Seventeen.2

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Eravamo soli a casa, finché la porta non si è aperta mostrando la figura di mamma e di papà

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Eravamo soli a casa, finché la porta non si è aperta mostrando la figura di mamma e di papà.

Nicholas, che fino a quel momento era rimasto in silenzio seduto sul divano che adornava il salone, si alza e va verso la mamma, che però rimane ferma sul posto con lo sguardo torvo rivolto verso quest'ultimo. Sono rimasti una decina di minuti così, a guardarsi o forse dovrei dire a studiarsi, forse per scorgere un cambiamento o magari chiedendosi da quale punto iniziare una conversazione che sapevano bene fare male. Papà è stato l'unico a venire da me, ad abbracciarmi, e mai come adesso ne sentivo il calore e mi rendo conto di sentirne anche il bisogno. Sono stati via solo pochi giorni eppure mi sembra passata una vita, mi sono sentita strappata da quel calore che adesso mi avvolge completamente <<Tutto bene tesoro?>> mi chiede poi, senza però, slegare l'abbraccio.

Annuisco debolmente anche se vorrei dirgli che non va bene, che uno sconosciuto ha affermato di essere il mio vero padre e che i due ragazzi che mi sono accorta di amare in realtà non so chi siano davvero. Ma lo tengo per me, perché so per certa che lui, in parte, sappia già quello che è successo.

<<Cosa ci fai tu qui?>>

La voce della mamma esce carica d'ira, una cosa che mi ha sorpreso, perché io, pensandoci bene, non l'ho mai vista così. Nicholas comunque non si scompone e rimane dov'è.

<<Sono venuto a cercarti Alyce>> gli risponde

<<Potevi rimanere dov'eri Nicholas, loro, io non abbiamo bisogno della tua presenza>>

<<Loro non sanno nemmeno chi io sia Alyce, e sono sicuro che non conoscono nemmeno le tue origini dico bene?>>

L'astio nella voce di Nicholas era palpabile, ma mai quanto quello che straripa da ogni parte del corpo di mamma.

<<Dovevo farli crescere sotto l'ombra malsana e malvagia di mamma e papà? Oppure sotto la tua, non sei diverso da loro>>

Mi chiedo allora che cosa sia davvero successo a Istanbul, diciotto o forse diciannove anni fa. Conosco bene la mamma, e so bene quanto lei è legata al concetto di "famiglia" quindi immagino che per allontanarsi e per crescere me e Mark lontano da loro ci sia una motivazione ben più grave, che vada oltre al semplice tradimento a mio padre, oltre al fattore che io sia figlia di un altro uomo.

<<Io non so di cosa tu stia parlando, credimi, te ne sei andata così senza dare spiegazioni dopo che hanno incarcerato la mamma>>

<<Ti ho sentito quella volta, hai fatto cancellare le registrazioni delle telecamere dello studio di papà>>

Nicholas sembra essere caduto dalle nuvole quando mamma gli rivolge le ultime parole, lo noto dal suo sguardo sorpreso e dalla bocca che cerca di emettere una qualche sillaba che esca nel modo giusto, ma non ci riesce.

<<Io ti ho sentito Nicholas, e mi hai deluso>> ripete quindi la mamma per poi superarlo <<Adesso voglio che tu vada via, lontano da me e lontano dalla mia famiglia>>

<<Non è come pensi tu>>

<<Ah no?>>

Papà, che fino a quel momento era rimasto in disparte insieme a me e Mark, si fa avanti e si avvia verso il fratello di mamma <<E come sarebbe Nicholas, illuminaci>> dice poi

<<Ai tempi avevo dei dubbi sull'andazzo delle finanze di papà>> inizia Nicholas catturando su di sé tutta l'attenzione <<C'erano troppe entrate non giustificate, quindi avevo iniziato ad indagare, ma tu non c'eri Aly, eri impegnata con Jordan>>

E quando sento il nome di quell'uomo sembra che il mio cuore perda un battito.

<<Quando poi Jordan è venuto a casa, ha parlato con papà, dalle telecamere si capisce bene che i due avevano dei trascorsi, e che papà non era chi diceva di essere>>

<<Perché hai cancellato le registrazioni>> chiede di nuovo la mamma

<<Perché se papà fosse morto io non avrei sporto denuncia verso Jordan>>

Lo dice d'un fiato, lasciando tutti sorpresi.

<<Come, perché?>> chiede nuovamente mamma

<<Perché era la cosa giusta da fare Alyce, perché papà si meritava la fine che ha fatto>> l'ultima frase esce in un sussurro, quasi come avesse paura che quell'uomo potesse spuntare da un momento all'altro e farlo fuori senza rimorso <<Perché io non ne avrei avuto il coraggio Aly>>

Calde lacrime rigano il volto di mamma, mentre lentamente si avvicina a Nicholas e poi lo stringe in un abbraccio <<Scusami>> gli dice <<Scusami>> ripete.

Nicholas la stringe a sé, e sorrido quando scorso nei suoi occhi la velatura delle lacrime che vuole trattenere. <<Quindi ho uno zio>> dico con tono canzonatorio <<Spero tu non sia sposato o troppo vecchio per uscire con me stasera>>

<<Non sono sposato, e non sono troppo vecchio per recuperare il tempo insieme a mia nipote>>

Un sorriso si allarga sul viso dei miei genitori, e nonostante ancora non abbiamo affrontato l'argomento "Jordan" mi va bene così, perché lo sento sotto pelle che qualcosa, qualsiasi cosa, affrontando quel discorso cambi. E per adesso, voglio godermi una serata di spensieratezza insieme al mio nuovo parente.

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