Vi avviso... questo è un po' più forte degli altri ;)
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Ho ceduto, non ho resistito alla tentazione, alla sua irruenza, al suo rispondermi e tenermi testa, e poi... il modo in cui si è presa gioco di me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Mi aveva lasciato impalato come uno stupido dentro la sua stessa stanza e un'erezione prorompente nei pantaloni, poi quando l'ho vista vicina a quello stupido la mia voglia di prenderla e portarla via solo per farle capire chi è che le può stare vicino è divampata come se fosse un fuoco incontrollabile.
Adesso mentre lei geme dentro la mia bocca, adesso mentre le mie mani vagano sul suo corpo sento di essere apposto con il mondo intero, Cristo! Da quando l'ho conosciuta non sono più riuscito a toccare un'altra ragazza, ogni volta che ci ho provato vedevo i suoi occhi, pensavo a lei mentre l'altra faceva su di me tutto ciò che voleva senza procurarmi il minimo piacere.
<<Nessuno...>> ansimo <<Nessuno ti può toccare>>
Quante sono state le volte che avrei voluto picchiare il mio stesso fratello, perché premeva le labbra sulle sue, perché le toccava i capelli o anche solo le cingeva la vita come se lei fosse sua.
Ringrazio qualsiasi sia il mio angelo custode che ha fatto in modo, che i signori Azlan partissero per Istanbul insieme al figlio lasciandomi così libero di potermi prendere ogni singola parte di lei come voglio.
<<Andrea>> ansima, e perdo la cognizione di ogni cosa.
<<Perché sei uscita con Ethan>> le chiedo interrompendo così il bacio focoso che fino a qualche secondo prima ci siamo scambiati, e lo leggo nei suoi fottuti occhi che risponderà solo per il gusto di farmi arrabbiare
<<Sono.Cazzi.Miei>> scandisce tentando di superarmi.
Una risata roca fuoriesce dalla mia bocca, mentre il mio braccio l'afferra prima che possa sfuggirmi e la porto a faccia al muro, facendo aderire la sua schiena col mio petto.
La mia mano si chiude intorno al suo collo facendo una leggera pressione per farle girare il viso verso di me
<<Spero tu abbia altri Jeans come questo Ginevra>> le sussurro all'orecchio
<<Cosa?>>
Mi gusto il suo sguardo confuso quando con uno strattone le strappo il jeans lasciandola con il solo intimo di pizzo facendola sussultare, la rigiro nuovamente per poi prenderla e farla sedere sul piano della penisola, la guardo inclinando leggermente la testa verso destra mentre le allargo le gambe insidiandomi fra di esse.
Lei non parla, ma mi guarda con quei suoi occhi pericolosi e terribilmente attraenti.
<<Sai Ginevra>> ruggisco facendo scivolare le mani lungo le sue cosce <<Se c'è una cosa, una sola cosa che mi fa incazzare>> continuo afferrando poi il bordo della brasiliana di pizzo <<E che tu ignori volutamente>> parlo ancora per poi strapparle senza alcuna delicatezza <<E' che tu pensi davvero di poter fare quello che vuoi>> finisco prima di far penetrare due dita trovandola completamente fradicia per me.
<<I-io>> balbetta portando poi la testa all'indietro socchiudendo gli occhi
<<Tu?>> un colpo, secco.
<<Faccio quello che voglio>> dice d'un fiato portandomi a fermare il movimento delle mie dita dentro di lei
Sorrido maliardo prima di uscirle e portarle alla bocca assaporando il suo essere tremendamente buono, e so già che questa, sarà la mia droga.
<<Quello che vuoi...>> ripeto prima di chiudere le mani sotto le sue ginocchia e prendere a torturare il suo collo, scendendo avidamente fino al monte di venere.
Non c'è delicatezza, non c'è un permesso, perché io mi prendo tutto ciò che voglio, come e quando voglio. E tutto ciò che è suo diventa mio, lei diventa mia.
<<Andrea>> geme non appena inizio una lenta e tortuosa danza dettata dai movimenti della mia lingua dentro di lei <<A-and->>
Mi stacco violentemente facendola scendere dal piano con uno scatto piegandola poi su di essa e di conseguenza piegandomi su di lei che gira il viso per provare a guardarmi. La mano stretta nel retro del collo per tenerla ferma
<<Te lo ripeterò una volta sola Ginevra>> tuono al suo orecchio <<E farò in modo che tu te lo ricorda>> continuo passando la mano sul fondoschiena tonico portandola poi nuovamente nella sua entrata stuzzicandola ancora in tacito silenzio.
E lei si dimena, vuole liberarsi, e so che non lo fa per scappare, so quanto questo la ecciti, lo sento con le mie stesse dita, vuole di più, e anche io lo voglio ma sono troppo arrabbiato per regalarle il piacere che desideriamo ardentemente entrambi, così non appena capisco che è all'apice esco nuovamente le due dita per poi dirle:
<<Tu sei mia Ginevra, solo mia>>
Ansima, forte. Si gira ignara del fatto che io mi stia allontanando poco a poco, e non appena si volta e capisce l'intenzione che ho nel lasciarla volutamente insoddisfatta parte in quinta alzando la mano destra pronta a darmi uno schiaffo che blocco prontamente
<<Prima di lasciarmi, dentro la tua stanza dopo avermi provocato, ricordati di questo momento amore mio>>
<<Vaffanculo Andrea>> ringhia per poi andarsene come una furia
E solo dopo essere rimasto sopra mi porto le stesse dita che fino a qualche secondo fa in bocca prendendomi nuovamente il suo sapore imprimendolo bene in testa e nell'anima.