Friendship

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Sbuffa, guardando annoiato il soffitto della propria camera e dà successivamente un verso di frustrazione, prima di rigirarsi a pancia in giù ed affondare il viso nel cuscino. Harry si sentiva esausto sia mentalmente che fisicamente. Il suo cervello non smetteva mai di pensare, di fare ragionamenti e non riusciva a lasciarlo in pace neanche la notte: erano settimane che si svegliava in preda agli incubi o che non riusciva proprio a riposare a causa dei continui pensieri. Il campanello della porta principale di casa sua però lo ridesta dal suo tentativo di rilassarsi, proprio come uno scherzo del destino.

A quanto pareva, il mondo lo odiava. 

Si trascina giù per e scale e, appena apre la porta d'ingresso, fa scivolare un'occhiata perplessa nei confronti di Liam e Niall, immobili ad osservarlo con buste colme di cibo. Immediatamente l'odore di pollo fritto lo assale e diamine, il suo stomaco inizia a lamentarsi. Da quanto non metteva qualcosa di solido sotto i denti? Li lascia entrare facendosi da parte, chiudendo successivamente la porta e si morde il labbro, osservando i suoi amici, i suoi due migliori amici, accomodarsi al salotto e sistemando le buste.

"Come mai siete qui?" Domanda, un po' risentito, e le occhiate che si scambiano i due fa ben capire che beh, quello era un debole tentativo di chiedere scusa.

"E' da un po' che non passiamo una serata soltanto noi tre e beh...ci è sembrato di starti trascurando ultimamente." Niall ammette e sulle labbra di Liam spunta un debole sorriso sincero. Entrambi erano realmente dispiaciuti della loro improvvisa lontananza, erano sempre assieme, parlavano sempre, eppure era da tanto che non passavano una serata solo loro tre.

"Grandioso." Sospira con un sorriso Harry, avvicinandosi piano alle buste, prima di venire inglobato da due corpi che lo stringono forte come a creare un'unica entità. "Strozzarmi non vi farà perdonare prima, stupidi trogloditi." Borbotta, ricambiando però quegli abbracci e facendo ridere i due ragazzi. 

Liam e Niall avevano da sempre il potere di farlo tornare con i piedi per terra, in tutti i sensi. I due erano perfettamente a conoscenza del suo carattere particolarmente irrequieto, suscettibile e rancoroso. Sapevano anche che la paranoia di Harry era una vecchia amica dalla quale non poteva liberarsi e che, di tanto in tanto, risbucava fuori facendolo cadere in quello stato di dubbio perenne e trascinando con se le uniche certezze della vita che gli erano rimaste. Liam e Niall però non avevano mai lasciato realmente il suo fianco, sapevano quando esserci e quando invece il riccio avesse bisogno di momenti suoi, quando tutto diventava troppo ed Harry doveva cavarsela da solo, ricucire i pezzi autonomamente per poter andare avanti. Harry è consapevole che non fosse un compito semplice stargli vicino e si sente egoista nel desiderare che i suoi due migliori amici non lasceranno mai il suo fianco. Nonostante la paranoia, sapeva che quei due gli volevano davvero bene e che niente li avrebbe allontanati. Certi giorni però aveva bisogno di rammentarlo e, come al loro solito, i due avevano capito che quello fosse proprio uno di quei periodi, inoltre anche Harry c'era sempre stato per loro, anche quando non c'era per sè stesso. 

Erano la costante delle loro vite e separarsi l'un dall'altro equivaleva a fare un torto a loro stessi.









"Dio santo Niall, mastica a bocca chiusa!" Harry ride al tentativo di Liam, con una faccia alquanto disgustata, di far mangiare in maniera civile quell'essere biondo che quando vedeva il cibo si trasformava in una belva.

Erano finiti con lo strafogarsi pollo, burritos e patatine fritte e Harry si sentiva rigenerato. Percepiva lo stomaco deliziosamente pieno e sentire la coca cola ghiacciata scorrergli lungo la gola era fantastico. Era esaltato e pieno di gioia perché non stavano facendo altro che prendersi per il culo, parlare delle ultime cose accadute a scuola e si sentivano finalmente normali. Harry sorride a quello, si ferma ad osservare Liam mangiare le patatine, Niall mangiare l'ennesima aletta di pollo, e scuote il capo rassegnato.

A storm in a tea cupDove le storie prendono vita. Scoprilo ora