fidanzato. -
- Ma poco prima mi volevi baciare. -
- No, volevo la chiave. - ammisi accendendo il motore della moto e dando gas.
- Che cos'ha quella stronza che io non ho? - disse, riferendosi a Abigail.
- Riesce a resistere ai miei trucchetti senza cadermi ai piedi e la amo. - dissi ricordandomi della mia ragazza e del suo splendore. - E abbiamo lottato per stare insieme, quindi lasciami lavorare. - dissi.
Sbatté un piede per terra e mise il broncio prima di uscire dall'officina.
- Scusala. - mi girai verso la voce. - Neal... mi dispiace averla trattata così ma avrebbe insistito. -
- Mia figlia è capricciosa. Quando è morta sua mamma io sono andato nel panico e per cercare di farla felice, ho iniziato a farle regali su regali. È colpa mia. -
Mi alzai e gli diedi una pacca sulla spalla.
- Hai fatto un bel lavoro. È una bellissima ragazza e troverà quello giusto per lei. - dissi. Quell'uomo mi piaceva tanto.
- Grazie. Sei un bravo ragazzo. -

Abigail's POV

- Questo era il mio posto preferito. - dissi entrando nel casermone. - Qui mi sfogavo quando la mia vita prendeva una piega strana. -
Mi avvicinai ai mattoni rossi che da anni erano abbandonati in  angolo del luogo che puzzava di ferro arrugginito e terra.
Mitch mi guardò confuso. Ne presi uno in mano e con un gemito lo lanciai contro il muro, a volte bucato dalle botte dei mattoni che l'avevano colpito ripetutamente in tutti questi anni.
- Qua ci venivo quando ero arrabbiata, frustrata o triste. - dissi lanciandone un altro. - Il padrone del casermone mi ha concesso di venire quando ne avevo il bisogno e ogni volta che ha dei mattoni in più me li accumula qui. - risi. - Aiuta sai? Vuoi provare? -
Mitch sorrise e gli passai un mattone.
- Mentre li lanci devi dire cosa ti fa stare male. -
Sorrise e osservò il mattone per poi caricare il braccio.
- Sono un idiota. - ne lancia uno.
- Sono un coglione. - un altro.
- Rovino sempre tutto. - ancora un altro.
- Odio la mia famiglia. - il viso tirato in una smorfia arrabbiata. - Devo sempre far male alla gente. - quinto.
- Ho perso l'opportunità di stare con una persona stupenda. - si gira verso di me e lancia il mattone.
- Ho tentato di uccidermi. - la sua voce si spezza e una lacrima gli scende dall'occhio, rigandogli la guancia sudata.
- C- come scusa? - balbettai cercando di deglutire.
- Hai sentito. - si siede su una sedia arruginita e si prende la testa tra le mani. - Avevo il coltello sul polso, ma non ho avuto la forza di farlo. Sono un codardo. - si torturó i capelli, scompigliandoseli.
- Perché l'avresti fatto? -
- Il senso di colpa ti fa fare cose davvero pazze.
Mi dispiace. Mi dispiace di averti insultato. Tu mi piacevi Abigail e mi piaci ancora. - avvicinò le sue labbra alle mie. Spostati Abi, spostati cazzo. Non lo feci.
- Ma... non ti bacerò finché tu non me lo chiederai. - si spostò da me.
Merda ero finita in un bel casino.

ANGOLO SCRITTRICE:
È più corto degli altri capitoli e la descrizione non è molto presente, ma... ecco direi che sono accadute un po' di cose...
Vero?
Fatemi sapere.

Okay mi sono appena accorta che invece di scrivere ' Abigail's POV ' nei precedenti capitoli ho scritto: ' POV' s Abigail ' come una vera asina :( quindi emh. .. PROVERÒ a rivisitare i capitoli per sistemare eventuali errori e per cercare di vedere se riesco a descrivere meglio.
I capitoli rivisitati saranno quelli con una ' R ' all'inizio di ognuno.
Okay. Ora vado.
Buona giornata,
Con affetto.
Baptivi.

Saluto tutte le mie Abilan che ho conosciuto e con tutte intendo tutte anche quelle che per vari motivi hanno abbandonato il gruppo. Non importa. Vi voglio bene e sono felice di aver condiviso idee e pensieri con voi e magari di avervi fatto strappare un sorriso con la mia pazzia.
Saluto anche te che stai leggendo. Ti voglio bene e ti ringrazio di avere letto questo capitolo.
Alla prossima.
                                           Baptivi.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora