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"Jordan è qui e cerca Ginevra, mi ha già visto non ci metterà molto a capire che lei è con me"
Sono state queste le parole che mi hanno fatto scattare verso quel locale, il solo pensiero che lui possa le si possa avvicinare mi fa solo immaginare gli scenari peggiori, è troppo arrabbiato, in collera con la madre e Dylan per risparmiare la sua stessa figlia, per questo motivo dopo che lui stesso mi ha rivelato la verità ho chiamato Alec mettendo da parte i nostri problemi per pensare al bene della principessina che adesso mi guarda circospetta mentre attende che io risponda alla tua domanda.
<<Sa che tuo padre mi ha assunto, visto che tu hai avuto la brillante idea di uscire senza dirmi niente>>
Le dico la prima cosa che mi viene in mente, sperando che lei mi creda, perché non saprei come spiegarle tutta la situazione senza che dia di matto, e sembra credermi perché sbuffa infastidita prima di superarmi per chiudersi nel suo bagno, così in silenzio mi dileguo lasciandole i suoi spazi.
Quando scendo in cucina, compongo un veloce messaggio per poi prepararmi una tazza di thè caldo sperando che mi aiuti a calmare i nervi.
<<Fai il thè?>>
Mi giro di scatto incontrando gli occhi scuri della signora Azlan che mi guardano curiosi
<<Ne gradisce una tazza signora?>> le chiedo gentilmente
<<Chiamami Alyce caro>>
Annuisco debolmente prima di voltarle le spalle riempendo il bollitore di acqua.
<<Dimmi un po', cosa ti ha detto mio marito>>
<<Niente di ché, non ci sono spiegazioni da dovermi dare, Ginevra è una tipa tosta è giusto che venga controllata>>
<<Hai avuto dunque modo di conoscerla>> scherza <<Ma non è solo questo>>
<<Immagino di no>>
Lei comunque non mi risponde, rimane chiusa nei suoi pensieri e io mi limito solo a versare il thè nella tazza per poi porgerglielo facendo attenzione a non farlo cadere per terra.
<<Grazie Andrea>>
Le sorrido per poi puntare lo sguardo verso il cellulare "Ti aspetto" non devo nemmeno leggere il mittente che so già chi è, così dopo aver augurato buona notte alla madre di Ginevra mi affretto ad uscire.
<<Ginevra non dovrà mai sapere di tutto questo>>
Annuisco per poi salire in macchina mettendomi alla guida.
<<Perché mi hai chiamato?>> mi chiede
<<Alec, piantala ok? Sai benissimo che ci sei dentro quanto me>>
<<Lo so>> sbuffa in seguito
La mezz'ora successiva passa in totale silenzio, così decido di spezzarlo:
<<Mi ha chiesto perché tu mi avessi chiamato>>
<<Cosa le hai detto>>
<<Niente... le ho risposto che sai che suo padre mi ha assunto>>
<<Bene>>
<<Lo sai benissimo che c'è troppo in ballo per tu portarmi ancora rancore>> abbaio
Sorride sbieco portandomi frenare di botto non appena arriviamo a destinazione. Comunque non ricevo nessuna risposta il ché mi fa capire che continuerà a farlo nonostante tutto. E vorrei poter dirgli la verità ma le mie parole vengono bloccate sul nascere non appena due figure imponenti si fanno spazio venendoci incontro
<<Meson!>> saluto il mio amico
<<Cazzo amico ma quando sei tornato?>>
Mio fratello dal suo canto lo saluta con un cenno del capo, così come saluta anche l'altro. Finiti i convenevoli ci dirigiamo verso casa di Jordan pronti ad eseguire gli ordini, Cristo mi ero ripromesso di mettere un punto a tutto questo e mi trovo ancora nella stessa situazione cercando anche di proteggere una ragazzina di cui ignoravo l'esistenza fino a quattro giorni fa, ad interrompere il flusso dei miei pensieri è la mano di Alec che si posa sulla mia spalla bloccando anche i miei passi:
<<Jordan deve rimanere il più lontano possibile da Ginevra>> mi dice in tono minore rispetto al solito facendo attenzione a non farsi sentire dai due che camminano davanti a noi
<<Lo so>> penso <<Non so per quanto tempo posso tenerli lontani>>
<<Ti aiuterò io>>
<<Ragazzi?>>
Veniamo richiamati dai due fratelli che si fermano davanti al portone d'ingresso del palazzo dove si trova l'appartamento di quello che sta diventando un problema.
<<Oh bene ragazzi eccovi qui, finalmente dopo tempo>>
