ELISABETH's POV
Stavo girovagando nell'ospedale alla ricerca di Louis che, come al solito non si trovava dove mi aveva detto che sarebbe stato. Johannah continuava a chiedermi di Harry il che era piuttosto imbarazzante, non avevo mai conosciuto una donna così curiosa.
"Ma Harry ricambia non è vero?" La donna cercava di starmi dietro mentre io, mentalmente, continuavo a dirne di tutti i colori ogni volta che trovavo un reception, che poi si rivelava priva di personale.
"Sì, Louis non avrebbe potuto trovare una persona che lo ricambiasse meglio." Risposi sbattendo un pugno contro il muro, mentre il pallini rossi che indicavano la strada verso il reparto della maternità sparivano di fronte all'intonaco.
"Ma che meraviglia, ho sempre desiderato andare ad Hogwarts!" Dissi sarcasticamente tornando indietro per cercare un' altra strada.
"Allora perchè non sono insieme?" Jo mi aveva bloccata chiedendomi una pausa a causa del fiatone.
"Credimi, mi chiedo la stessa identica cosa" Mi appoggiai al muro staccando a turno i piedi dal pavimento, forse una pausa serviva anche a me .
La donna si mise accanto a me imitandomi, appena in tempo per vedere una bionda passarci davanti piangendo. E purtroppo per i miei piedi io conoscevo quella bionda. Ricominciai a camminare nella direzione in cui era scomparsa mia sorella, combattendo con il fatto di togliermi i tacchi e continuare scalza.
"Dove stai andando?" Mi chiese Johannah senza fare accenno a muoversi.
"A fare il mio dovere di sorella, aspettami qui" Dissi decidendomi a togliere quegli aggeggi infernali che tormentavano già da troppo tempo i miei piedi e iniziai a correre.
"Fermati Sarah" Urlai vedendola voltare l'angolo. La ragazza rallentò leggermente, ma senza bloccarsi del tutto.
"Sul serio basta correre, o camminare. Non ne posso più" La bloccai per un braccio e la voltai verso di me e cercai di pulirle il viso ricoperto di trucco sbavato, riducendola solo peggio.
"Scusa, io non volevo procurarti altri dispiaceri" Abbassò il viso. Sapevo che ce l'aveva con se stessa per quello che mi aveva detto, ma sapevo anche in quel momento non dovevo tirare in ballo la questione, non so cosa l'avesse ridotta in quel modo.
"Cosa è successo?" Chiesi mettendomi di fronte a lei e alzandole la testa.
"Io voglio che loro due si rimettano insieme, ma fa così male" Aprii le braccia per accoglierla e darle conforto, avrei dovuto immaginarlo. Io e Louis eravamo tornati ed era logico che lui e il riccio non sarebbero stati staccati per più di qualche minuto.
"Io non so cosa dire Sarah, non sono un asso in queste situazioni. Me l'hai fatto notare tu stessa." Iniziai ad accarezzarle la testa. Mi stupivo di quanto una cotta avesse potuto distruggerla, lei che non aveva mai pianto per cose simili, lei che mi era venuta fino a New York solo per darmi forza quando era stato il mio turno.
"Perchè fa così male? Io lo so che sto facendo la cosa giusta." Si staccò da me per asciugarsi le lacrime e scusarsi per come mi aveva ridotto la canotta che indossavo.
"Forse è proprio per questo che ti fa male. Vedrai che passerà" Ed io speravo davvero che le sarebbe passata, non volevo che rovinasse la sua amicizia con Harry perchè desiderava qualcosa in più che non sarebbe mai potuto arrivare.
LOUIS' POV
Sembrava una gara a chi lasciava l'altro nella maniera peggiore. Per il momento stavo vincendo, anche se con quell'ultima frase, Harry stava recuperando lasciandomi fermo immobile nel mezzo del corridoio fissando il punto da cui se ne era andato. Rimasi lì per una decina di minuti a rielaborare ogni parola della nostra discussione, cercavo una spiegazione perfino alle pause fatte per prendere aria, ma l'unica spiegazione che continuava a quadrare sotto ogni aspetto era che per quanto io tentassi di allontanarmi da lui, trovavo sempre una scusa per tornare e vederlo. Mi ero stancato delle scuse, volevo averlo con me, indipendentemente dagli eventi importanti come matrimoni e nascite, volevo averlo con me indipendentemente dalla sua malattia e da Des, volevo averlo con me indipendentemente da tutto. Suo padre non gli avrebbe pagato le cure, molto bene, avrei trovato un modo per farlo trasferire nelle clinica dell'università a Oxford, a costo di nasconderlo nel mio armadio o di spacciarlo per un mio aiutante indispensabile, oppure avrei trovato un modo per pagargli le cure io stesso, a costo di ridurmi a dormire nel mio ufficio, invece che nel mio appartamento. Dovevo chiamare Des, per informarlo, chissà magari avrei avuto la prova che i miracoli esistono e non avrei dovuto ricorrere a nessun trasferimento per stare con lui, se non al mio per tornare a Londra.
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You save my life||Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles, ragazzo diciottene che ha un grave problema alle ossa. Si trasferisce a Londra per le cure e incontra per la prima volta l'unico medico che abbia voluto farsi carico della sua situazione, Louis Tomlinson.