The bite

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envlienx_javaddsvoice e karmagrr  che mi hanno aiutato e supportato nei miei momenti di follia. Troverete qualcosa di nostro in questa storia.

Che questa storia possa far riflettere sulla potenza del legame che ci unisce agli altri. 
Non sottovalutate mai il potere del tocco degli altri, la loro presenza, non sottovalutate mai nulla. 

Un bacio, la vostra H.


Gli avvenimenti di alcune sere prima non gli permettevano di prendere sonno. La sua mente problematica non aspettava altro che avere un motivo valido per tenerlo sveglio ed iperattivo, nonostante fossero le tre di notte ed Harry avesse evidentemente bisogno di dormire. Quella cosa che avevano visto nel bosco, lui e Liam, non era un semplice lupo. Era qualcosa di più grosso, in grado di farti tremare le membra e farti rimpiangere di essere vivo. Infatti, nonostante fossero passati giorni dall'incontro con quell'animale, l'adolescente percepiva ancora la sensazione di panico attanagliargli la gola.

Harry sospira e si passa debolmente le mani contro gli occhi. Sebbene fossero arrossati, erano ancora vigili come se avesse dormito dieci ore, evento che non accadeva da anni, incollati contro il monitor del suo computer.

Aveva già ricercato nei giorni precedenti alcune informazioni che riguardavano i lupi, che non si vedevano in California da sessant'anni ormai. Il punto era che Harry aveva capito da subito che quello non fosse un canis lupus: non quando quell'ammasso di peli neri e bianchi che si erano ritrovati davanti era troppo grande per esserlo. Quando Liam è stato morso proprio da quel bestione, Il ragazzo dai capelli ricci non ha perso un secondo prima di trascinarlo nella sua jeep e fiondarsi a casa sua. Aveva davvero temuto per la salute di Liam. Lo stesso Liam, il suo migliore amico da praticamente tutta la vita. Harry aveva scacciato non con poca fatica l'attacco di panico che gli aveva appannato la vista durante la guida al pensiero di poter perdere anche lui.

"Tesoro, ancora sveglio?" La voce di sua mamma lo fa sussultare ed il ragazzo le rivolge un sorriso pregno di scuse. Non l'aveva nemmeno sentita rientrare dal suo turno serale. Osserva la donna, così simile a lui, sospirare divertita contro lo stipite della porta, prima di avvicinarsi a lui e posargli una mano fra i capelli. Anne sposta lo sguardo sulle numerose scartoffie presenti sulla scrivania e per terra, puntando nuovamente lo sguardo in quello di suo figlio.

"Si, stasera non riesco a riposare." Il minore scrolla le spalle, notando sua mamma indossare ancora l'uniforme da sceriffo e rotea divertito gli occhi alla sua espressione preoccupata.

"Hai esagerato di nuovo con l'Adderal? Dio Harry, tu mi fai preoccupare." Borbotta bonariamente la donna, prima di dare un sonoro sbadiglio. "Almeno stenditi sul letto." Propone, dopo avergli lasciato un bacio contro la tempia, andando verso la porta. Prima di andarsene ritorna a guardare Harry che, come previsto, ha riportato la sua attenzione sullo schermo del computer che gli illumina il viso e gli occhi chiari, ignorando totalmente le sue parole. Sospira sotto voce, andando nella sua camera per concedersi una meritata dormita, consapevole di non poter fare altro per convincere suo figlio.

Harry, troppo impegnato a cercare risposte alle sue domande, non si rende nemmeno conto del fruscio della tenda contro la finestra aperta.




"Cosa vuol dire che la ferita è guarita?" Harry rivolge un'occhiata confusa al suo migliore amico che, a differenza sua, è bello pimpante ed energico. Al minore viene da ridere: Liam era quello che era stato aggredito e si comportava come se niente fosse e lui invece si aggirava come se gli avessero ucciso il cane.

A storm in a tea cupDove le storie prendono vita. Scoprilo ora