Eleven.2

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Ho pensato vari modi per ucciderlo, per torturarlo eppure nessuno di questi soddisfa la mia rabbia, ho pensato di andarlo a trovare eppure mi ritrovo a fare una strada che conosco a memoria, la strada che porta da lei

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Ho pensato vari modi per ucciderlo, per torturarlo eppure nessuno di questi soddisfa la mia rabbia, ho pensato di andarlo a trovare eppure mi ritrovo a fare una strada che conosco a memoria, la strada che porta da lei.

Tuttavia mentre sono intento a svoltare il messaggio di mio fratello lampeggia nello schermo portandomi ad abbassare gli occhi "C'è un problema, vieni da Ginevra".

Curioso come il destino ci vuole sempre nello stesso posto entrambi, e quasi mi viene da ridere se penso a come la storia si possa ripetere. Ma non farò gli stessi sbagli, lei vale troppo per essere considerata un trofeo da tenere in vetrina. Mi comporterò diversamente, sono due i minuti che impiego prima di bussare alla sua porta, e quando questa si apre rivelandomi subito la presenza di Andrea inarco le sopracciglia

<<Perché mi hai aperto tu?>>

<<Perché ti devo chiedere di mantenere la calma appena entri>>

<<Perché>>

<<Puoi farlo? Se non per me, per lei>>

Lo sorpasso e quando mi trovo davanti gli occhi scuri di Meson chiusi in due fessure che mi fissa la voglia di strangolarlo mi fa prudere le mani.

Sto per fare un passo avanti ma le braccia di Ginevra che mi cingono il collo, le mie braccia fanno lo stesso stringendola a me il più possibile sussurrandole sono qua tra i capelli.

Ed è come se ricominciassi a respirare, non so dopo quanto, io adesso respiro un'aria nuova, colma d'amore, perché sì, io l'amo.

<<Andiamo di sopra>> mi dice afferrando la mia mano scambiandosi, poi, uno sguardo con Andrea.

Ed è quando si chiude la porta alle spalle che le afferro il viso posandole delicati baci su tutto il viso

<<E'... è giusto che io ti spieghi>>

<<Ssh..>> le intimo continuandola a baciare <<Non c'è niente da spiegare, mi racconterai quando sei pronta e perché vorrai non perché devi>>

Sento le labbra tremare a contatto con le mie, così m'impegno ad imprimerle un sapore nuovo, qualcosa che ogni volta che chiuderà gli occhi sentirà forte come se mi avesse sempre qui, con lei.

<<Ti amo>>

Sussurrato così che solo lei possa sentirlo, e lo vedo da come i suoi occhi si aprono lucidi che è come se lo avessi urlato.

<<Alec>> mi abbraccia.

E mi sta bene così, il suo abbraccio, una cosa solo mia. Lo sento il suo cuore, come batte, e mi sta bene così, anche se lei non me lo ha detto, mi sta bene così, anche se sento che infondo non ricambiato totalmente continua a starmi bene, perché non importa se lei mi ami tre, o se mi ami cento, l'importante è che lo faccia, che continui a riempirmi la vita della sua presenza.

Il bussare alla porta ci porta a staccarci ma non del tutto, perché è come se lei ne fosse spaventata da quelle nocche che vi battono contro, così si nasconde dietro la mia schiena afferrando la mia maglietta, solo dopo che mio fratello fa il suo ingresso allenta la presa mettendosi al mio fianco

<<Perché sono qua>> chiede diretto passando in rassegna la mia figura e quella minuta di Ginevra

<<Sono i figli del socio di papà...>> spiega flebilmente

<<L'altro>> dico <<Ti ha fatto anche lui qualcosa?>>

<<No...>>

Annuisco per poi guardare Andrea che assume un'aria pensierosa, ma so già che non è davanti a lei che dobbiamo parlare, così intimo a Ginevra di aspettarmi in camera per poi uscire insieme a lui.

<<Adesso capiamo come la conosce>> parla subito mio fratello

<<Se Jordan sa quello che le ha fatto lo ammazza>>

E quasi spero che lui come me voglia dirglielo

<<No Alec, se Jordan lo sa prima ammazzerà Dylan, dirà la verità a Ginevra e le rovinerà la vita, solo dopo, lo ucciderà!>>

<<Cosa facciamo?>>

<<Ho un piano...>>

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