Ten.3

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Nero, è tutto ciò che vedo

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Nero, è tutto ciò che vedo. Non sento le voci, non sento il calore, non sento nulla in realtà, il tempo è tornato indietro a quella sera di un anno fa, la sera dove tutto è cambiato, dove io sono cambiata. C'è solo lui, la forza brutale e il bruciore, tutto brucia, le braccia le gambe la testa, il cuore. Il cuore sembra voler scoppiare per quanto forte batte, sento due mani stringermi le guance ma non capisco nemmeno chi sia, perché io continuo a guardare lui, che a sua volta rimane con gli occhi fissi nei miei, e lo vedo, io lo vedo il movimento malizioso della lingua che bagna le labbra, e vorrei vomitare ma tutto ciò che riesco a fare è stare ferma come se lui avesse il potere ti tenermi lì, in piedi. Le sue mani sono cacciate in tasca, ma io le sento ancora addosso, le lacrime minacciano di uscire e io non ho più il controllo del mio corpo, il sangue cola dal mio collo e quando porto la mano nel punto preciso dove giace ancora la cicatrice mi meraviglio nel sentirla asciutta

<<Cazzo parla, ti prego Ginevra parlami>>

Sbatto più volte le palpebre come se solo adesso mi stessi risvegliando da un incubo e mi accorgo di star tremando come una foglia nonostante la temperatura dentro questo posto sia molto alta. Due occhi scuri e magnetici incontrano i miei, le mani calde toccano le mie spalle ed io mi sento spaesata

<<Andrea?>>

Lui però non mi risponde, assottiglia gli occhi facendo poi schioccare la mascella, lasciandomi poi subito dopo.

<<Usciamo>> mi sento dire alle spalle e quando mi giro corrugo la fronte chiedendomi come facciano ad esserci due Andrea davanti a me <<Andiamo Gi>>

Annuisco debolmente stringendo la mano alla sua sotto lo sguardo attento di tutti, e ne sento bruciare uno in particolare sopra la pelle ma non ho il coraggio di girarmi così continuo a camminare. Non appena varchiamo la porta l'aria gelida della serata investe il mio viso risvegliandomi completamente

<<Mi dici cosa è successo?>>

La voce rauca di Andrea mi porta a voltarmi nella sua direzione trovandolo con le spalle al muro le gambe incrociate e le mani nelle tasche

<<Quando?>>

<<Ginevra sei rimasta bloccata nella stessa posizione per mezz'ora, tremavi, era come se la tua testa non riconoscesse nessuno>>

<<Io...>>

<<Non hai nemmeno riconosciuto Alec che ti ha dovuto scuotere per bene prima che tu tornassi con i piedi per terra>>

Spalanco gli occhi e mi sento come se venissi investita da una secchiata di acqua gelida

<<Non... non lo so...>> biascico cercando una spiegazione valida per il mio comportamento, lui comunque si avvicina ponendo due dita sotto al mio mento per farmi alzar la testa

<<Cosa ti ha fatto>>

Deglutisco a fatica facendo saettare lo sguardo da destra a sinistra pur di non incontrare il suo, ma lo vedo da come il suo viso s'incupisce di colpo che ha già capito tutto tuttavia l'unica cosa che fa è stringere le sue braccia intorno al mio corpo regalandomi tutto il suo calore 

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