39.Non credere che i tuoi occhioni azzurri possano bastare questa volta

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LOUIS' POV

"Non credi che dovresti parlare con tua sorella?" Ero nel mio ufficio alle prese con un' Elisabeth più seria e triste del solito, come da una settimana a questa parte.

"E tu non credi di dover parlare con Harry?" Mi guardò con aria di sfida girando la sedia da ufficio dalla parte opposta rispetto alla mia, sperando invano di poter sviare il discorso.

"Prima cosa, sono due argomenti completamente diversi. Seconda cosa, sì credo di doverlo fare, ma non voglio farlo." Andai da lei e la riportai nella mia traiettoria.

"Nemmeno io voglio farlo, se è quello che conta!" Incrociò le braccia e si rivoltò verso la porta.

"E' tua sorella, Elisabeth. Smetti di fare la bambina!" Le urlai contro proprio come farebbe un padre, anche perchè in quel momento la ragazza non dimostrava più di 7 anni.

"E lui è il tuo ragazzo! Smetti di fare l'idiota" Come al solito sapeva dove andare a parare.

"Ex ragazzo" Per quanto mi facesse male ammetterlo, non avrei avuto più nulla da spartire con il riccio se uno dei due non si fosse deciso a metter da parte l'orgoglio.

"Proprio perchè continui a ripeterlo sei ancora più idiota."

"Non è questo il punto" Dissi guardando in basso, verso qualche documento compilato in fretta.

"Qual'è il punto?" Mi guardò con un sorrisetto sul volto.

"Il punto è che non ce la faccio a parlarci, ho paura di aver giocato troppo con lui" Ancora una volta la castana era riuscita a deviare il discorso.

"Forse un briciolo di intelligenza ti è rimasta" Si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla.

"Stavamo parlando di te e Sarah" Le ricordai.

"Già, ma io non ne volevo parlare" Sfoderò uno dei sorrisi più finti mai visti.

"Nemmeno io volevo parlare di me e di Harry" Le dissi irritato.

"Cosa ti devo dire Tomlinson? Probabilmente sono solo più brava di te a cambiare discorso." Se pensava di aver vinto si sbagliava.

"Allora io probabilmente sono solo più bravo a rimetterlo in mezzo" La guardai mentre facevo spuntare un sorriso sul volto.

"No, non voglio parlare con Sarah. La questione è chiusa!" Fece per andarsene e come sempre dimenticò il cellulare sulla scrivania del mio ufficio. Ne approfittai e lo presi, non se ne sarebbe mai andata senza telefono e io non glielo avrei ridato fino a quando non avessi capito qualcosa della situazione.

"Dammi il mio telefono" Strinse gli occhi fino a farle diventare due fessure e mi guardò con fare minaccioso. Non potei fare altro che mettermi a ridere.

"Dimmi cosa ti ha fatto Sarah." Infilai il telefono in tasca, avevo voglia di alzare la mano in cui lo tenevo per provocarla, ma sapevo di essere troppo basso, e probabilmente l'avrebbe raggiunto con poca difficoltà.

"Ha superato il limite. Contento? Ora restituiscimi il telefono!" Aprì la mano e me la porse, ma io non davo segno di volerla accontentare.

"Quale limite?" Incrociai le braccia e mi misi comodo sulla poltroncina.

"Quello che riguarda Matt e le mie relazioni in generale. Se vi ho posto un limite vuol dire che non mi va di parlarne." La ragazza mi si avvicinò e mi fece notare con più insistenza la sua mano aperta.

"Cosa ti ha detto?" Si sedette rassegnata al fatto che quella volta un paio di frasette non mi sarebbero bastate.

"Che a quanto pare i ragazzi che mi trattano bene non sono di mio gusto al contrario suo" Iniziò a giocare con le unghie e al termine del discorso alzò gli occhi al cielo.

You save my life||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora