NIALL's POV
Ero completamente fottuto, mi aveva scoperto. E certo che mi aspettavo, non era stupida. Ero io lo stupido a pensare che nascondendole la cosa non avremmo avuto problemi.
"Ti posso spiegare." In realtà non le potevo spiegare proprio un cazzo, non gliel'avevo detto per il semplice fatto che non sapevo se sarebbe rimasta. Non mi fidavo di lei, del suo parere, e questo non era un gran modo per iniziare una relazione.
"Davvero? Ne sarei davvero felice, ma per ora, mi hai già rovinato il mio primo giorno di lavoro. Quindi puoi uscire da quella porta." Una pugnalata al cuore, una dopo l'altra.
"Ele, puoi andare, se vuoi. Tanto le tue capacità le ho viste, sei assunta e poi avevamo quasi finito" Grazie Louis. Mi seguì fuori della camera e potevo vedere le sue mani tremare, probabilmente dalla rabbia.
"Perchè c'era il tuo nome sul braccialetto?" Ero combattuto sul mentirle ancora, non volevo rimanere da solo.
"Ecco, hai presente che sono stato male quella volta che ero con te... Mi avevano messo in camera con Harry per una notte e me lo devo essere dimenticato" Continuavo a mentire, era la strada più facile e anche se una parte di me voleva uccidermi per tutte le cazzate che stavo dicendo, non sapevo come affrontare la verità.
"Basta. Basta mentirmi, è il reparto oncologico. Non riuscirai a prendermi in giro." Era furiosa, sapevo che se avesse potuto mi avrebbe preso a schiaffi o semplicemente mi avrebbe abbandonato lì, solo come un cane, e avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo.
"Ok, sarò sincero..." Le parole mi si fermarono in gola, non riuscivo più a parlare.
"Sai quale la cosa che mi fa stare peggio? Che io me li ero costruiti dei dubbi nella mia testa da quando hai avuto quel mancamento. Non riuscivo a rianimarti e io riesco a rianimare la gente è la prima manovra che ci insegnano. Continuavo a chiedermi perchè Louis avesse subito saputo cosa darti per farti stare meglio senza visitarti. Ma ho messo a tacere quei pensieri perchè mi ripetevo che non mi avresti tenuto nascosta una cosa grave, ma evidentemente mi sbagliavo. Voglio sapere cos'hai." Non aveva un tono di voce alto, sembrava solo distrutta e non riusciva a guardarmi, alternava il guardarsi le scarpe con l'alzare gli occhi al cielo per fermare le lacrime. L'avevo delusa e non potevo più mentirle.
"Ho un tumore" Le mie parole uscirono come un sussurro, non ero certo che mi avesse sentito.
"Da quanto?" Si era avvicinata, ma il suo tono di voce non era cambiato.
"Da un anno e mezzo, ma erano riusciti a curarlo. Le ricadute sono cominciate poco dopo che ti ho incontrata." Non mi sembrava che fosse passato così tanto tempo. Sembrava come se tra la scoperta della malattia e Eleonora fossero passati un paio di giorni.
"Perchè non me l'avevi detto?" Ripetevo a me stesso di essere sincero.
"Perchè avevo paura, ce l'ho tutt'ora. Ho il terrore che tu mi possa abbandonare come hanno fatto gli altri quando hanno scoperto del mio tumore."
"Non ti fidi di me?" Quella era la domanda che mi faceva più paura in assoluto, io non mi fidavo, ma non di lei, della gente in generale. Tutti mi avevano abbandonato e avevo imparato a non fare troppo affidamento sulle persone.
"No, io non mi fido di nessuno." Si girò e mi stava lasciando esattamente come avevano fatto tutti gli altri prima di lei, con una differenza, lei aveva un motivo.
"Aspetta" Smise di camminare ma non si voltò verso di me.
"Non ti sto chiedendo di perdonarmi, so che ho sbagliato, ma sappi che sei la persona a cui tengo di più. Mi crederai un idiota dopo questa frase ma credo di essermi innamorato di te." Avrei voluto che lei fosse tornata indietro e che mi avesse stampato un bacio sulle labbra, ma non lo fece. Ricominciò a camminare scossa dai singhiozzi e sparì dalla mia vista.
LOUIS' POV
Tre settimane, ventuno giorni senza Harry, i più brutti della mia intera vita.
"Credo di volermi fare un tatuaggio" Dissi ingurgitando un drink. Era martedì pomeriggio, e io ed Elisabeth eravamo in uno squallido bar, sapendo di non poterci ubriacare con il budget che ci eravamo portati dietro, proprio come ai vecchi tempi.
"Non pensavo che reggessi così poco l'alcool" Disse ridendo.
"Cos'hai da ridere?"
"Somma tre drink e Louis Tomlinson che dice cazzate, rideresti anche tu al mio posto."
"Non è una cazzata, voglio seriamente un tatuaggio." Nei giorni passati mentre guardavo quelli di Harry mi era venuto la voglia di averne uno, magari collegato con uno dei suoi.
"Parole tue 'I tatuaggi sono inutili, non ne farei uno nemmeno se mi torturassero'" Ricordavo di averlo detto, fino a qualche tempo prima forse lo pensavo sul serio, ma alla fin fine io volevo un tatuaggio che mi riconducesse al riccio, io volevo quel ragazzo riccio.
"Anche tu non la pensavi molto diversamente e guardati ora." Diversi disegni neri si stendevano sulle sue braccia e si intravedevano anche quelli sulla schiena, per non parlare di quello sul collo. Era ricoperta di inchiostro nero.
"In realtà io ne volevo qualcuno, ho solo ampliato la mia idea. Diciamo che avere un fidanzato tatuatore aveva i suoi effetti. Ex ragazzo a dire il vero." Prese un sorso dal bicchiere di vetro e cerco di concentrarsi sul liquido che era rimasto.
"Ti fa ancora male?" Sapevo che era così, magari sfogarsi avrebbe aiutato.
"Allora questo tatuaggio? Chiamo Zayn e andiamo a imbrattare la tua pelle prima che cambi idea" Sapevo che l'avrebbe fatto, era un sua abitudine anche due anni prima. Mi ci volevano sempre dei giorni per convincerla a sfogarsi e sapevo che la maggior parte delle volte non mi diceva nemmeno tutto.
"Va bene. Probabilmente non mi ci vorrà molto a smaltire il ruhm e cambiare idea." Io lo volevo fare, era un po' che ci pensavo. L'alcool mi stava solo dando la spinta necessaria.
"Cosa vuoi farti tatuare?"
"Una bussola" Harry aveva tatuata una nave, una bussola non ha ragione di esistere senza una nave e al contrario dove potrebbe mai andare una nave senza la sua bussola? Harry era la mia nave, io non avevo ragione di esistere senza di lui.
HARRY's POV
Avevo sentito una parte di litigata tra Niall e Ele, da quel momento il biondo non mi aveva più parlato. Era rimasto steso sul letto, tirando pugni al cuscino di tanto in tanto, e ripetendosi quanto idiota fosse. Se fossi stato sveglio gli avrei detto di prendersi ciò che gli apparteneva, di andare da Eleonora e fare qualcosa di schifosamente romantico per riconquistarla, ma non potevo, mi dispiaceva ma non potevo fare quello che mi era stato detto da Sophia.
"Buongiorno tesoro" Mia madre come ogni mattina era entrata in camera gustandosi un cappuccino come colazione.
"Ho una sorpresa. Sono sicura che ti farà piacere. Io adesso vado, ti mando la sopresa" Pregavo che non fosse mio padre, non aveva nessuno motivo per essere lui. L'aveva mandato a fanculo una settimana prima, non doveva essere lui.
"Hey" disse debolmente una voce femminile. Sapevo chi era, solo mi rifiutavo di crederci, lei avrebbe dovuto odiarmi.
"Mamma mi ha detto che devo far finta che tu stia dormendo, e che devo parlarti proprio come facevo in campeggio perchè so che quando dormi, rispondi sinceramente. Ma io non ci riesco, mi dispiace. Mi manchi così tanto" Gemma, era lì e mi stava abbracciando. La mia Gemma, la sorella che mi hanno sempre tenuto lontana ora era poggiata sul mio petto. Avrei voluto urlarglielo quanto mi fosse mancata, quanto volte avessi pensato a lei in quel periodo, ma non potevo. Io non riuscivo a stare meglio, non riuscivo a svegliarmi. Ormai era come desiderare la pioggia stando in mezzo al deserto.
"Scommetto che se fossi qui mi daresti della femminuccia perchè ti sto piangendo addosso"
'No, se io fossi lì piangerei insieme a te'
"Ti prometto che finchè tu non starai meglio io non me ne andrò da questo schifo di città" Sapevo che avevo sempre odiato Londra, a lei piaceva il clima caldo, aveva sempre odiato l'umidità e ogni cosa che riguardasse la pioggia.
"Dico sul serio, finchè non sarai in piedi io non me ne vado. Non mi interessa cosa dice nostro padre." A quella affermazione il mio desiderio era di rimanere in questo stato ancora per un po' almeno Gemma sarebbe stata con me. Se mi fossi svegliato lei se ne sarebbe andata di nuovo.
STAI LEGGENDO
You save my life||Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles, ragazzo diciottene che ha un grave problema alle ossa. Si trasferisce a Londra per le cure e incontra per la prima volta l'unico medico che abbia voluto farsi carico della sua situazione, Louis Tomlinson.