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Mi ero ripromesso di mettere fine a tutto questo, avevo pagato il mio debito ed ero partito lasciandomi alle spalle la vita che conducevo a Parigi, mi sono allontanato da tutto, famiglia e amici, ho lasciato mio fratello senza nemmeno mettere in chiaro ciò che lui pensa sia successo.
<<Ho una missione da affidarvi>> parla Jordan
Lo ascolto, forse no, perché la mente corre veloce mentre i miei occhi si perdono ad osservare il suo viso trovandolo terribilmente simile a quello di Ginevra, il taglio degli occhi è praticamente lo stesso eppure l'intensità cambia. Lei, i suoi occhi sono quasi pericolosi, ti entrano dentro e ti annebbiano la mente, non hanno freni, i suoi occhi, sono caldi capaci d'incendiarti l'anima senza che te ne renda conto.
<<Lei è mia figlia>>
E' la frase che mi risveglia dal turbinio di pensieri, il mio sguardo passa dal viso di Jordan alla foto di Ginevra, e l'unico pensiero del cazzo è quanto sia fastidiosamente bella.
<<Ginevra?>>
Mi volto di scatto verso Meson che guarda la foto sbigottito nominandola in seguito, e non appena si accorge dello sguardo di tutti in particolar modo di quello dell'uomo di fronte a noi ritorna a serrare le labbra in una linea dritta assumendo un'espressione quasi spaventata, allora mi chiedo come si conoscano
<<Vorrei chiederti come conosci mia figlia, però adesso ci dobbiamo concentrare su cose più importanti>> parla Jordan <<Voglio che l'avviciniate, che le parliate e che la portiate da me, non subito, vi darò istruzioni più dettagliate, ma deve venire in questa casa, senza sapere la verità>>
I miei occhi scattano a cercare quelli di Alec che come me corruga la fronte rivolgendosi poi a Jordan
<<Perché?>>
<<Perché cosa?>>
<<Perché dovremmo portarla da te?>>
<<Sbaglio o hai qualche problema con i miei ordini?>>
I toni si stanno scaldando così decido di placare gli animi intervenendo:
<<Quello che intende dire Alec è a quale fine portarla qui>>
<<Non sono tenuto a rispondervi, dovete solo seguire le mie parole>>
Sconfitto annuisco semplicemente seguito a ruota da Alec che mi fa segno di uscire, così facciamo.
<<Meson non mi convince>> dice subito mio fratello
<<Ci sono troppe cose che non vanno Alec, dobbiamo tenere la guardia alta, soprattutto con Jordan>>
Sospiriamo entrambi vedendo poi uscire Meson e Ethan dall'ufficio di Jordan per poi venirci incontro, ma nessuna parola riempie l'aria circostante ci troviamo tutti e quattro a camminare l'uno a fianco all'altra con una sola persona in testa ma intenzioni diverse.
Io e Alec con l'intento di proteggerla non sapendo cosa gli altri due vogliono fare di lei.