Continuo a fissare la porta chiusa e infondo spero che questa si riapra mostrando la figura di Alec pronto a sentire le mie parole, ma so che non accadrà quindi decido di voltare le spalle e dirigermi in cucina, però, una sagoma in cima alle scale mi fa sussultare leggermente
<<Quanto hai ascoltato?>>
<<Tanto quanto basta a non farmi capire perché vi odiate in questo modo>> risponde alla mia domanda scendendo poi lentamente.
Rimango a fissarla, e mi perdo nei tratti da bambina che dona il suo viso tondo, i capelli sono quasi neri e lunghi fino alle natiche, o forse più lunghi in ogni caso sono stupendi, cadono in onde morbide e mi viene quasi voglia di sfiorarli o anche solo annusarli per sentirne l'odore. Nonostante sia minuta per me, sembra avere il fisico abbastanza allenato ciò mi fa dedurre che lei pratichi dello sport e vorrei proprio sapere quale, nonostante ciò quando arriva a pochi passi dal mio corpo ciò che mi fa rimanere di stucco sono i suoi occhi così scuri e penetranti, e sembrano davvero pericolosi, hanno quasi l'aria di leggermi dentro.
<<So che non ho il diritto di chiedere spiegazioni>> parla <<Però vorrei solo sapere cos'è successo tra di voi>>
<<Hai perfettamente ragione...>> le rispondo avvicinandomi lentamente <<Non ne hai il diritto>> ringhio infine.
Non sarò io a smontarle l'idea del ragazzo perfetto che ha in testa, non sarò io a raccontarle la storia, se davvero la vuole sapere che se la faccia dire dal suo fidanzato.
<<Mi dispiace soltanto>>
<<No che non ti dispiace, la tua è semplice curiosità>>
<<Vivrai qua, devo pur conoscerti>>
<<Senza farti i fatti miei però Ginevra, rimani al tuo posto>> abbaio
Lei dal suo canto, si scurisce in volto prima di assumere un'espressione gelida
<<Bene così>> annuncia prima di sorpassarmi per andare di sopra.
Butto fuori un sospiro frustrato, nemmeno un giorno che sono dentro questa casa e l'aria mi soffoca già. Comunque i miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio cellulare che preannuncia un messaggio
Incontriamoci, solito posto.
Quando leggo il mittente non mi sorprendo di trovarci scritto "Sconosciuto" piuttosto capisco subito di chi si tratta, e se lui sa che sono a Parigi ciò non porterà niente di buono, tuttavia esco da quella casa e mi dirigo alla mia moto, che ci impiega esattamente quindici minuti per raggiungere il luogo dell'incontro
<<Andrea>>
<<Come hai fatto a sapere che ero a Parigi?>>
<<Ho le mie fonti>>
<<Le tue fonti certo, alto bruno con gli occhi scuri e ben piazzato, Alec è la tua fonte?>> sogghigno
<<Andiamo Andrea, è così che tratti il tuo padrino?>>
<<Che cosa vuoi esattamente Jordan, sai che ho smesso con quella merda>>
<<Non c'entra la droga, c'entra una ragazza>>
<<Ma dai, ti sei innamorato?>> lo schernisco
<<So che l'avvocato Azlan ti ha chiesto di lavorare per lui>>
Corrugo la fronte scrutandolo bene in volto, non capendo il punto e il perché c'entri Dylan, ma la testa è più veloce delle parole e i miei pensieri vanno subito a Ginevra
<<Cosa vuoi da lei?>>
<<Voglio vederla>>
<<Cosa vuoi da lei Jordan?>>
<<E mia figlia>>
Ed il mondo sembra crollarmi addosso nel sentire le sue parole, eppure, ora che ci penso mi rendo conto di quanto lei in realtà somigli a Jordan, ciò che mi chiedo è se sappia.
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Criminal Love 2
RomanceLei a Parigi intenta a dare un futuro migliore a quel bambino nel suo grembo. Lui a Istanbul, col cuore spezzato e l'anima arrabbiata.