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Yoongi

Si era seduto a terra, giocando con una foglia che aveva inaspettatamente trovato sull'asfalto. La spezzettava,in parti piccole che poi lasciava cadere a terra.
-ti puoi alzare?- Jimin gli aveva parlato in modo strano per tutto il tempo da quando lo aveva trovato,come se volesse essere autoritario ma non si osasse.
Avevano camminato un po' poi si era fermato e aveva deciso che non avrebbero raggiunto casa così velocemente.
-siediti tu- Jimin sbuffò,ma lo fece.
-se passa una macchina-
-è un quartiere prevalentemente con una media sopra i 50 anni,apparte il tuo amico,nessuno qui va in giro alle-guardò l'ora accendendo il telefono-all'1.43 del mattino-
-è già così tardi? Litigherò con Jin-
-nulla di nuovo-alzò le spalle- e poi basta che tu riesca ad andare a scuola domani,ha detto così-
-allora l'hai sentita proprio tutta la telefonata-
Yoongi sorrise.
-perchè sei venuto?- aveva sempre quel tono.
-perchè c'eri tu-
Jimin fece una smorfia che non riuscì a capire.
-possiamo alzarci?così ti accompagno e vado anche io?-
-ti ho già detto che verrai con me,non ti mando da solo a casa a quest'ora-
Sbuffò.
-basta che ti alzi-
-non vuoi passare il tempo con me?-
-sei ubriaco-
-si,non avrei urlato il tuo nome in mezzo alla strada se non lo fossi-
Jimin si allungò provando a toccare la sua mano,Yoongi non si ritrasse.
-almeno non mi tratti come avessi la peste-la tolse.
-io non- sospirò-scusa-
-non mi starai mai vicino in pubblico vero?-
Non rispose. Era un suo limite,ritirarsi in pubblico come davanti a scuola, era una cosa che gli veniva spontanea. Gli sembrava che tutti lo guardasse pronti a dire qualcosa e quell'idea non faceva altro se non metterlo a disagio. Il viso di Jimin,però,gli spezzava il cuore.
-a me non sta bene- ora c'era meno insicurezza
-Jimin-
Si alzò-io vado a casa,prendo un pullman o un taxi,chiamo Hoseok e gli dico di venire qui-
-no,no perché?-
-per assicurarsi che tu vada a casa,non ti accompagno- aveva tirato fuori il telefono e fatto il numero.-ciao,puoi venire da Yoongi? Io devo andare a casa e non posso occuparmi di accompagnarlo e fargli passare la sbornia,non voglio-
Chiusa la chiamata si allontanò per appoggiarsi ad un lampione.
-non sono un bambino,posso occuparmi di me stesso-
-casa tua è laggiù,abbiamo fatto più strada di quanto pensassi,alzati-lo ignorò.
Il più grande quella volta si alzò davvero e si posizionò davanti a lui.
-senti-
Jimin gli prese il polso e camminò veloce fino al palazzo della famiglia Min,trascinandoselo dietro.
-eccoti arrivato-
-non puoi arrabbiarti solo perchè non riesco a gestire una situazione pubblica-
-io non mi voglio nascondere o fare solo alcune cose quando siamo in giro, mandare all'aria uscite solo lerchè abbiamo incontrato qualcuno che conosco io o conosci tu,quindi facciamo un favore ad entrambi e finiamola ora che siamo ancora in tempo,ora che è presto- una punta di incertezza,ma non abbastanza grande.
Una macchina parcheggio poco lontano.
-ragazzi che succede?- Hoseok era sceso e si era avvicinato,aveva il volto macchiato di viola in due punti,sotto l'occhio sinistro e l'angolo della bocca dello stesso lato.
-Hobi ma che hai fatto?-
-che cazzo?-
Entrambi sembravano essersi dimenticati delle loro questioni.
-niente di grave,davvero,poi vi spiego-
-spiega ora, vieni,andiamo su-
-io vado,scusa Hoseok,domani vengo a trovarti e mi spieghi,ma ho scuola e devo andare-
-tranquillo ma-
-Jimin andiamo-
Scosse la testa.
-basta-e con quel "basta" aveva fatto capire le sue intenzioni al più grande.
Aveva chiuso una cosa che non era nemmeno quasi iniziata.
E anche se era brillo, Yoongi sapeva che si sarebbe ricordato tutto, e che il mattino dopo avrebbe fatto più male.

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