Ero intenta a leggere il mio libro, a finirlo più che altro, quando Dylan entrò come una furia in camera mia.
Mi guardò negli occhi. Era tutto sudato.
- Dove cazzo eri finita? - mi chiese urlando.
- A casa, perché? - non avevo voglia di agitarmi.
- Dovevi venirmi a prendere, l'hai dimenticato? Ti ho chiamato e non hai risposto al telefono. Me la sono dovuto fare a piedi. -
- Potevi chiedere un passaggio alla tua amica... - chiusi il libro e uscii dalle coperte per riportarlo nella libreria.
- Di chi stai parlando. -
Respirai a fondo, chiudendo la mano destra a pugno e cercando di sembrare più calma possibile. - L'amica delle cinque e mezza. Sai, Dylan, ogni volta che io parcheggio davanti all'officina ti vedo parlare con una ragazza. -
- Ma chi? Queen? Ma è la figlia del mio capo... - disse, con voce frustrata.
- Beh, per tua informazione, Queen, la figlia del tuo capo, ha detto che ti trova molto carino. -
- Ma è solo un'amica. -
- Mh mh... okay allora vorrà dire che avrai tanti amici quest' estate perché non ti credere che io ti tocchi ancora come qualcosa di più! -
- Tu mi vuoi dire che sei gelosa di Queen? Stiamo litigando per lei? Come fai a sapere che io le piaccio se non le hai mai parlato? -
Sorrisi. - E chi ti dice che io non le abbia parlato? -
- Ma Abi... lo sai che a me piaci s... -
- No, Dylan, tanto lo sappiamo tutti e due, non è stato niente di che! - Sapevo che quella frase era riferito a me in qualche modo.
- Ma cosa...? Mi hai sentito? - chiese.
- Esatto, ora, ti prego, esci da qui. - gli indicai la porta.
- Ma ... io -
- ESCI! - la mia voce rimbombò nella stanza.
Chiamai Thea e le chiesi se aveva qualcosa da fare quella sera.
- No, vuoi venire da me? - mi chiese.
Mi vestii. Mi misi dei pantaloncini, una maglietta lunga e dopo un po' di trucco in viso uscii da quella casa e salii in macchina.
Non potevo crederci, non ero io ad aver rovinato tutto, ma lui. Sbuffai e mi massaggiai le tempie.POV's Dylan.
Ma cosa era successo?
Era capitato tutto così in fretta... due giorni fa era con me, tra le mie braccia e ora mi aveva cacciato da camera sua, nella quale alcuni giorni fa avevamo condiviso il mondo lì dentro.
Non capivo. Queen era solo la figlia del mio capo ed eravamo diventati amici, ma niente di più.
- No, Dylan, tanto lo sappiamo tutte e due, non è stato niente di che!
Merda. Avevo combinato un cazzo di casino! Sentii chiudere la porta di casa e mi resi conto che ero rimasto solo io in quella casa. Abigail era arrabbiata con me e io... ero rimasto ancora una volta solo.
Beh, se vuole fare la cattiva ragazza di certo non le permetterò di essere solo lei la giocatrice di questo gioco.
Il campanello suonò e io mi alzai dal mio letto per andare ad aprire la porta.
Quando la aprii un sorrisone mi accolse.
- Ciao Dylan, mio padre mi ha detto di dirti che domani devi andare a lavoro prima... - Queen si sistemò alcune ciocche di capelli corti dietro l'orecchio, mostrando un piccolo orecchino azzurro.
- Non poteva mandarmi un messaggio? - chiesi, osservandola nei grandi occhi azzurri.
Rise. - Ah, ma lo sai che mio padre non è bravo con le tecnologie avanzate! - scacciò quella mia domanda con un gesto veloce dalla mano. Si schiarì la voce. - Non mi fai entrare? - chiese osservando l'interno della casa da fuori.
- Emh... no. No, perché sto uscendo... volevo andare a cercare la mia ragazza. Abbiamo litigato e lei se n'è andata. - dissi veloce.
Il sorriso sul suo volto sparì lasciando il posto a un'espressione seria.
- Non sapevo che fossi fidanzato... -
- Non me l'hai mai chiesto! - sorrisi.
- Se vuoi ti aiuto a cercarla... - si propose lei, poi indicò la sua macchina. - Così ti do' un passaggio. -POV's Abigail
- Quindi l'hai smerdato, in poche parole. - Disse lei, mettendo il pane nel forno.
- Sì, Thea... - sorrisi e scossi leggermente la testa ai suoi modi tanto " educati e delicati "
- Beh, hai fatto bene. Almeno ora sa di essere un perfetto stronzo. Vuoi la pasta? - mi chiese. Restava in piedi a prendersi cura di me, come una perfetta donna di casa.
- No, te l'ho detto non ho fame. -
Scaccia quella mia frase con un gesto della mano. - Sappiamo entrambe che alle focaccie di mia nonna non resiste nessuno! - tirò fuori dal frigo una busta e mi servì sul un piatto un trancio di focaccia.
Di colpo mi venne fame e mi leccai le labbra velocemente. - Wao! È da un sacco di tempo che non le mangio... - dissi con l'acquolina in bocca.
- Lo so, è per questo che l'altro giorno sono andata da mia nonna e le ho chiesto se gentilmente me ne preparava alcune. Solo per te. - sorrisi e morsi quella squisitezza piena di olio e grassi. Osservai Thea mentre serviva un bicchiere di succo d'ACE per me e uno all'ananas, il suo preferito, per lei. Si sedette di fronte a me e prese un pezzo di focaccia ficcandoselo in bocca intero. Non potei fare a meno di scoppiare a ridere alla vista di quella ragazza con le guance piene di cibo che cercava di masticare con difficoltà.
- Non ridere! - farfugliò masticando.
- Ma come faccio! Fai schifo dai! - risi e lei mi alzò il dito medio. Dopo un po' di secondi riuscì a svuotare la bocca.
- Che buona cazzo! - esclamai gustandomela. - Mmh.. e tu con Matt? - chiedo, ingoiando un altro pezzo. Lei si pulí la bocca cosparsa di olio con la manica della felpa e mi guardò.
- Il solito testardo! Il punto è che certe volte mi tratta come se lui fosse il professore e io l'alunna. -
- Ma... è così... -
- No, non più. Non in estate. Minchia ma perché dovevo trovarmi proprio un professore? Io odio la scuola e odio i professori! - esclamò Thea, sistemandosi la maglia troppo larga.
- E odi matematica. - aggiunsi continuando a mangiare.
- Esatto. E odio matematica! - mi venne dietro. Poi rise mettendosi il viso tra le mani. - Che stupida che sono! -POV' s Dylan.
- Allora? Dove potrebbe essere se no? - chiese Queen accendendo la macchina. Merda! L'avevamo cercata ovunque, ma ovviamente non l'avevamo trovata.
Sbuffai. - Non lo so, basta. Mi dispiace averti fatto girare a vuoto. - mi scusai.
- Figurati, anzi è stato un piacere aiutarti. - rispose lei cordiale senza staccare gli occhi dalla strada, oramai illuminata solo dai lampioni e dalla sottile luce della luna
- Io ora ho solo fame! -
Queen si girò verso di me e mi oosservò. - Conosco un bar qui vicino... magari possiamo prendere qualcosa lì... -
Sorrisi e accettai la proposta.POV's Abigail.
- Quindi ora state insieme? - chiesi sedendomi sul divano, riferendomi a lei e a Matt.
- COSA? No, pf no! - risponse lei in fretta, cacciando quella mia domanda con una scrollata di testa.
- Okay... - presi il cellulare e lo osservai. - Non dovrei chiamarlo? Magari è in pensiero per me... magari è preoccupato. -
- ABIGAIL NO. - urlò lei scattando per cercare di togliermi l'attrezzo di tortura dalle mie mani. - Ti pare? Tu dovresti essere arrabbiata con lui! -
Mi alzai di scatto dal divano. - Esatto! Non ho bisogno di lui! - mi lasciai andare, ritornando seduta sul divano e sospirai. - Io non sono sempre stata così... -
- Cosa intendi dire? - mi chiese giocando con il mio telefono.
- Che avevo un carattere tutto mio, che non cedevo alle mie decisioni che... ero determinata e ora ho bisogno di qualcuno che mi convinca che è la scelta giusta! -
- Ma Abigail è del tutto normale! Ogni persona ha dei momenti difficili. - disse seria, guardandomi. - Certo, poi devi avere il culo di trovare una stupenderrima amica che ti aiuta ad affrontarli! - continuò scuotendo i suoi capelli castani in modo regale, ritornando la solita Thea. Sorrise. - Non ringraziarmi! -
Sprofondai la testa nel cuscino. - Non voglio ritornare a casa! -
Sentii dei movimenti bruschi provenire dalla sua parte del divano. Alzai leggermente la testa e vidi i suoi grandi occhi verdi osservarmi attenta.
- Puoi dormire qui. - propone con un enorme sorrisone.POV's Dylan.
Entrammo in quel locale che per quanto possa avere un aspetto piuttosto oscuro era illuminato da grandi lampade rotonde appese al offitto fatte di carta pesta, che lo facevano sembrare più accogliente di quello che era.
Aveva delle ampie vetrate, dalle quali, da fuori, potevi vedere l'interno.
Il pavimento era fatto con tavole di legno massiccio, l'ambiente risultava rustico, le pareti erano ricoperte di carta da parati rosse ed erano ornate con dipinti e foto di persone famose.
La sala era decorata da tavolini di legno e poltroncine nere, che ricoprivano quasi l'intero perimetro del bar.
In fondo alla sala riposavano due tavoli da biliardo e vetrinette piene di trofei di baseball e vicino a questi un lungo bancone anch'esso rosso, addobbava la parte sinistra del locale.
Nella parte a lato della zona bar vi era la cucina dove un uomo alto, con i capelli biondo cenere e molto magro era intento a pulire.
- Ehy, Jim... stai per chiudere? - chiese Queen avvicinandosi alla cucina.
- Queen! Mmh, si ma se volete vi preparo qualcosa al volo... - disse l'uomo. Aveva la voce profonda e stanca e due profonde occhiaie sotto gli occhi.
- No, non vogliamo disturbare, hai l'aria stanca. - gli posò una mano sulla schiena.
- Ma figurati! Avanti. Sedetevi pure. - gli sorrisi e prendemmo posto nel tavolo più vicino.
- Frequenti tanto questo bar? - chiesi osservandolo più attentamente.
- Sì, ci vengo sempre quando sono con i miei amici. - rispose lei, appoggiando la borsa di marca sulla poltroncina di fianco alla sua.
- Allora cosa vi porto? - chiese Jim, dopo averci raggiunto e sorriso.
- Per me acqua e un panino al salame. - risposi osservandolo mentre scriveva sul taccuino.
- Per me una coca e un'insalata mista. - quando Jim se ne andò Queen mi sorrise. - Devo stare attenta alla linea. - sorrisi divertito. Questa non sarebbe stata una frase di Abigail, neanche un ordine di Abigail. Lei avrebbe ordinato un panino con tutto il possibile dentro e avrebbe detto una frase come: " se io ho fame mangio! "
- A cosa pensi? - Queen mi riportò alla realtà. - Alla tua ex ragazza? -
- Non è la mia ex ragazza, abbiamo solo litigato... - precisai.
- Le litigate peggiorano i rapporti e poi ti portano alla rottura! -
Non per me e Abigail. Non per noi. Per noi le litigate ci rafforzano, o no?ANGOLO SCRITTRICE:
No, okay. * urla, si scatena e corre per tutta la casa sventolando il cellulare. * no, va beh sono troppo emozionata! So che state soffrendo e io di questo NE SONO FELICISSIMA MUAHAHA non perché voi state soffrendo ovvio, ma perché so che la storia ha finalmente ripreso vita. Grazie Queen! Okay no ahaha COMMENTATE, PARLATE, SFOGATE IL VOSTRO DOLORE.
va bini, io ringrazio la mia Alicecaciotta che mi ha aiutato tantissimo, ricordo che Thea è la protagonista del suo libro e che se volete ( anzi. No. Dovete! ) potreste andare a leggere la storia di Thea e... MATT mlmlml. Okay patatine alla rucola io vado a magniarmi una mela ahahaha.
Con AFFETTO ( il salame)
La vostra Baptivi
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Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |
Roman d'amourAbigail, una ragazza acqua e sapone e molto cocciuta, è costretta ad andare in vacanza nella casa dei suoi zii da lei sconosciuti. Non ne è molto felice dato che non conosce nessuno, ma presto le cose cambieranno perché in quella casa non c'è solo...