One

895 48 6
                                    


Caos, ecco tutto ciò che al momento mi circonda

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Caos, ecco tutto ciò che al momento mi circonda. Non vedo bene a causa del buio, la musica risuona prepotente nelle mie orecchie e la testa vortica nemmeno fossi in una giostra. M'impongo di divertirmi, di godermi al massimo la serata e con essa i festeggiamenti per il mio diciottesimo compleanno, eppure l'unica cosa che io al momento riesco solo a fare e rimanere a fissare Alec che sorride con un amico gustandosi il suo drink. Sospiro frustrata da questo sentimento fastidioso e lancinante che provo verso quello che dovrebbe essere il mio migliore amico e vado verso l'angolo bar della discoteca per ordinare un altro Vodka lemon, o almeno così credevo di fare:

<<Tu non bevi più>> asserisce duro con l'espressione di una persona che non vuole e non vorrà sentire ragioni

<<Faccio quello che voglio Alec>>

<<Fai quello che ti dico io invece Gini>>

La sua stazza non mi permette di fissarlo dritto negli occhi mantenendo l'espressione truce poiché non appena si avvicina con ampie falcate sono costretta ad inclinare il collo e alzare il viso per guardarlo

<<Tu non dici a me cosa devo fare>> ringhio voltandomi cercando di afferrare il mio drink ammiccando poi verso il barista, ma lui svelto me lo toglie dalle mani facendomi sbuffare come se avessi cinque anni.

Arriva caldo il suo respiro sul mio viso e ancora una volta mi accorgo di come siamo pericolosamente vicini, e nonostante la cosa possa piacermi e non poco decido comunque di premere la mano sul suo petto solido e marmoreo per cercare di mettere distanza, tuttavia la cosa non riesce come speravo perché non si muove di un millimetro al contrario si avvicina quanto più possibile facendomi mancare il respiro.

<<Sei bellissima stasera>> mi dice all'orecchio mandando brividi in tutto il corpo

<<Sei ingiusto Alec>>

<<Sei tu quella ingiusta Ginevra, usi la tua bellezza per stordirmi e questo non mi piace>>

Rimango pietrificata dalle sue parole e inizio a chiedermi se non sia l'alcool a far parlare lui o delirare me, eppure non me li sto immaginando i suoi baci che tracciano la mia mandibola, così come non sto sognando le sue mani che stringono i miei fianchi in una presa possessiva come se volesse marcare il territorio. Tutto svanisce intorno a me, non ricordo nemmeno come ci siamo finiti così, lui che preme il suo corpo contro il mio, la mia mano che accarezza il lembo di pelle lasciato scoperto dalla camicia appena sbottonata, le sue mani che tengono la presa salda sui miei fianchi, i nasi che si sfiorano e le bocche che si cercano

<<Non vorrai farmi credere che io ti piaccia>>

<<Tu non mi piaci soltanto...>>

La frase rimani lì, in sospeso sulle nostre teste mentre la sua mano sale lenta tracciando la linea sottile della mia vita, salendo fin sopra la spalla i miei occhi si chiudono beandosi del suo tocco, le gambe si stringono cercando di trattenere l'eccitazione e sono quasi sicura sia sul punto di baciarmi, tuttavia ciò che accade non rientra nelle mie fantasie, perché quando riapro gli occhi lui mi sorride soddisfatto tenendo il bicchiere fra le mani, così presa da un attacco d'ira improvvisa con un gesto repentino gli mollo uno schiaffo sulla guancia facendolo voltare verso destra.

<<Sei un coglione Alec>> abbaio oltrepassandolo.

Si è preso gioco di me, mi ha fatto credere qualcosa solo per il gusto di prendermi in giro e di sottrarmi il mio drink. Mi sento usata, anche ferita, illusa e molto stupida devo dire, perché mi sono fatta abbindolare dai suoi occhi scuri e le labbra carnose.

<<Ginevra>>

La sua voce arriva ovatta alle mie orecchie, la musica è troppo alta e io sono troppo arrabbiata per potermi fermare e stare a sentire le cazzate che gli escono dalla bocca, così mi faccio strada fra l'ammasso di corpi che si strusciano l'uno con l'altro e cerco una via d'uscita da questo posto che sembra essere diventato troppo piccolo e troppo soffocante. Il mio corpo è ancora pervaso dai brividi che mi ha regalato, nonostante stesse fingendo.

<<Attenta!>>

Mi risveglio dal mio stato ti trance non appena capisco di aver urtato qualcosa, o meglio qualcuno. Delle mani stringono le mie braccia scoperte ed è come se mi stessero marchiando, così come gli occhi talmente scuri e familiari che adesso sono incollati su me.

<<Ti sei persa principessa?>> urla continuando a tenere le sue mani sulle mie braccia

<<Anche mi fossi persa a te non deve fregarne un cazzo>> sbotto strattonandolo per allontanarmi anche da lui.

Quando finalmente trovo la porta d'ingresso l'apro con tutto la rabbia che ho in corpo finendo per venire investita dall'aria fresca di fine settembre, per poi rendermi conto di avere qualcuno alle mie spalle, così mi volto di scatto pronta per colpire chi mi ha seguito ma il mio pugno viene fermato prima di entrare in collisione con lo stomaco dello sconosciuto

<<Chi sei, che cosa vuoi da me>> abbaio cercando di liberarmi dalla sua presa

Tuttavia il ragazzo che ho davanti stringe la mano e mi spinge verso la parete alle mie spalle, e io presa alla sprovvista mi ritrovo ad indietreggiare assecondando i suoi passi. L'altra mano afferra il mio viso facendo pressione sulle guance e mi chiedo davvero cosa voglia o cosa stia cercando, nonostante ciò non riesco a provare paura, è come se nei suoi occhi prevalesse un senso di sicurezza

<<Che cosa ti è successo?>>

<<Lasciami andare subito>>

<<Che ti hanno fatto?>>

Le parole mi muoiono in gola quando scorgo un velo di preoccupazione, allora mi chiedo, sono così devastata? Due occhi e delle mani mi hanno fatto questo effetto?

<<Non mi conosci nemmeno, perché dovrei raccontarti la mia vita?>> abbaio con ancora le sue mani addosso

<<Oh, piccola Ginevra io so chi sei>>

Criminal Love 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora