4.

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R.

Marta aveva lasciato ad Isaac un contenitore con dei panini per il pranzo in spiaggia e un altro a Dylan con dentro della frutta fresca e dell'acqua.
Ringraziammo e, dopo avere salutato "i vecchi", come li aveva chiamati Isaac, ci incamminnammo.
- Penso che in spiaggia ci siano anche Sandy e Betty, oltre a Holland. - disse Isaac.
Ecco, come pensavo, c'erano altri.
Dylan sorrise. - Betty è da un po' che non la vedo... - e il sorriso di trasformò in un ghigno insopportabile.
- Si, beh, è incazzata per l'ultima volta, Dylan. Sei uno stronzo. - disse Isaac mettendosi l'asciugamano in spalla. Concordai mentalmente con Isaac e evitai di non annuire.
- Vedi? È inutile che si incazza, Isaac, lo sa come sono fatto. Per questo cerco di evitarla, ma poi le mi stuzzica apposta. - si era quasi imbronciato.
- Non riesci a dirle di no, amico? - Isaac rise e mi contagió.
- Te cosa ridi? - Dylan si rivolse verso di me e mi fulminó con lo sguardo.
- Isaac mi ha fatto ridere. -
- Sì, beh, sono lieto che vi divertite grazie a me. - disse e accelleró il passo.
Guardai Isaac.
Lui sospirò. - Si sarà alzato con il piede sbagliato... -
Non fu un viaggio lungo, in effetti in cinque minuti eravamo arrivati e dalla spiaggia si vedeva perfettamente la casa.
Vidi che due ragazze in bikini corsero in contro a Dylan, appena lo videro e le sentivo sghignazzare da lontano.
Feci una smorfia di disgusto e seguii Isaac, verso la terza ragazza che era rimasta seduta sull'asciugamano.
Isaac affiancò la ragazza e la baciò sulle labbra. - Ciao Holland. -
- Ciao amore. - questa ragazza era stupenda: i capelli rossi erano lunghi e le arrivano a metà schiena che si inclinava geometriacamente, i suoi occhi marroni, erano leggermente truccati e i suoi lineamenti erano perfetti.
Le lentiggini non erano come le miei, pure quelle sembravano posizionate da un pittore.
Isaac mi guardò. - Holland questa é mia cugina Abigail. Abi, questa è la mia fidanzata, Holland. -
La ragazza mise una mano sopra gli occhi per coprirsi dal sole e riuscirmi a vedere, poi sorrise e mi salutò. - Siediti pure. - indicò un posto vicino a lei.
Gli sghignazzi tornano a farsi sentire.
- Lei è nuova? -
Mi voltai verso la voce di una delle ragazze spalmate su Dylan.
- È mia cugina, passa l'estate da noi. - disse Isaac.
- Ah bene. Più siamo meglio è. - ammiccó la ragazza a destra e si sistemò sull'asciugamano.
- Ma non hai caldo? Fai il bagno vestita? - chiese quella ancora in piedi vicino a Dylan.
Sorrisi. - Per ora sto bene, grazie. -
- Beh ti abbronzerai con la forma dei pantaloncini... -
- Saranno cavoli suoi, Betty? - disse Holland.
- Oh Dio, scusate. Volevo solo essere gentile. Vado a farmi il bagno. Dylan, vieni? -
Dylan sembrò combattuto, ma alla fine la seguì.
Abbassai gli occhi quando si tolse la maglietta davanti a me.
- Io rimango un po' al sole, c'è quest'aria fresca che è bellissima. - disse Holland, sdriaiandosi.
Gli altri concordarono e concordai mentalmente anche io.
Mi levai i pantaloncini e rimasi in canotta, mi sdraiai e chiusi gli occhi.
Quando li riaprii mi accorsi che gli  asciugamani degli altri erano vuoti e che io mi ero addormentata. Sentivo le cosce bruciare, mi alzai e mi tolsi la maglia. Notai gli altri in mare e li raggiunsi.
L'acqua era sorprendentemente tiepida e iniziai a versarmela sul corpo per cercare di  svegliarmi.
- Ehy Abigail, ti sei svegliata! - disse Holland facendo girare tutti verso di me.
- Si, scusatemi! - mi avvicinai a loro.
Notai che Dylan mi stava guardando con un espressione incomprensibile e cercai di evitarlo.

