E' come se fossi ritornato a tre anni prima, i suoi occhi vuoti che passano da me a lei, fermandosi poi sul segno violaceo che ho lasciato sulla sua pelle candida, mi colpiscono allo stomaco donandomi quella sensazione che avevo cercato di reprimere. E so già che nella sua testa rivive quella scena, che anche lui nonostante tutto stava cercando di cancellare, ma non si cancella il tradimento di un fratello no? Ho dimostrato indifferenza nascondendo a pieno ciò che davvero sento, e anche adesso, che guardo il suo viso prima rabbuiarsi poi prendere il colore della rabbia, e quando lo vedo fare un passo avanti verso di lei mi metto in mezzo facendole scudo col mio corpo
<<Levati>> ringhia
<<E tu calmati Alec>>
<<Ti ho detto levati Andrea>>
Siamo l'uno di fronte all'altro, io vedo lui, lui però, non guarda me. E nonostante la mano di Ginevra si chiude intorno al mio braccio io non muovo un passo
<<Non ti farò commettere lo stesso sbaglio>> gli dico facendo un passo in avanti verso di lui.
E non avevo nemmeno notato quanto fosse cresciuto in questi tre anni, quanto fosse diventato alto e muscoloso arrivando ad allinearsi perfettamente alla mia figura, tuttavia lei interrompe i miei pensieri mettendosi in mezzo fra i nostri corpi statuari
<<Va' fuori, ci penso io>>
<<No che non vado fuori>> ruggisco
<<Mi hai detto di abituarmi Andrea, adesso devi farlo pure tu, abituati a sottostare al MIO volere!>>
Mando giù la sua risposta con fatica allontanandomi così dal calore del suo corpo e uscendo dalla stanza, comunque non mi allontano troppo perché non voglio che succeda di nuovo, così avvicino l'orecchio alla porta cercando di sentire ciò che si dicono:
"<<Mi spieghi cosa stavate facendo chiusi in camera?>>
<<Perché ho come la sensazione che ti sei già dato una risposta senza che io te ne abbia data una?>>
<<Conosco mio fratello...>>"
Vorrei scoppiare a ridere per poi entrare e ricordargli che lui non mi conosce affatto, che se solo mi avesse conosciuto davvero certe cose non le avrebbe davvero pensate, ma mi limito a stare in silenzio imprecando mentalmente quando il mio telefono vibra nella tasca dei jeans mostrando poi il nome "mamma"
<<Mamma?>>
<<Andrea, ti ho mandato dei messaggi dove sei?>>
<<Ti spiegherò stasera>>
<<Hai visto Alec?>>
<<Si>>
<<Avete parlato?>>
<<Di cosa avremmo dovuto parlare?>>
<<Andrea...>>
<<Non mi ha nemmeno cercato quando ha saputo che ero andato via>>
<<Era arrabbiato, lui... lui non sa la verità>>
<<Ciò significa che in realtà allora non ha mai capito chi aveva davanti, quindi è meglio che lui continui a non sapere niente>>
<<Cosa non devo sapere?>>
Mi volto di scatto chiudendo la chiamata con mia madre, mentre guardo la figura di Alec avvicinarsi alla mia.
<<Niente che ti riguardi>>
Non risponde, rimaniamo a fissarci per minuti che sembrano interminabili, così decido di mettere fine a quel contatto e scendere le scale sempre seguito da lui che a quanto pare non vuole mollarmi
<<Cosa non devo sapere?>>
<<Alec, torna a casa>>
La sua mano si posa sulla mia spalla facendomi voltare di scatto verso di lui, e per la prima volta da quando sono tornato è come se tornassi a guardare gli occhi di mio fratello.
<<And->>
<<Ginevra sta bene?>>
<<Pensi che le avrei fatto del male?>>
<<Visto come hai reagito l'ultima volta...>>
<<E' ben diverso lo sai>>
<<Sei tu a non sapere le cose>>
<<Vorrei allora che mi spiegassi>>
<<Perché dovrei farlo ora dopo tre anni?>>
Assottiglia lo sguardo su di me, aprendo e chiudendo la bocca più volte per poi voltarmi le spalle per prendere le sue cose e andare verso la porta d'ingresso
<<Auguri per il nuovo lavoro>> dice monocorde <<Comunque non ti permetterò di fare lo stesso errore>> continua per poi chiudersi la porta alle spalle
STAI LEGGENDO
Criminal Love 2
Любовные романыLei a Parigi intenta a dare un futuro migliore a quel bambino nel suo grembo. Lui a Istanbul, col cuore spezzato e l'anima arrabbiata.