Fourteen.2

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Non è bastata la doccia quasi congelata che ho fatto, no, sento ancora il suo corpo tra le mani, ho ancora il suo sapore in bocca e non riesco a calmare l'eccitazione che ancora scorre dentro le mie vene

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Non è bastata la doccia quasi congelata che ho fatto, no, sento ancora il suo corpo tra le mani, ho ancora il suo sapore in bocca e non riesco a calmare l'eccitazione che ancora scorre dentro le mie vene.

Ho deciso di sfogarmi allenando il mio corpo, mettendolo sotto pressione andando anche oltre, e ci stavo quasi riuscendo poi lei ha fatto la sua entrata fasciata da uno di quei completi striminziti adatti per allenarsi e tutto è andato a farsi fottere, cervello compreso.

Non mi ha degnato di uno sguardo il che mi ha portato a sogghignare più volte sapendo che la causa del suo malumore sia io e l'insoddisfazione che le ho volutamente regalato. E mi sono anche meravigliato di me stesso, non pensavo potessi mantenere un tale autocontrollo, e c'ero, c'ero quasi, ma avevo bisogno di vendicarmi così.

<<Togliti quel sorriso beffardo dalla faccia Andrea>> prorompe squarciando così il silenzio che avvolgeva la stanza

<<Siamo nervose?>>

Sorride maliarda prima di avvicinarsi a me, che seduto sulla panca, sono costretto a dover sollevare la testa per allineare lo sguardo al suo

<<Te ne pentirai...>> dice ad un passo dalle mie labbra

<<Ah si?>> la sfido

<<Si...>> s'interrompe prima di sentire il campanello suonare <<...E adesso che inizi a giocare anch'io Andrea>> conclude per poi andare via.

E lo fa sculettando, certa che io non mi perda nessuno dei suoi movimenti prima di sparire dietro la porta.

L'avviso di un messaggio appena arrivato sul mio cellulare mi ridesta da ogni pensiero impudente e mi porta nuovamente con i piedi per terra, mercoledì ore 19:00, e vorrei tanto non averlo letto, o forse vorrei non averci a che fare, ma non posso.

Il pensiero corre inevitabilmente a lei, e mi sento un fottuto bastardo, le mento, al contempo non vorrei farlo, ma come posso dirle la verità senza che lei finisca per odiarmi? Non che adesso mi ami ovvio, ma c'è qualcosa e vorrei preservare qualunque cosa sia, vorrei custodirla, perché lei ne vale la pena.

So per certo che se Jordan venisse a sapere tutti i pensieri illeciti che ispira questa ragazza ucciderebbe ogni singolo ragazzo che le passa davanti, se solo venisse a sapere cosa le ha fatto Meson, e mi è balenata l'idea di dirglielo, ma non sono un'infame, e ricordo perfettamente cos'ha fatto lui per me quando ne avevo bisogno, tuttavia ancora mi è ignota la conversazione avvenuta fra i tre giorni addietro, e cosa si dicevano lei e Ethan quando sono usciti, so benissimo di non poter esigere delle spiegazioni ma, cazzo, il solo pensiero che lei si avvicini a loro mi fa imbestialire, come tutto d'altronde, anche il semplice contatto con il mio stesso fratello mi manda fuori di testa.

Rido amaramente rendendomi conto che non è un'infatuazione da niente, la mia. No. E' molto di più, ed è una bella merda visto quello che c'è nel mezzo, non posso volere qualcosa che non potrò mai avere, non posso mettere nel mezzo qualcosa di più grande che finirà per essere distrutta in ogni modo, eppure, se dovessi pensarla con un altro che non sia io sento il cuore sgretolarsi e la rabbia accecare i miei occhi.

E' tutto così diverso dall'ultima volta, lei non è una sfida, come lo è stata Elodie. Lei non è un trofeo, è molto di più, e io non posso permettere che soffra a causa mia o di Alec. Farò qualsiasi cosa sia necessaria per tenerla lontana da quel mondo di sofferenza che sembra aspettarla a braccia aperte, vorrei poter tenere chiusa quella porta e gettare la chiave, ma come faccio? Tutto inevitabilmente la porterà lì, e io per quanto mi sforzi non sarò mai abbastanza forte per poterlo evitare.

E proprio mentre sto per prendere il cellulare e chiamare mio fratello, lo stesso entra seguito dalla ragazza che tormenta la mia testa

<<Andrea qualsiasi cosa noi siamo in camera mia>> mi avvisa quest'ultima fissandomi beffarda

Mi limito a guardarli storti fin quando non spariscono nuovamente e vanno nella sua maledettissima stanza, e non so quanti respiri profondi faccio e quante sono le volte che nella mia testa ripeto che non posso uccidere mio fratello, ma il bisogno di prendere a pugni qualcuno è impellente così faccio ciò che faccio sempre quando non riesco a controllarmi

<<Meson?>>

<<Amico>>

<<Ne voglio uno forte pronto tra un'ora>>

<<Okay>>

Metto il cellulare in tasca e scendo al piano di sotto per prendere una bottiglietta d'acqua, ma la figura di Alec blocca i miei passi

<<Andrea>>

<<Cosa?>>

<<Stai andando all'incontro vero?>> chiede appoggiandosi poi al muro

<<Devo scaricare i nervi>>

Annuisce debolmente per poi voltarsi verso la figura di Ginevra che, fasciata da una lingerie nera totalmente di pizzo cammina a passo felino mandando in tilt il cervello. Ecco come gioca lei, sporco.

Guardo mio fratello che a sua volta guarda la ragazza rimanendone completamente ammaliato, e mi appresto a mimarle un "stronza" che la fa sorridere prima di aprire la porta della camera invitando Alec ad entrare.

<<Arrivo, devo ricordare una cosa ad Andrea>> prorompe prima di camminare verso di me

<<Sei una stronza lo sai>> l'accuso non appena arriva abbastanza vicina da inebriarmi del suo profumo

<<Si lo so>> dice per poi alzarsi in punta di piedi per far sfiorare le nostre labbra <<So essere anche peggio>>

Non ho avuto nemmeno il tempo di controbattere che è sparita dietro la porta, portandosi con sé il suo profumo e lasciandomi nuovamente eccitato e impalato come uno stoccafisso. Questa ragazza mi farà impazzire, più di quanto non abbia già fatto 

Criminal Love 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora