Arriverà il momento della mia vendetta, per tutto ciò che lui ha fatto alla mia famiglia, e a mandarlo giù sarà lei, sarà la sua amata figlia.
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Non so quanto tempo impiego prima di ritornare nel pianeta terra.
Dylan è sempre stato mio padre, lui c'era, c'è sempre stato perché loro dicono che sia quest'uomo il mio vero padre?
Calde lacrime rigano il mio viso quando inizio, o quantomeno, tento di mettere insieme i pezzi, che sia questo il motivo dell'assunzione di Andrea come guardia del corpo? Il motivo della loro paura, del loro cambio d'umore? Vorrei che la mamma fosse qui, ma non c'è lei è a Istambul insieme a papà.
<<Ginevra?!>>
Lo dicono all'unisono, il mio nome. E io li guardo, guardo quell'uomo dietro di loro, guardo l'aria circostante in cerca di una scappatoia, non so nemmeno perché mi sono alzata, dovevo rimanere nascosta, dovevo ascoltare di più e invece è stato l'istinto a guidarmi e adesso loro tre mi guardano, come se fossi un alieno.
<<Forse è tempo che voi mi diate delle spiegazioni>>
La voce non ha tono, non ha colori, non ha sentimenti. Non c'è nulla nella mia voce che fa pensare ad un crollo emotivo, quello che ho capito loro temono di più, eppure mi sento come svuotata, come se tutto questo non mi stesse realmente toccando, come se non mi stesse realmente accadendo.
<<Lascia che sia io a dirti ciò che vuoi sapere>>
<<Bene ti ascolto>>
Jordan m'invita a sedermi, ma io, dal mio canto incrocio le braccia al petto e resto ferma dove sono, così lui, colto da una pazienza che non sembra appartenergli.
<<Ho conosciuto tua madre per puro caso...>>
E così che lui inizia il suo racconto lasciandomi sgomenta, assimilo ogni parola, ogni frase che esce quasi meccanica dalla sua bocca. Lo guardo, e vedo un uomo solo, un uomo che ha perso tutto pur avendo tutto.
<<Non voglio che tu provi del risentimento verso tua madre>>
<<Non lo provo Jordan>> ammetto dopo che lui quasi sicuro di conoscermi mi consiglia, e dalla sua faccia deduco che la mia risposta è stata inaspettata, perché nonostante lei adesso sia lontana e non può darmi la sua versione io non riesco a condannare la sua scelta, era giovane, aveva perso suo padre sua madre e suo fratello, le era crollato addosso troppo o forse tutto in troppo poco tempo, posso capire il perché della sua scelta.
<<Dimmi qualcosa>>
<<Non so cosa dirtiJordan, ammesso che tu sia mio padre e mio padre tuo fratello tu comunquerimani un estraneo>> le parole escono dure dalla mia bocca e lopercepisco dai suoi occhi che lui ci sia rimasto male, ma doveva aspettarselono?
JORDAN POV'S
Non ho saputo trattenermi dal raccontarle tutto, quando l'ho vista spuntare da dietro il bancone ero quasi certo che lei avesse sentito, cosa non lo so, ma dai suoi occhi avevo capito più di quanto in realtà lei voleva dimostrare.
Le ho raccontato la verità, tutto ciò che diciotto anni fa è successo, e non mi aspettavo una reazione diversa, tuttavia la sua risposta mi ha lasciato l'amaro in bocca, non speravo e non pensavo che lei corresse fra le mie braccia per lei sono un estraneo, e per quanto mi duole ammetterlo Dylan, mio fratello, ha fatto un lavoro magnifico, adempiendo ad un compito che mi è stato sottratto, e visto come sono andate le cose in questi anni capisco anche che, mio malgrado, non avrei potuto darle la vita che lei vive adesso.
Il pensiero che una parte di me stesse vivendo è stata l'ancora a cui spesso, più di quanto voglia ammettere, mi sono aggrappato.
<<Loro cosa c'entrano con te?>> mi chiede indicando i due ragazzi che, per loro sfortuna hanno avuto un padre coglione e poco incline a mantenere la parola mettendoli così nella mia strada.
<<Loro sono cresciuti con me>>
<<Sapevate chi ero, eppure non vi ha fermato dal prendevi qualcosa di mio>>
E' veleno ciò che le esce dalla bocca, e come un serpente, quello più velenoso, li morde non lasciandogli così via di scampo
<<Sei arrabbiata->>
<<Oh credimi, la rabbia è l'ultimo dei sentimenti che pervade il mio corpo>>
<<Ginevra->>
<<Mi aspettavo pugnalate da chiunque, e le ho ricevute superate e dimenticate, ma questa...>>
Vorrei intromettermi in quel dialogo, eppure sento di non averne il diritto, perché lei con me condivide il sangue, ma non so nulla della sua vita e solo adesso mi sto rendendo conto che io stesso la sto rovinando.
Egoista, ecco cosa sono stato, nel momento in cui ho appreso che lei era qui la rabbia ha prevalso su tutto, pensando solo ad allontanarla da sua madre e da mio fratello, pensando che lei potesse anche solo odiarli per ciò che le avevano fatto, perché mi sono convinto che le avevano fatto del male costringendola a crescere senza di me, ma solo adesso mi rendo conto che sono io a farle del male, che sono io ad essere la causa della fine della sua vita perfetta. Che coglione! Ho fatto vincere ancora una volta la rabbia e tutto mi si sta ritorcendo contro, ma dovevo aspettarmelo.
<<Io ti amo Ginevra>> le dice Alec con voce tremante, causando un cipiglio di rabbia nel fratello e un velo di rabbia nella ragazza
<<Cosa ne sai dell'amore?>>
Non c'è risposta, cala un silenzio che sembra voler urlare i sentimenti contrastanti che nascono dentro al suo cuore, dentro la sua testa. Ed è solo quando esce dal locale che i ragazzi si guardano sconfitti e poi guardano me, e non mi piace come mi guardano, anche se ne hanno tutti i motivi.
<<Sistemeremo tutto>> prometto
<<No Jordan, tu non la conosci>> mi contrasta Andrea scuro in volto
<<E' arrabbiata, farà un sacco di cazzate, ha deciso di farcela pagare e non ci salveremo dalla tempesta che lei è>>