35.Sarebbe come morire di sete in mezzo al mare

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LOUIS' POV

"Sai vero, che gliene devi parlare?" Solito pub, solita persona che mi rimproverava. La cosa che suonava strana era che ero stato io a chiamare Eli, solo per provare a me stesso che le mie scuse avrebbero retto.

"Non ne vedo la necessità" Cercai di essere convinto delle mie parole, ma nemmeno un deficiente avrebbe ritenuto il mio discorso sensato.

"Nick, ferma gli alcolici per Tomlinson, vedo che stasera partono già abbastanza stronzate anche senza bisogno della vodka." Disse la ragazza rivolgendosi al barista, che ormai avevamo imparato a conoscere.

"Ora tu pensi a quello che hai detto e mi dici che ti dispiace, ma non sei sano di mente" Scandì bene le parole, cercando di guardarmi con un fare minaccioso non molto convincente.

"Tu, Eleonora e Zayn dovete darci un taglio, chiaro? E' davvero grave che io non voglia vedere Harry spezzarsi sotto la forza delle mie parole?!" Era mai possibile che nessuno se ne rendesse conto? Ero il primo a starci di merda, ma non avevo alternativa. Credevano forse che avere Harry ad un piano di distanza senza nemmeno poterlo sfiorare mi facesse star bene?

"No, tu ora mi ascolti, chiaro? Come cazzo pensi che si possa sentire Harry, la persona che si occupa di lui da ormai una settimana e la stessa che ha rischiato di farlo morire! Ah, e non dimentichiamoci che il suo ragazzo, che tra parentesi e colui che ha assunto quella persona, non gli rivolge parola. Lui ha il diritto di sapere il perché!" Ormai tutti i clienti del pub si erano voltati nella nostra direzione, ma non mi importava. Sapevo che aveva ragione, ma il mio scopo era vedere fin dove potevano spingersi le scuse dentro la mia testa.

"Ma certo cosa dovrei dirgli?! Quello stronzo che ti è capitato come padre mi ha obbligato ad assumere una stronzetta, altrimenti non ti avrebbe pagato le cure? Non mi sembra esattamente un buon modo per chiarirgli la situazione." Sbattei le mani sul tavolo alzandomi e cercando di andarmene, ma Eli mi trattenne.

"Magari non esattamente così, ma in qualche modo lo deve venire a sapere! Ne ha il diritto!" Mi sentii afferrare il polso e venni costretto a sedermi nuovamente.

"No. Lui non deve saperlo. Mi sembra di avertelo raccontato cosa prevede il patto. Non mi è permesso vederlo." Rubai il bicchiere di Elisabeth che conteneva ancora un po' di liquore ambrato e lo bevvi velocemente.

"Sei un idiota Tomlinson!" Il bicchiere mi venne prontamente tolto dalle mani e venne reindirizzato a Nick.

"Va bene! Ti pagherò un altro giro!"Dissi esasperato tirando fuori il portafoglio.

"Seriamente pensi mi interessi di uno stupido drink? Sei un idiota perchè pensi di darmela a bere. Ti conosco Lou, non te ne è mai fregato niente delle regole al liceo, perchè mai dovrei pensare che tu sia cambiato? So benissimo cosa stai facendo, stai mettendo alla prova la parte codarda di te e, prima che tu faccia perdere tempo a entrambi, te la do io la risposta: sai che per quanto tu possa cercare di spingerti lontano da lui, una parte di te ritornerà sempre." Effettivamente mi conosceva troppo bene, pensavo veramente di riuscire a recitare con lei? No. Ero un idiota a crederlo.

"So che non mi rispondi solo perchè sai che ho ragione. Per una volta tanto ti scoccer/"

"Vado a Oxford." Quello che doveva essere solo un pensiero, sfociò in una frase un po' troppo ad alta voce.

"/ebbe così tanto ammetterlo? Insomma sai che non ho problemi, so quanto sei orgoglio-... aspetta cosa?" Vidi la sua faccia incredula puntarsi contro la mia. Abbassai lo sguardo, iniziando a giocherellare con le dita. Era un decisione improvvisa, presa su due piedi. Sì, ci avevo pensato molto nell'ultima settimana, ma non pensavo che avrei seriamente preso in considerazione l'idea di farlo.

You save my life||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora