Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Non vedo niente, non vedo la strada, i semafori tutto ciò che vedo sono le immagini di quella notte, e prego qualcuno lassù che mi abbiano mentito perché non so davvero come potrei reagire se lei mi confermasse la versione data dai due fratelli.
Salgo, imperterrita, non suono nemmeno prendo direttamente la chiave nascosta dentro al vaso ed entro dentro casa sua.
Un conato di vomito mi assale non appena la puzza dell'erba invade le mie narici e l'aria circostante, mi muovo in silenzio dentro l'appartamento, mi guardo intorno e i miei occhi cadono sulle strisce bianche, banconote e carte di credito che giacciono sul tavolino in vetro del salotto, allora mi chiedo dove siano i suoi genitori.
Seguo la musica che proviene dalla una delle stanze e quando con un calcio spalanco la porta lei grida per lo spavento
<<Disturbo?>> chiedo inarcando un sopracciglio
<<G-Ginevra...>>
<<Sei una merda Chanel>> sputo prima di fare retromarcia e incamminarmi verso la porta, ma lei mi afferra il polso così mi giro di scatto stampandole uno schiaffo in pieno viso
<<Ho pregato che tu non l'avessi fatto...>> dico avvicinandomi a lei che di rimando indietreggia <<...Che tu non avessi fatto assumere droga a Meson, la stessa sera della nostra uscita>>
Ed è quando lei si trova con le spalle al muro, letteralmente, che libera le lacrime e poi parla:
<<S-scusa Ginevra, t-ti prego>>
<<Non ti reggi nemmeno in piedi, mi fai schifo Chanel, sparisci dalla mia vita>>
<<N-no>> singhiozza
Con passo felino le arrivo ad un millimetro dal viso guardandola nel modo peggiore che esista
<<Se ti vedo ti tolgo la vita Chanel>>
<<M-mi minacci adesso?>> soffia corrugando la fronte
<<Chi ha detto che sia una minaccia? La mia è una promessa>> asserisco dura prima di voltarle le spalle
<<Sei come tuo padre>>
Lo urla, non appena io sono fuori da casa sua, lo urla perché sa che io non posso più entrare.
**
Non mi sorprendo nel trovare Alec e Andrea seduti nel divano quando arrivo a casa, sembrano essere andati via tutti, così non li degno di uno sguardo in più e mi avvio verso la mia camera
<<Fermati>> ordina il più grande
<<Abbassa i toni cagnolino>>
<<Ti ha detto di fermarti Ginevra>>
Inarco le sopracciglia non appena vedo Alec che lo appoggia completamente alzandosi anche lui spalleggiando così il fratello
<<Fate comunella adesso?>> chiedo sorniona muovendo l'indice in entrambe le direzioni
<<Che ti ha detto Ethan>> Andrea
<<Da quando andate d'accordo?>> continuo a beffarmi appoggiandomi poi al muro
<<Che ti ha detto Ethan>> Alec
<<Saranno anche cazzi miei ciò che mi ha detto Ethan, il problema l'avevo con Meson non con lui>>
<<Avevi?>> chiede ancora Andrea incrociando di seguito le braccia
<<Come conoscete Jordan Sanders>>
E come speravo li zittisco con una semplice domanda, raggirando la loro.
Si guardano, e lo fanno in maniera complice e la cosa mi da fastidio, so già che non mi risponderanno, così decido di giocare sporco e salgo le scale entrando poi in camera mia.
Loro come immaginavo mi seguono e solo dopo che chiudo la porta a chiave decido di avvicinarmi ad Alec, che mi guarda confuso
<<Me lo dici tu?>> chiedo usando un timbro di voce più basso puntandogli il dito indice contro il petto scendendo poi lentamente arrivando al bordo dei suoi pantaloni, ma non parla, si limita solo a deglutire rumorosamente.
Allora mi giro verso il fratello che sta appoggiato alla scrivania guardando la scena come se fosse uno spettatore, così mi avvicino lentamente puntando i miei occhi nei suoi
<<O lo fai tu?>>
Lui però al contrario del fratello assottiglia gli occhi passandoli prima su tutto il mio corpo poi puntandoli dietro le mie spalle, e non ho il tempo di realizzare che i loro corpi si premono contro il mio mandando in tilt ogni cellula, ogni forza
<<Davvero pensi che provocarci sia la scelta migliore per farci parlare?>> dice Andrea spostandomi puoi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e sembra che le parole si siano incastrate in gola
<<Stai attenta bambina... tu non sai con chi hai a che fare>> Alec lo sussurra al mio orecchio
E io mi maledico per l'idea che mi è venuta in mente, ero troppo presa dall'adrenalina della serata per ragionare lucidamente, ho solo pensato a come ottenere più informazioni molto più velocemente e invece mi sono ritrovata incastrata.
Le mani di Alec afferrano i miei fianchi mentre quelle di Andrea il collo portandomi ad inarcarlo dando ad entrambi lo spazio necessario per poi poggiarci le labbra e iniziarlo a torturare di languidi baci.
Chiudo gli occhi estasiata dal momento, le loro mani vagano sul mio corpo per poi staccarsi violentemente lasciandomi interdetta.
<<Non ci provocare...>> dice Alec
<<...Lo vedi come ti finisce>>
Detto questo escono dalla stanza lasciandomi impalata come se fossi appena stata fulminata, hanno sfruttato il momento per non rispondere alla mia domanda, ma io non mi fermerò al primo ostacolo, scoprirò la verità, anche se vorrà dire fare carte false.