ELEANOR's POV
Eccomi lì, la fatidica stanza 34 ancora una volta, con due vassoi per la colazione che avrei tirato volentieri in faccia ai proprietari. Dovevo sforzarmi di essere carina, soprattutto con Harry. Ultimamente stavo tirando un po' troppo la corda con il mio Dottore e lui, se la storia non fosse cessata almeno in parte, non si sarebbe fatto scrupoli a licenziarmi. Avevo bisogno di quel lavoro più di quanto non avessi voglia di Louis, dal momento che il mio ex marito, Max, mi aveva tagliato il mantenimento. Maledetta la mia linguaccia, se non fosse per lei a quest' ora sarei ancora sposata con quel milionario, e non mi starei di certo preoccupando di mantenere uno squallido lavoro da infermiera. E, soprattutto non starei fissando una porta cercando di inscenare un sorriso il più possibile credibile.
LOUIS' POV
Ero già sveglio da almeno mezz'ora, ma non volevo smettere di guardare il mio angelo dormire tra le mie braccia. Non mi ero mai sentito meglio in tutta la mia vita, sebbene fossi in un letto d'ospedale, con tutti i muscoli completamente andati a causa della posizione scomoda in cui avevo dormito, non vi era nessun altro posto in cui avrei desiderato essere in quel momento.
"Forza riccio muoviti che devo dare da mangiare anche agli altri" Eleanor, doveva sempre rovinare tutto, compreso il rapporto di amicizia che avevo con lei. Prima che Max la lasciasse dopo appena un anno di matrimonio, era davvero una ragazza serissima, che amava il suo lavoro, ma da quel momento è diventata sempre più egoista e determinata fino ad arrivare al punto di provarci con un ragazzo gay e fidanzato. Pregavo solo che vedendoci così avesse capito la situazione e ci avrebbe lasciati in pace... Harry non si era svegliato e continuava a dormire accocolato al mio petto con alcune ciocche di capelli che gli scendevano lungo il viso.
"Louis, non puoi essere tu. Svegliati, non è il tuo posto quello." Ero voltato di spalle rispetto a lei e continuai a fare finta di dormire, volevo vedere quanto si sarebbe spinta oltre, mi stava già mancando di rispetto essendo il suo capo.
Si avvicinò di più al lettino assicurandosi che io dormissi veramente, mi sforzai di respirare più rumorosamente per farle credere di essere ancora in un sonno profondo. Non avevo voglia di sorbirmi una ramanzina da parte sua quando non ne aveva nessun diritto.
"Allora Styles, vuoi la guerra? E guerra sia, io ottengo sempre quello che voglio." Controllai ancora una volta il viso del mio angelo, non aveva sentito nulla fortunatamente. Eleanor non poteva averlo fatto, sapevo la voglia che aveva di me, ma si era trasformata in una tale ossessione? Tanto da minacciare il ragazzo che mi teneva lontana da lei? Non era il tipo da arrivare alla violenza fisica, anche perchè diciamocelo, Harry non era così striminzito come voleva far credere. Per il momento non gliene avrei parlato, non volevo farlo preoccupare inutilmente. Il problema Eleanor era già stato fatto presente, dovevo solo tenerla un po' sottocchio fino a quando non avesse commesso un errore... Fino ad allora sarebbe stato meglio non farmi trovare troppo con il mio ragazzo, magari così la sua ira si sarebbe calmata.
HARRY's POV
Erano un paio di giorni che Lou, mi evitava, subito dopo la nostra serata, mi baciava raramente e quando lo faceva, cercava di non essere in posti troppo affollati. Stavo iniziando a pensare che si vergognasse di me, come facevano tutti, e che mi avrebbe abbandonato esattamente come avevano fatto gli altri. Magari il mio destino era proprio questo, rimanere solo, o deludere tutte le persone a cui tenevo. Come mia sorella, Gemma, non mi chiamava da almeno un mese, più o meno da quando le avevo rivelato di essere gay. Probabilmente le facevo schifo, era la mia più grande amica prima di questo. Siamo sempre stati gli opposti, lei tremendamente perfetta, io tremendamente errato, lei la ragazza tutta casa e chiesa con un ragazzo rispettabile al suo fianco che i miei avevano sempre approvato e io, ragazzo ribelle che usciva tutte le sere e tornava a casa ubriaco con una poco di buono come ragazza, mio padre non aveva mai accettato Taylor, non che mi fosse mai importato, odiavo mio padre. Si era portato via Gemma quando se ne era andato da mia madre e anche se non ero ancora così legato a lei, mi mancava ogni giorno di più. Fu lei la causa del mio primo tatuaggio, a dire il vero ero ubriaco quando decisi di scrivermi in maniera indelebile la sua iniziale sulla mia pelle. E per quanto in questo momento, mi deludeva, mai mi sarei pentito di quella piccola "G" sulla mia spalla. Aveva tutti i motivi per essere schifata da me, ero un essere spregevole e probabilmente ero solo un errore nella sua vita perfetta. Viveva con le sue due più grandi amiche in una villetta, mantenuta da mio padre, che invece per me e per la mia malattia non aveva mai sborsato un quattrino, non volontariamente almeno. Perchè Gemma appena poteva metteva da parte una grande maggioranza dei soldi con cui il nostro 'papino' credeva di mantenerla, e li spediva a mia madre per pagarmi le cure. Non avrei mai potuto ringraziarla abbastanza, era il mio angelo custode.