La giornata passò in fretta tra pisolini e bagni. Io continuai il mio libro e verso le quattro del pomeriggio il mio corpo era abbastanza rosso.
Per fortuna decisero di tornare a casa, anche se Betty e Sandy protestatono un po'.
Salutammo tutti e in cinque minuti eravamo a casa, nessuno parló per via della stanchezza.
Mi feci una doccia e chiesi a Marta se aveva una pomata per le scottature.
Lei sorrise e mi porse uno sprai. - Puzza un po', ma domattina starai già meglio, fidati. -. la ringraziai e sparii in camera dopo aver parlato un po' con lei e i miei.
Bussarono alla porta della mia camera e dopo il mio " avanti " mia madre entrò nella stanza annuendo contenta. - Wow, è bellissima camera tua. E guarda che vista! - si affacció all'enorme finestra che dava sulla spiaggia e aprì la porta-finestra, uscendo sul balcone.
- Già, è fantastico qui. - dissi.
Mia madre rientrò e mi diede un bacio sulla fronte. - Ne sono felice Abi. - si girò e uscì dalla stanza.
Presi finalmente il cellulare e guardai le notifiche.
Lessi i messaggi in cui i ragazzi si erano insultati e sorrisi.

Io: sto bene, sono appena tornata dalla spiaggia e mi sono già ustionato. La casa è bellissima!
Voi tutto okay?

Poi mi occupa dell'altro messaggio, quello da parte di Clary: chiamami quando puoi, accompagnato da un cuoricino.
La chiamai subito e passammo un'oretta ad aggiornarci. Dylan era entrato passato dalla mia stanza innumerevoli volte nel mentre e quando lo sentii scendere le scale, raccontai di lui a Clary.
Mi chiamarono per la cena e scesi.
A tavola c'era anche Holland, vicino ad Isaac, la salutai e mi sistema i vicino a Marta.
Dylan era vicino ad Isaac, davanti a me.
Lo evitai.
Quando risalii in camera mia mi misi a concentrarmi in fisica, l'unica materia in cui scarseggiavo.
Stavo cercando gli auricolari quando entrò Dylan in camera mia senza bussare.
Sussultai. - Non si osa più bussare? Potevo essere nuda! - lui sorrise squadrandomi dalla testa ai piedi.
- Sì, inizio a sperarci. - e poi entrò in camera sua. Dopo due minuti sentii la voce del cantante dei ACDC che iniziava a cantare.
Trovai le cuffie e cercai di risolvere un problema. Se il limite di etanolo di un bicchiere di vino è 4,5 g/mml... ma che cazzo!? Sbuffai e spostai il libro da me proprio quandi Isaac entrò in camera con Holland.
- Che succede? -
- Solo chimica! - risposi massaggiandomi le tempie e sorridendo
- Oh... Dylan è un mito nelle materie scientifiche, prova a chiedere a lui. - disse Isaac.
Risi al pensiero di lui che mi faceva da maestro. Figurarsi se era disposto ad aiurarmi. - Comunque, noi andiamo, al festino in spiaggia... che fai vieni? -
- Non saprei. - dissi mangiucchiandomi le pellicine del pollice. Ero abbastanza stanca, ma questa scusa mi avrebbe fatto sembrare una vecchia ai loro occhi.
- È impegnata con i libri, lasciala stare. - disse beffardo Dylan, entrando nella mia stanza. Aveva una camicia bianca, che risaltava la sua abbronzatura, e un pantalone nero.
Sorrisi e infine dissi: - Questa volta passo ragazzi, grazie. -
Isaac e Holland sorrisero e mi salutarono, uscendo dalla stanza.
Dylan sorrise e mi fece l'occhiolino per poi seguirli e chiudersi la porta alle spalle.
Mi lasciai andare atterrando con la testa sul cuscino.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora