Finalmente i ragazzi finirono di suonare. Presi la giacca e andai a salutare Mitch.
- Ciao Angelo! Buona serata. - mi abbracciò e ritornò a lavorare.
Jorge mi raggiunse subito dopo. - Ehy Abi, ci vediamo domani alle tre? Ti va bene? -
- Certo. -
- Bene brava ragazza. - mi porse i soldi. - Te li sei guadagnati! - mi sorrise e poi se ne andò.
- Andiamo? - mi girai e vidi Dylan a un passo da me. Sorrideva e teneva in mano un sacchetto bianco.
- Si. - salutai anche Anastasia che mi guardò malissimo. Forse perché Dylan non l'aveva salutata e mi stava tenendo la mano...
Mi stava tenendo la mano? Non me n'ero accorta! La scostai con la scusa di grattarmi il naso.
Salii in macchina e aspettai che Dylan accendesse il motore. Partimmo ma notai subito che non aveva preso la strada di casa.
- Dove stiamo andando? - chiesi un po' preoccupata...
- È una scorciatoia. - disse sorridendo. Girò e la stada si fece sferrata e sempre più stretta. Entrò in un bosco. La luce della luna tagliava ombre strane. Il mio cuore stava accelerando. Dai Abigail, mica ti ucciderà in un bosco... non lo farebbe mai!
No, infatti. Erano preoccupazioni stupide.
L'orologio segnava mezzanotte.
- Se fosse stata una scorciatoia saremmo già ritornati, non trovi? - chiesi sempre più confusa. La macchina si muoveva freneticamente per la strada piena di sassi di varie dimensioni. Alla fine si fermò in quello che sembrava un campo abbandonato. Dylan spense il motore.
- Scendi? - chiese guardandomi.
- Cosa intendi fare in questo posto? -
Sospirò con un sorrisetto. - Beh ecco... - prese la busta bianca e la aprì. Mi guardò sempre sorridente, aveva una strana luce negli occhi.
- Ho pensato che dovremmo riallacciare i rapporti... e... - il mio cuore andava come un razzo, sudavo e avevo il respiro corto. Avevo paura. - Forse un bel panino con patatine sotto il chiaro di luna aiuterebbe... -
Scoppiai letteralmente a ridere.
- Perché ridi? Ho fatto male? -
- N- no... - non potevo averlo veramente pensato. - Avevo pensato... che tu mi volessi uccidere! - disse continuado a ridere.
- Cosa? Ma no! Non lo farei mai! -
- Ora lo so, scusa. - riuscii a darmi una controllata. - Scusa, è mezzanotte passata, è buio e mi porti in un campo abbandonato. Cosa dovrei pensare scusa? -
Sbuffò e si sistemó il ciuffo. - Allora? Vuoi scendere? - obbedii e aspettai che lui fecesse lo stesso. Lo vidi salire sul cofano della sua auto. Si mise a sistemare dei fazzoletti, tirò fuori dalla busta dei panini, le patatine e delle bibite. - Che fai non mangi? Non hai fame? -
- Scherzi vero!? Sto morendo di fame! -
Sorrise. - Beh allora muovi il tuo bel culetto. -
Obbedii. Salii sul cofano e mi abbuffai sul mio hamburger con maionese.
- Quindi come mai tutta questa gentilezza? - chiesi con la bocca piena.
- Come ti ho detto litighiamo spesso. Ho pensato alle tue parole e ho deciso di provare a conoscerti meglio. - disse mangiando una patatina.- Oh, ma che scelta saggia. Mi sbalordisci! - sorrise. Finii il panino in un attimo.
- Lo sai che mangi come un camionista? -
Annuii con la bocca stracolma. Lui sorrise e mi fissò inghoiare il tutto.
- Hai un po' di maionese qua. - disse mostrando la sua bocca. Cercai di pulirmi con la lingua ma senza vittoria.
- Aspetta faccio io. - mi pulì con il pollice l'angolo della bocca e indugiò un po'.
Risi. - Ora cosa farai? Quella cosa disgustosa che fanno gli attori nei film?-
- Intendi questa? - chiese prima di mangiarsi il rimasuglio di maionese.
- Nooo ma che schifo! - risi.
- Mmh... che buona. -
- Immagino. È una cosa disgustosa! - dissi continuando a mangiare le mie patatine.
- Mi sembra strano ritrovarmi qui, con te a ridere. Mi sembra strano ridere con te! - dissi sorridendo.
- Oh beh grazie! - si sistemò meglio sul cofano. Rise e bevve la coca cola. Mi sdraiai vicino a lui e osservai il cielo pieno di stelle.
- Come mai hai iniziato fin da subito a trattarmi male? - chiesi
- Non saprei... non ti trattavo male, ma c'erano dei battibecchi divertenti tra di noi. -
Risi. - Quindi era un divertimento per te? -
- Se la vuoi vedere in questo modo, allora sì. -
La luce dei fari dell'auto accesi permettevano che il viso di Dylan fosse ricco di ombre.
Sbadigliai e lui si girò verso di me. - Hai sonno? Torniamo a casa? -
- Si, sono stanca e... piena! - sorrise e bevve l'ultimo sorso di coca cola prima di ritirare tutti i rifiuti nella busta bianca.
Salii in macchina e guardai Dylan guidare per un paio di minuti, poi mi appisolai.POV's Dylan.
Avevo passato una bella serata con Abigail e sperai che anche lei si fosse divertita almeno un poco. Decisi di chiederglielo, ma quando mi girai quei due secondi, mi accorsi che si era addormentata. Aveva un viso angelico, soprattutto ora che la osservavo attentamente. Gli spostai una ciocca bionda dal viso per poi tornare con gli occhi sulla strada. Parcheggiai nel cortile e la svegliai dolcemente.
- Abigail, svegliati. -
Lei aprì un occhio e mi osservò alcuni secondi. - Dylan, non mi sento molto bene... - bisbigliò tenendosi circondandosi la pancia con le braccia.
- Cosa ti senti? - chiesi.
- Crampi allo stomaco e mal di testa... - le sue parole erano solo sussurri e facevo fatica a capirle.
Scesi dalla macchina e aprii la portiera della ragazza, le slacciai la cintura e la presi tra le mie braccia.
In quel momento, quando mi ritrovai a un centimetro dal suo viso, dalla sua bocca, il mio cuore iniziò a battermi forte e la voglia di assaggiarle...
La portai dentro casa, fino in camera sua. La posai dolcemente sul suo letto ancora disfatta.
Gemette quando provò a sistemarsi sotto le lenzuola - Grazie. - disse abbandonandosi sotto le mie mani. Riuscii a coprirla tutta.
- Resta qui, vado a prepararti un te caldo. -
Rise stancamente. - Non avrei la forza di andare da nessuna parte! -
Aveva ragione ... sorrisi e mi avviai per andare in cucina.POV's Abigail.
Il mal di testa si amplificava a ogni mio movimento. Non stavo affatto bene e se chiudevo gli occhi, vedevo ombre strane e brutte. Dopo un quarto d'ora Dylan ritornò con una tazza di tè.
- È tè al limone, spero che ti piaccia. -
Sorrisi. - Non mi dispiace. - bevvi, dopo aver soffiato. - Grazie. -
Rimase ad osservarmi per tutto il tempo. Quando finii di bere, sentii il mio stomaco ormai caldo e senza quegli odiosi e doloranti crampi. Posai la tazza sul comodino.
- Dai a nanna, che sono le due del mattino! - disse coprendomi bene. Gli presi la mano e mi scoprii per invitarlo a venire sotto le coperte.
- Solo per questa notte...- dissi.
Lui sospirò, sorrise e poi si stese, cingendomi con le sue braccia. Con il suo respiro sul mio collo riuscii a prendere sonno.
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Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |
RomanceAbigail, una ragazza acqua e sapone e molto cocciuta, è costretta ad andare in vacanza nella casa dei suoi zii da lei sconosciuti. Non ne è molto felice dato che non conosce nessuno, ma presto le cose cambieranno perché in quella casa non c'è solo...