Niall mi svegliò dai miei pensieri, aveva avuto una piccola crisi respiratoria durante il sonno, e si era svegliato con il fiatone. Gli capitava abbastanza spesso ultimamente, le analisi erano chiare, aveva avuto una ricaduta e per quanto fosse circoscritta la nuova forma tumorale, doveva ricominciare la chemio e trattenersi più a lungo in questa clinica.
"Niall, amico stai bene?" Che domanda stupida, è strano che ogni volta che si cerca di consolare qualcuno vengano fuori domande tanto stupide.
"Da Dio, me ne dovevo andare da questo merda di posto,tra due settimane, e invece ci devo rimanere. Ho trovato finalmente una persona che riempe il vuoto che avevo dentro di me meglio di quanto lo abbia mai fatto Holly, ma lei ovviamente non sa di questa merda, altrimenti se ne sarebbe già andata." Ma bravo Styles, complimenti vivissimi! Non avevo mai visto Niall, in quella situazione. Era deluso e arrabbiato, era da qualche giorno che non sorrideva, e per il biondo era assolutamente un record. Il minimo che potessi fare era cercare di rimediare.
"Mi dispiace" Ma perchè non tenevo quel diavolo di forno chiuso ogni tanto?
"Ok, tu lo sai che faccio schifo con le parole. Sappi che ti capisco, anche io stavo così per Louis e tutto si è risolto, beh più o meno. Non è questo il punto, il punto è che se anche lei è così presa da te come lo sei tu , non ti lascerà da solo per questa situazione, anzi avrai una persona in più al tuo fianco, e quella sarà la persona più importante. Devi parlarle." Speravo di poterlo far sentire meglio con il mio 'discorso'
"E' questo il problema, non credo che lei sia poi tanto presa da me." Ma dai non poteva pensarlo sul serio?
"Ma che cazzo Niall! Ci hai fatto l'amore!" Avevo leggermente alzato la voce, non perchè fossi incazzato, volevo solo fargli capire quante cazzate stessero uscendo dalla sua bocca.
"Io ci ho fatto l'amore, magari per lei è stata una scopata come un' altra! E ti dispiacerebbe non urlare, non ci siamo solo noi in questo fottuto posto!" Prima che potessi controbattere una voce da ochetta ci interrupe, facendo entrare nella stanza la proprietaria, Eleanor.
"Mi dispiace interrompere la discussione sulla vostra vita sessuale, ma devo prelevarvi il sangue." Aveva uno strano sorrisetto compiaciuto in volto... Di solito quando veniva a 'farmi visita' aveva gli occhi da cane bastonato, insomma le avevo detto di portarmi a letto il ragazzo che lei voleva così ardentemente, per il momento stavo vincendo, anche perchè Lou amava me, non quella stronza.
Appena ebbe finito di prelevare il sangue a me e al biondo le squillò il telefono, come se durante l'orario lavorativo si potesse tenere acceso.
"Hey tesoro!" Se aveva un ragazzo che cazzo voleva dal mio?
"Sai che sto lavorando, insomma me lo procuri tu il lavoro amore" Ah, quindi il suo ragazzo le aveva procurato il lavoro in questo ospedale, lo avrei proprio voluto conoscere quel ragazzo, così lo avrei sgozzato.
"Ma sì Boo, ci vediamo alla guardiola degli infermieri, magari aspettami, magari senza camice, meno cose da togliere." Boo? Io conoscevo solo una persona a cui veniva attribuito quel soprannome e non poteva essere lui. Louis amava me, non poteva tradirmi, non anche lui.
"A dopo Lou" Marcò molto di più l'ultima parola, come se il resto della conversazione non fosse stata abbastanza esaustiva... Non dovevo crollare, non davanti a Niall, non ora che lui aveva bisogno di tutto il mio sostegno, mi sarei sfogato più tardi sotto una doccia calda, mascherando le lacrime con l'acqua bollente.
"Niall, sul serio. Parlale, se lo dovesse venire a sapere per altre vie, sarebbe peggio. In un rapporto ci vuole sincerità e fiducia." Mentre gli dicevo queste parole non potevo fare a meno di pensare al mio di rapporto con Louis, se si poteva ancora considerare tale.
"Ad una condizione"
"Dimmi"
"Tu devi parlare con Louis, perchè se quello stronzo ti sta facendo seriamente questo, io lo strozzo con la cordicella dei prelievi."
"Affare fatto" Dovevo parlargli, ma prima dovevo trovare la forza di comportarmi da adulto e non piagnucolare per una cosa che avrei potuto aspettarmi.
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You save my life||Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles, ragazzo diciottene che ha un grave problema alle ossa. Si trasferisce a Londra per le cure e incontra per la prima volta l'unico medico che abbia voluto farsi carico della sua situazione, Louis Tomlinson.