La prima scuola era un edificio pieno di curve e vetri. Se visto dall'alto, probabilmente avrebbe avuto la forma di un 8, costruito a più piani per l'utilizzo di possenti impalcature in pietra. I collaboratori scolastici avevano progettato un giardino pieno di alberi di faggio e betulle, dove i bambini si rincorrevano e giocavano a kriptés-sù, "nasconditi-tu", e all'interno erano visibili dalle vetrate i giardini pensili.
Non appena giunsero davanti al cancello discutendo ancora sul da farsi, un sacco di occhi incuriositi si affacciarono oltre la balaustra.
– Ciao belli – disse Iason, rivolgendo un sorrisetto ai bambini. Lo aveva detto con un tono di voce così gentile che Delia a momenti sospettava che non fosse stato lui, a parlare.
Due piccoletti cominciarono a ridere e scapparono via, ma uno di loro si stava tirando in punta di piedi per riuscire a vederli meglio, presto affiancato da un altro gruppo che sussurrava concitato. Delia fece cenno a Iason di entrare, e quando oltrepassarono il cancello non riuscirono a procedere, perché una folla circondò i loro piedi.
– Signore, signore! – chiamò uno tirandogli la maglietta nera – Febe voleva sapere se lei è un Guerriero.
– Non è vero! Tu lo volevi sapere.
Iason si chinò in modo da essere alla sua stessa altezza, e seppur il piccolo piegò le spalle diffidente, non si allontanò. – Certo giovanotto che sono un Guerriero.
– Posso usare la tua spada? – chiese una bambina minuscola, gettando le mani sull'elsa. Delia stava per urlarle di no, ma rimase a guardare Iason che con tutta la delicatezza del mondo, allontanò le sue mani dicendo: – Hey principessa, questa meglio di no, va bene? Ma se fai la brava, più tardi puoi fare un giro in spalla.
– Quella signora è tua moglie? – chiese subito una bambina che aveva dei piccoli occhi neri, facendo arrossire da morire Delia.
– Ma no, stupida – fece un altro ragazzino con i capelli biondissimi – Non lo sai che i Guerrieri non si sposano? Loro danno solo la caccia ai bambini che si comportano male.
– E chi te l'ha detto questo? – chiese Iason ridendo.
Ma il bambino aveva in volto l'espressione di chi non scherzava, e con gli occhi fissi sul Guerriero sussurrò: – La balia – quasi questa bastasse come prova assoluta della sua attendibilità.
– Be', ho saputo che siete tutti dei bambini buonissimi – disse rialzandosi in piedi – Quindi nessuno di voi dovrà preoccuparsi.
Se già non fosse bastata la loro presenza lì, ora tutti i bambini sembravano molto più liberi di fagli domande e chiedergli di giocare con loro, e ben presto ne arrivarono altri, tutti incuriositi dallo strano Guerriero che aveva messo piede nel loro mondo. Non dovevano venirne molti alla prima scuola.
Iason lanciò a Delia un'alzata di sopracciglia che sembrava dirle "Sembra che abbia da fare" per cui lei procedette per il giardino, ridendo un po' con se stessa per l'improvviso cambio di carattere che il Guerriero aveva avuto in mezzo a loro.
Attraversata la porta principale, osservò le balie con i loro abiti azzurri o rosa fare avanti e indietro per i corridoi. Davanti a lei, chiusa da una vetrata circolare, era costruito un giardino pensile con una quercia e pochi cespugli ordinati. Dal momento che molti studenti dell'Accademia si recavano lì ad aiutare - la maggior parte affiancavano i collaboratori statali a capire in quale casta avrebbero dovuto mettere i piccoli - Delia non dava per niente all'occhio, per cui procedette lungo la vetrata curva fino a giungere al banco informazioni.
Una balia grossa e con i capelli spessi e neri stava buttando giù degli appunti a penna su dei fogli stampati, ma sembrava indaffarata, tanto che continuava a cambiare peso da una gamba all'altra, probabilmente ansiosa di finire.
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Lo Stato Ideale della mente - ORIGINAL STORY
Ciencia FicciónDelia sta studiando per diventare Governante della Polis, città sopravvissuta per più di milletrecento anni, e che sorge sulle rovine dell'antica Siracusa. Sa esattamente qual è il suo dovere: essendo studentessa dell'Accademia deve studiare sodo, r...