Twelve.2

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Ho fatto attenzione a non farmi vedere non appena li ho visti avvicinarsi, mi sono nascosta in bagno, e poi sono andata in camera mia

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Ho fatto attenzione a non farmi vedere non appena li ho visti avvicinarsi, mi sono nascosta in bagno, e poi sono andata in camera mia.

Ho aperto il pc, e ho impiegato quasi mezz'ora per avere qualche informazione in più su quell'uomo che sembra essere diventato il centro dei pensieri di tutti. Milioni di siti parlano di lui, ma uno in particolare attira la mia attenzione, così ne leggo il contenuto e rabbrividisco quando comprendo che lui abbia ucciso un giudice al quanto famoso a sangue freddo, quindi è un killer? Ma che ci fa a piede libero, se tutti i siti ne parlano, persino in televisione è qualcosa di più così nella barra di ricerca digito "Jordan Mafia" e mi basta leggere le prime righe per confermare ogni mio pensiero.

Ma se questo Jordan Sanders è un capomafia, come conosce i miei genitori, come mai i due fratelli ne hanno parlato come se conoscessero ogni sua sfaccettatura, che sia collegata al ritorno di Ethan e Meson?

Mi butto sul letto sbuffando sonoramente, mentre la mia mente viene invasa da milioni di domande, poi come un lampo un'idea, qualcosa di davvero folle mi porta a fare ulteriori ricerche per scoprire dove abita, così dopo altri venti minuti ho la via precisa, devo solo organizzare bene il giorno in cui andrò, perché dovrò togliermi dai piedi mio padre i due fratelli e Chanel.

Mi sento in un fottutissimo film d'azione, terribilmente eccitata dall'idea di poter scoprire qualcosa di davvero grosso, ma i miei pensieri vengono subito bloccati dall'ingresso improvviso dei due, portandomi così a chiudere il pc.

<<Che stavi facendo?>> chiede Alec

<<Niente d'interessante, è pronta la cena?>>

Andrea non parla, annuisce soltanto scrutando per bene ogni singola parte della stanza e poi della mia persona.

<<Qualcosa da chiedere?>>

<<Cos'hai detto a Meson?>>

<<Niente d'interessante>> ripeto per poi passare in mezzo alle loro figure.

Direi che la tensione è alle stelle in questa stanza, siamo seduti a tavola e non vola una mosca, se non qualche complimento per la cena. Sento gli occhi di tutti puntati su di me, ma quando alzo la testa ognuno di loro è immerso nei propri pensieri.

Passano una quindicina di minuti prima che gli adulti si alzino e si rechino in salone lasciandomi sola con questi quattro, e Dio mi sento tremendamente piccola accanto a loro.

Ethan continua a guardarmi, ma io lo ignoro palesemente, anche se potrebbe servirmi per arrivare dove voglio io...

<<Ethan vieni in balcone con me?>>

<<Certo>>

Mi segue, sotto lo sguardo attento dei tre, e giurerei di aver sentito qualcuno ringhiare, ma sono troppo occupata ad attuare il mio piano servendomi del povero ragazzo alle mie spalle.

<<Hai detto che volevi parlare>> esordisco

<<Sei stata abbastanza chiara prima>>

<<Siete spariti, Ethan, e ritornati senza avvisare entrambe le volte>>

<<Mi dispiace uragano...>>

Sorrido a quel nomignolo... e mi porta alla mente i tempi dove entrambi eravamo amici, dove io potevo contare su di lui e lui su me. Ero il suo uragano, lui era la mia calma, mi faceva sempre ragionare, e io istigavo lui a reagire.

<<Cosa... cosa ti dispiace?>>

<<Non esserci stato... ma quella notte Meson è venuto da me>> parla portandomi a voltare la testa verso di lui <<Aveva le mani sporche si sangue, il viso pallido...>>

<<Del mio sangue>> asserisco dura

<<Mi aveva raccontato ciò che era successo>> si blocca <<Volevo ucciderlo, mi ha fermato mio padre>>

Corrugo la fronte andandogli più vicina

<<Perché non mi hai richiamato>>

<<Perché... non lo so perché, so solo che il giorno dopo Meson mi ha detto...>>

<<Cosa?>>

Lui chiude gli occhi, titubante se parlare o meno ma la porta finestra si apre portandoci a voltarci entrambi in quella direzione che rivela la figura statuaria del protagonista del nostro discorso

<<Prima della cena, ho incontrato Chanel...>> parla facendomi spalancare gli occhi <<Era fatta, mi aveva chiesto di riaccompagnarla a casa e prima di scendere dalla macchina mi aveva baciato, facendomi ingerire qualcosa>>

<<Menti>> ringhio <<Chanel non fa uso di stupefacenti>>

<<Durante il giorno, e non quando sta con te>>

<<Eri normale durante la cena Meson>>

<<No, non lo ero>> abbaia <<Persino tu mi avevi detto che ti sembravo strano>>

<<Ciò non vuol dire che Chanel ti abbia dato qualcosa>>

<<Credimi, o non farlo, ma io ti ho detto la verità>>

Rientro dentro casa sorpassando le figure di Alec e Andrea che mi guardano e cercano invano di fermarmi, ma io sto già scendendo le scale di fretta pronta a salire sulla mia moto e raggiungere quella che sembra essere diventata la vera ragione di ciò che mi è successo. 

Criminal Love 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora