La sensazione dell'erba sulla pelle era piacevole. Era una giornata in cui il laghetto non puzzava di cane bagnato, e le anatre si divertivano a nuotare e a immergersi, rimanendo fuori solo con le palme arancioni, le piume e i loro riflessi verdi sotto il sole. Delia spiava tra le foglie della sua quercia il cielo limpido, ascoltando il canto degli uccelli che avevano il nido su un faggio poco distante. Delle allodole, a giudicare dal suono. Si riempì i polmoni d'aria e si fermò per qualche secondo ad assaporare l'odore dolce della terra bagnata, che le ricordava l'autunno e i pomeriggi passati coi piedi scalzi insieme alla sorella.
Rifletteva sul suo incubo e sui sonniferi che le aveva dato il Guerriero. Non era una rinuncia da fare a cuor leggero, i Guerrieri avevano turni di veglia che avrebbero fatto invida ai cavalli, un buon sonno era raro tanto quanto un pasto caldo. Non li aveva ancora visti coricarsi, ma sapeva che si davano il turno per recuperare di pomeriggio le ore di guardia notturne, e i calmanti erano un buon modo per assicurarsi di sostenere le ore successive di veglia. L'averla sentita muoversi e urlare nel sonno doveva avergli dato molto fastidio se aveva preso quella decisione.
Si sentiva assolutamente ristorata, come se avesse recuperato in poche ore un'intera settimana di notti in bianco, ma per qualche ragione il comportamento così schivo del Guerriero, soprattutto quando non spiaccicava parola nemmeno con i suoi compagni, e il fatto che sembrasse sempre scocciato, escludeva qualsiasi senso di gratitudine. Non riusciva a fare a meno di chiedersi se quello che aveva origliato la prima notte c'entrasse qualcosa, e tornò a domandarsi chi mai potesse essere il quarto che avevano nominato.
– Sapevo di trovarti qui.
Delia si voltò verso Alex che si stava sforzando di scendere il pendio senza fare un capitombolo, e cercò di scacciare dalla mente il viso pallido e fermo del Guerriero. – Dici che sono scontata?
– Dico che sei stupida – riuscì con successo ad affiancarla, sedendosi sull'erba. – Starsene da soli e appartati quando si è minacciati dai Produttori, mi sembra un ottimo modo per chiedere di morire.
Delia in risposta alzò le spalle e lanciò un sasso al laghetto, che affondò lasciandosi dietro cerchi d'onda sul filo dell'acqua. Sperò di celare in questo modo quanto si sentisse inquieta, non l'aveva proprio tenuto in considerazione. – Menomale che ci sei tu a salvarmi.
– Decisamente. Al massimo posso terrorizzarli urlandogli dietro la legge gravitazionale, o la tavola periodica. Conoscendo i Produttori, l'intelligenza potrebbe spaventarli abbastanza da farli cambiare idea.
Alex si sistemò la maglia bianca della divisa, che gli faceva sembrare la pelle persino più abbronzata, e lei studiò a lungo i suoi capelli ricci e i suoi occhi di bronzo. Quando era più piccola, aveva pensato che in un'altra vita lei ed Alex avrebbero potuto stare assieme, magari persino essere sposati, ma quello non era il destino della casta dei Governanti. Inoltre, man mano che erano passati gli anni, lui si era dimostrato sempre più interessato all'Accademia e sempre meno a lei. Pensò fosse meglio così, le emozioni ti confondevano e ti facevano sviare la strada. E lui aveva ben in mente quale fosse la sua.
– Non mi aspettavo proprio di vederti al corso opzionale di filosofia – disse e lei non riuscì a tradurre bene l'espressione del suo volto. – Vuoi dare sfoggio alla tua bravura o stai semplicemente cercando di guadagnare crediti?
Rispose alzando un angolo della bocca. – Dimmelo tu.
Alex sembrava aver perso la voglia di scherzare e lei cominciò a intuire che quello era il vero motivo per cui fosse venuto lì. Si passò una mano tra i ricci color castagna, e seppe che era preoccupato. – La via per la scuola di specializzazione è una corsa spietata. Non hai idea di dove stai cacciando, non puoi prenderla come un gioco.
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Lo Stato Ideale della mente - ORIGINAL STORY
Ciencia FicciónDelia sta studiando per diventare Governante della Polis, città sopravvissuta per più di milletrecento anni, e che sorge sulle rovine dell'antica Siracusa. Sa esattamente qual è il suo dovere: essendo studentessa dell'Accademia deve studiare sodo, r...