Leggete l'angolo autrice in fondo, è importante :)
LOUIS' POV
"Io non pago le cure ad Harry ormai da mesi, piccolo ingenuo Dottor Tomlinson" Disse Des continuando a ridere più forte. Aveva decisamente poco da ridere, perchè se l'avessi avuto di fronte probabilmente gli avrei spento quella risata contro la mia scrivania a forza di testate.
"Che cazzo significa?!" La voce mi uscii più bassa e più roca di quanto volessi.
"Esattamente quello che ho detto, non sborso un quattrino per mio figlio da parecchio tempo. Non che avessi mai iniziato comunque, usavo i soldi che avrei dovuto dare a Gemma. Non sono così stupido come tutti pensano, sapevo dei loro sotterfugi per fottermi i soldi." Nella mia mente continuavo a ripetermi di stare calmo, di non spaccare nulla, ma prima che me ne potessi accorgere la tazza di ceramica che doveva servire come portamatite si era frantumato al suolo.
"Tu sei solo un.." Stavo cercando un insulto che facesse al caso suo, ma non riuscivo a trovare nulla, tutte le parole mi sembravano troppo leggere per quell'essere.
"Non disturbarti a cercare un insulto, probabilmente l'hanno già usato in precedenza con me. Sprecheresti tempo e non saresti neanche originale" Disse molto tranquillamente, non avevo mai incontrato nessuno che fosse così poco toccato da un insulto.
"Non riuscirei comunque a trovare qualcosa di adatto" Risposi prendendo in mano una matita iniziando a valutare i pro e i contro sul romperla.
"Ah Tomlinson! Ti avevo avvertito, mi hanno già detto anche questo. Davvero poco fantasioso a mio parere" Riprese a ridere.
"Fantasioso?! Davvero tu ne devi sapere molto di più di fantasia se sei stato in grado di mettere su questo teatrino solo per tenermi lontano da Harry! Quando pensavi di dirmelo che non paghi le cure?" Diedi un pugno alla scrivania alzandomi in piedi, solo per scaricare almeno un po' della rabbia che stavo accumulando.
"In realtà non pensavo di dirtelo affatto. E, giusto per ricordartelo, hai fatto tutto da solo : hai lasciato la clinica a tuo padre, hai chiamato me come un cucciolo indifeso chiedendomi un accordo, e infine mi stai chiamando ora solo per urlarmi contro e scaricarmi addosso le colpe che tu hai commesso!"Anche mentre faceva questo discorso, la sua voce era rimasta calma, e non lasciva trasparire nessuna emozione, probabilmente solo per il fatto che di emozioni non ne aveva affatto.
"Allora ti farà piacere sapere che non ti chiamerò più, ora che ho risolto il problema, posso stare con Harry tutto il tempo che voglio" Dissi cercando di calmarmi, in fondo poteva essere una buona notizia, Des ci aveva tolto del tempo insieme ma avremmo potuto recuperare ora che non poteva fare più nulla per tenerci lontano.
"Sempre che lui sia d'accordo" Sbuffò una risatina.
"Cosa intendi dire?"
"Sei stato tu tu a dire che non gli sei più così indispensabile" Disse continuando a ridere.
"Sono ancora in tempo per fortuna, lui mi ha detto che mi aspetterà" iniziai a fissarmi le dita mentendo più a me stesso che a lui. Harry sapeva che io volevo che lui mi aspettasse, lo aveva capito, ma io non riuscivo a capire cosa avrebbe fatto. Così continuavo a mentire a me stesso, cercando di convincermi di essere ancora in tempo, perchè se così non fosse stato non me lo sarei mai perdonato.
"Ne dubito fortemente, non è mai stato un tipo molto paziente e, lasciatelo dire, tu non ne vali la pena." Una sola frase bastò a spezzarmi del tutto. Continuavo cercare di ripetermi che lui non conosceva Harry, che lui per me, avrebbe aspettato, ma per quanto ci provassi, Des era sempre sua padre e lo conosceva da molto più tempo di me. Avevo imparato a conoscerlo anche io, e sapevo che Harry era un persona abitudinaria. Gli piaceva quella sua routine, svegliarsi con un bacio e subito dopo sentire l'odore del caffè e appena finita la bevanda calda ritornare subito sulle mie labbra. Io ne ero entrato a far parte, le avevo cambiate, per poi andarmene e costringerlo a cambiarle di nuovo.
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You save my life||Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles, ragazzo diciottene che ha un grave problema alle ossa. Si trasferisce a Londra per le cure e incontra per la prima volta l'unico medico che abbia voluto farsi carico della sua situazione, Louis Tomlinson.