40

5.9K 285 69
                                    

Un tonfo mi svegliò di soprassalto. Vidi che davanti a me vi era Thea che mi guardava per vedere se mi ero svegliata.
- Che cos'è successo? - chiesi ancora troppo assonnata.
- Mi è caduta la confezione di gelato. - rise e la riprese con un gesto atletico.
Mi alzai e la guardai sedersi, accendere la TV e aprire la confezione per poi immergere un cucchiaino e portarsi del gelato alla bocca.
- Ma il gelato alle otto del mattino? - chiesi.
- Mi da energie. - rispose senza dedicarmi neanche uno sguardo, era presa da un programma che stavano trasmettendo.
- ...quindi lei mi vuole dire che se un ragazzo mente o nasconde qualcosa è perché è innamorato? - chiese la tipa seduta su una delle poltrone rosse, sistemandosi il vestito.
- Si, esattamente. - rispose la dottoressa, che la affiancava nella potrona vicino.
Thea si girò verso di me e leccò il cucchiaino. - Visto, magari Dylan ti nasconde le cose perché è innamorato... -
Risi. - Certo. Magari di Queen. -
- Sai che cosa brutta? - rispose lei, ritornando ad ascoltare la conversazione.
Già... sarebbe bruttissimo.
Sentimmo un rumore di passi stanchi. Il padre di Thea, Jim, entrò nella stanza intento a stropicciarsi gli occhi.
- Ciao Pulcinella, com'è andata ieri? - Ciao Abigail! Come va? -
Risi e gli sorrisi. Quell'uomo tanto gentile mi era mancato! - Bene, grazie Jim. -
- Bene. E andata bene ieri. E a te papà? - rispose Thea seguendolo in cucina con la confezione di gelato in mano. Li seguii anche io.
- Bene. - rispose prendendo del caffè dalla bottiglia.
- Ti ho sentito rientrare più tardi del solito... -
- Si, stavo per finire allora giusto, ma all'ultimo é arrivata una coppia tanto carina. Ci siamo fermati a parlare e mi hanno aiutato a chiudere il bar. -
Si sedette e iniziò a mangiare la sua colazione.
- Ah, li conosco? - chiese Thea rubandogli un biscotto.
- No, non penso che li conosci. Lei si chiama Queen e lui... mi sembra Dylan, forse. -
Il cuore mi si fermò.

POV's Dylan.

Dov'era finita? Non era nel mio letto, non era nel suo letto, non era in cucina, né in salotto e neanche in bagno. Dov'era finita? -
- Buon giorno Dylan. - la madre di Abigail mi passò dietro per poi raggiungere la cucina.
- Dov'è Abigail? - chiesi confuso.
- Ah, si è fermata a dormire da un'amica. -
Potei finalmente respirare regolarmente. Non si era nemmeno preoccupata di telefonare, di lasciarmi un messaggio. Nulla.
Ieri sera l'avevo cercata per tutta la sera e meno male che Queen era con me! Non ce l'avrei fatta senza di lei.
Sorrisi e mi preparai per andare a lavoro.
Avevamo mangiato e alla fine avevamo aiutato Jim a chiudere il bar.
Sbuffai quando uscii da casa, non avevo voglia di andare a lavoro a piedi. Iniziai ad incamminarmi quando la macchina di Abigail entrò nel vialetto. Chiusi i polsi quasi per istinto.
Ora mi sente!
- Dove sei stata ieri sera? Tu sei matta! Non mi avvisare brutta pazza! - dissi aprendo la portiera.
- Tu non mi hai fatto sapere che uscivi con Queen... - rispose lei di rimando scendendo dall'auto.
Come cavolo faceva a scoprirmi sempre!?
- Sai non è stato un appuntamento... siamo venuti a cercarti. Mi ha offerto un passaggio. - cercai di convencerla.
- Mh mh, okay. - disse lei prima di chiudere la portiera e avviarsi verso la porta.
- Perché? Perché fai così? -
- Così come? - chiese lei spazientita.
- Te ne vai. Molli tutto e te ne vai. -
- Perché voglio cercare di crederti, voglio evitare di guardarti negli occhi e leggere in te qualcosa che si avvicina al mentire. Non ci riesco Dylan. Non riesco a continuare a parlare con te! - disse lei.
- Quindi me ne dovrei andare? È questo che vuoi? - deglutii sperando con tutto me stesso che la risposta non sia un sì.

POV's Abigail.

Il mio stomaco si attorcigliò solo al pensiero.
- No, non voglio questo. Voglio solo... tempo. -
- Vuoi una pausa!? - nella sua voce vi erano punte di delusione.
- Si, Dylan. È quello che voglio. -
- Perché? -
- Perché so che così non mi importerà se quello che fai con Queen è brutto o no. Perché così potremmo stare vicini senza litigare. -
Sospirò. - Va bene, Abigail. Se è quello che vuoi... ora vado. -
- Dove? -
- A lavoro. - rispose senza nessun tono di voce in particolare.
- Ti ci accompagno io. - mi offrii. Quando vidi che non mi aveva preso in considerazione, lo rincorsi.
- Dylan, ti prego. Fatti dare un passaggio. -

POV's Dylan.

Abigail parcheggiò l'auto davanti all'officina e spense il motore.
Il silenzio ci aveva accompagnato per tutto il tragitto.
- Bene... io vado. - dissi mettendo una mano sul suo ginocchio.
- Si, forse è meglio... - rispose lei.
Stavo per scendere dalla macchina quando mi fermai. - Abigail? -
- Mmh? -
- Non credi che sia strano? - chiesi.
- Mai stato più strano tra di noi. - sorrise.
- Va bene vado amor.. emh... Abi. - sarebbe stato difficile, troppo difficile.

ANGOLO DI BAPTIVI:
LO SO, LO SO, LO SO È CORTO. MAAA CI DOVEVA ESSERE UN CAPITOLO DI TRANSITO OKAY? Ahaha
Okay, vedo che vi piace minacciare le povere ciliegie che cercano di donare i sogni alla gente! Ho ricevuto commenti piuttosto paurosi da gente che mi voleva far uccidere dal proprio unicorno arcobalenoso oppure che voleva venire a prendermi sotto casa... INSOMMA MA CHE PROBLEMI AVETE? Vi sembra naturale? * piange e si raggomitola su se stessa, iniziando a dondolare nervosamente e a dirsi che non é niente, che passerà. *
Cooooomunque... a parte questo piccole bestioline vi ringrazio! Per tutto.
Io non ho parole per questo capitolo.. solo dolore. Okay ahaa per favore commentate e se volete ditemi come potrebbe continuare la storia ahah smarmellatevi il cervello per pensare a una continuazione piccole calamite a forma di pesche * gnam gnam *
Ahaha OKAY HO FINITO.
VI VOGLIO BENE PICCOLE SANGUISUGHINE
CON AFFETTO
Baptivi.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora