22. Sta solo raccogliendo le forze per tornare

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LOUIS'POV

Non sapevo davvero come mi fossi trovato in quel pub che non visitavo da un paio d' anni, ma Anne mi aveva detto di prendermi una pausa. Erano tre giorni che Harry era in coma e io non avevo fatto altro che piangere e parlare con lui, i miei colleghi avevano seriamente iniziato a pensare che io mi fossi trasformato in una femminuccia, erano solo troppo cortesi per dirmelo. Avevo tutto il diritto di piangere, l'unica persona che amavo più di me stesso era in coma e lui non sembrava trovare le forze per tornare da me. Il liquido forte aveva ritrovato un piacere familiare mentre scendeva nella mio corpo, non ero ubriaco, ma avrei voluto non reggere così bene l'alcool per esserlo. Avevo finito i soldi con me e l'immagine della faccia inorridita di Harry mentre mi vedeva con Eleanor continuava a ripetersi nella mia testa, era colpa mia.

"BooBear?" No, ti prego Dio non anche lei. Non ero pronto a rincontrarla, non in quel momento.

"Elisabeth" Era la mia migliore amica, questo prima che mi abbandonasse per andare in America con il suo ragazzo.

"Sai che odio essere chiamata così!" Sì, era vero, lo sapevo. Mi sorprendeva trovarla esattamente come l'avevo lasciata un paio di anni fa.

"Anche io odio essere chiamato con quel nomignolo idiota." Lei era l'unica che poteva chiamarmi in quel modo senza che io mi infuriassi.

"Credo di avere il diritto di usarlo, dato che ho aiutato Lily ad inventarlo." Mi ricordavo ancora di quel pomeriggio in cui lo inventarono, ero ammalato avrò avuto all'incirca sei anni se non di meno e la mia tata e la mia migliore amica si erano messe a parlare di che nomignolo affibbiarmi.

"Che diavolo ci fai qui?" Cercavo di essere il più incazzato possibile, ma era difficile. Per quanto fossi consapevole che mi aveva abbandonato, quella ragazza mi era mancata da morire.

"Più o meno quello che fai tu, bevo. Ma ti confesso che non pensavo di trovarti qui, non sei più il tipo da pub, Dottor Tomlinson." C'era un tocco sarcastico in quella frase, come in tutte quelle che uscivano dalla sua bocca.

"Risparmia le frasi formali per i tuoi libri Elisabeth. Sai benissimo cosa intendo, cosa ci fai a Londra?" Sapevo che chiamandola in quel modo l' avrei irritata, amavo punzecchiarla e riaverla qui, mi faceva sembrare come se questi due anni non fossero passati.

"Ti giuro che se mi chiami ancora così ti ammazzo Louis." Scoppiò a ridere alla sua affermazione, sembravamo dei bambini di dieci anni invece che degli adulti.

"Comunque i miei libri sono andati a puttane... E sono qui per accompagnare mia sorella a trovare mia madre, solo che io quella non la voglio vedere neanche dipinta, perciò sono venuta in questo pub." Mi disse tornando seria e prendendo un altro sorso dal suo bicchiere.

"Mi dispiace, avevi davvero talento. Io i tuoi libri li avrei comprati. Tua sorella? " La sua passione per la scrittura nonostante avesse tutti i suoi parenti contro in quella scelta mi aveva sempre affascinato.

"Non dire stronzate, tu i miei libri li sapevi a memoria. Sì, mia sorella si era trasferita da me, quando ho passato un brutto periodo... " Ero stato l'unico ad averla appoggiata nella scrittura, ma poi aveva incontrato Mat ed io ero sparito. Non le chiesi del brutto periodo, non sapevo quanto potevo scavare a fondo dato che non ci vedevamo da anni.

"Come sta Mat?" Un pizzico di rammarico era udibile nella mia voce e se lei mi conosceva ancora così bene l'avrebbe percepito.

"E Stan?" Lo faceva sempre, rispondere con un' altra domanda.

"Se non mi avessi abbandonato sapresti che mi usava solo per scopare. Ora dillo, 'te l'avevo detto,Louis e tu non mi hai ascoltata' perchè è esattamente quello che ho fatto." Mi aveva messo in guardia su Stan ma non le avevo dato ascolto.

You save my life||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora