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Allora, sono agitata... ahaha buona lettura.

Entrai in casa stremata e quando mi affacciai alla sala, illuminata solo dalla luce della tele, mi accorsi che sul divano vi era una sagoma nera. Mi addicinai e riconobbi Dylan, che russava ancora sporco di grasso.
Sbuffai e lo chiamai sotto voce.
- Ehy, devi lavarti... - sussurrai e subito dopo mi sentii una scema.
- Mmh, dopo. - boffonchiò lui, scacciandomi con una mano come se fossi una mosca antipatica.
- Dai su. - lo incoraggiai, riempiendo di baci il suo collo.
Iniziò a ridere, tenendo sempre gli occhi e poi si arrese. - Okay, vengo. -
Salimmo al piano di sopra e io andai in camera sua, aspettandolo.
Dopo circa cinque minuti la porta si aprì e un Dylan con i capelli scompigliati e ancora bagnati e un asciugamano che gli circondava la vita si mostrò ai miei occhi.
- Vado bene così? - chiese indicandosi.
- Almeno ora non hai più il viso sporco. -
Camminò piano verso il mio letto, e appena si sedette su questo, sprofondò un po', facendolo muovere. Mi guardava con occhi furbi e seducenti.
Le goccie d'acqua scendevano dai capelli, fino alla schiena nuda e dritta, che la percorrevano fino all'elastico del panno umido.
Non potei fare a meno di guardalo e riguardarlo.
E ad un certo punto mi resi conto che la respirazione andava più veloce e le mie guance stavano andado a fuoco.
Cazzo, non potevo guardarlo che i miei ormoni andavano a mille.
Mi faceva arrossire, ridere fino allo sfinimento e non riuscivo a frenare quei sentimenti per lui, che erano sempre più forti.
Amavo tutto ciò.
Nascosi le guance rosse mettendomi un cuscino sul viso, nascondendo anche il sorriso da povera scema innamorata.
- Che succede? -mi domandò, spostando il morbido oggetto con una mano e buttandolo ai piedi del letto.
"Scusa, io non sono abituata a verderti così..." gli rivelai, sentendomi una quindicenne con la prima cotta, con le farfalle nello stomaco e in preda a gli ormoni.
- Io mi trovo benissimo con questi vestiti ... - disse lui con voce divertita, avvicinandosi sempre di più a me, facendomi sentire il dolce profumo della sua pelle liscia e muscolosa.
- Ti stai divertendo vero? - sussurrai, trattenendo il respiro.
Mi sentivo così indifesa.
Su quel letto che era diventato più ampio, mi sentivo così piccola insieme a lui, che sembrava così grande mentre i suoi occhi non si scollavano dalle mie labbra.
- Non sai quanto... -disse lui, facendo perdere battiti al mio cuore. - Ma è solo l'inizio. -
- Dylan... io... potrebbe arrivare qualcuno - dissi, agitandomi un po', più lui si avvicinava a me più io cercavo di recuperare quella distanza, allontanandomi.
- Tua madre e tuo padre sono andati a cena fuori... - mi rassicurò lui.
- Si, ma non credo che sia il caso-
Risposi, balbettando leggermente, mi alzai e cercai di uscire dalla stanza.
- No... ti prego. Aspetta - mi bloccò avvolgendo velocemente la sua mano sul mio polso, prima che io potessi fare un altro passo. Mi girai verso di lui, incrociando il suo sguardo profondo e magnetico.
Perché doveva essere così?
Perché doveva farmi questo?
Perché doveva sentire in quel modo?
- Ti desidero più di ogni altra cosa - proferì quelle parole, facendomi tremare.
-Anche io ti desidero, ma io... - provai a dire, cercando delle parole e provando ad assimilare le ultime pronunciate da lui.
- Abigail, io ti amo - disse tirandomi per il polso e avvicinandomi al suo petto, avvolgendomi tra sue braccia " Ti amo. Amo il tuo sorriso, le tue smorfie quando dico che sei bella, le tue guance rosse quando ti tocco una parte delicata... - mentre parlava le sue mani mi toccarono il fondoschiena. - E il modo in cui cerchi di nascondere il tuo nervosismo, cosa che non ti riesce bene, perché inizia a balbettare! - rise. - E, ti giuro, non credo di poter resistere ancora per tanto, è dal primo giorno che ti desidero e vorrei avere io la possibilità di vivere ogni esperienze ed emozione. Lo capisci cosa sto dicendo? - disse sussurrando in modo sensuale al mio orecchio.
- Dylan...- dissi piano, tanto da non sentirlo nemmeno io, ormai cosciente di ciò che stava per succedere
- Ti prego, lasciami fare. Fidati di me, Piccola. - Disse guardandomi negli occhi pieni di speranza.
- Perché fai così? - domandai rassegnata.
Dolcemente mi spinse contro il muro e con un movimento spense la luce, rimanendo illuminati solo con la luce della lampada. Mi accarezzò la schiena e mi alzò la maglietta, lanciandola in qualche angolo della stanza.
- Sei così delicata e... tesa. - sussurrò contro la mia fronte per poi baciarla.
Lui indietreggiò, sedendosi sul letto dietro di lui per poi far sedere anche me.
Mi passò delicatamente le dita sulle spalle, fino al mento, facendomi avvicinare a lui e rubarmi un dolce bacio.
Spostò le mani dietro la mia schiena e lentamente sganciò il laccetto del reggiseno, togliendomi pure quello.
L'aria si stava sempre più scaldando in quella stanza e il caldo afoso dell'estate non migliorava molto la situazione.
Per l'imbarazzo, nascosi il mio seno da gli occhi scuri e lussuriosi che mi stavano scrutando.
"Dovrò prima o poi vederti, no?" domandò sorridendo.
Amavo vederlo sorridere.
Ero così innamorata persa di quell' idiota, che senza accorgermene, tolsi il braccio, mostrandomi a lui.
Una scintilla passò per i suoi occhi e in men che non si dica, le sue labbra si fiondano sulle mie. Il bacio era così forte. Lo desideravo da così tanto.
Ogni volta, mi innamoravo sempre di più.
La sua mano, scese fino al mio fondo schiena, stringendolo leggermente.
La sua lingua si intromise prontamente nella mia bocca appena la aprii.
Rimasi immobile, mentre lui mi stringeva a se.
L'unica cosa a muoversi era il suo petto che si alza e si abbassa velocemente incontrollabile. Senza pensarci due volte, mi fece sdraiare sul morbido letto e in preda al momento, sussurrai "fammi tua " quasi in una supplica.
Neanche il tempo di rispondermi, che le sue mani erano ai lati dei miei jeans, che piano piano, abbassò fino al pavimento, mentre le nostre bocche continuavano a scontrasi. Poi passò ai miei slip.
- Non è valido... - borbottai imbarazzata, evitando il suo sguardo. Rise. - Anche in queste situazioni ti metti a brontolare? - poi mi baciò il collo. - Una cosa per volta...- Disse alzandosi in piedi, facendo alzare anche me, tirando fuori da una delle tasche una bustina blu, per poi prendere le mie mani nelle sue, ed avvicinarle all'elastico dell'asciugamano.
- Aiutami...- mi incoraggiò, facendo muovere mie mani in sincronia con le sue per poi slacciare il nodo del panno ormai bagnato, che finì a terra insieme alla mia roba.
- Ci siamo quasi...-
Non potevo crederci, lo stavo per fare.
ANGOLO SCRITTRICE:
Allora, sono agitatissima ler il prossimo capitolo, ho paura che dopo aver letto una scena di sesso nel mio libro, la maggior parte di voi mi lascerá da sola, non mi seguirà più dandomi della sporca, non che io abbia niente in contrario con le persone che le scrivono e io non ho problemi a leggerle... ma... non so...
Bene io devo ringraziare @Alicecaciotta, che si è fatta il culo per scrivermi la scena che leggerete nel prossimo capitolo ( sì, non l'ho scritta io, perché non me la sentivo di scrivere una cosa che non sapevo descrivere. ) bene, DITEMI SE AVETE QUALCOSA IN CONTRARIO, così non pubblico il capitolo seguente... non so, boh ahaha * si nasconde dietro a un albero *
Con affetto,
Baptivi

P.s.: I pensieri, le emozioni, alcune battute e l'inizio è scritto da me u.u

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora