Code 16

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Bobby Horan era passato a prendere Liam ed Harry da solo, avendo preferito lasciare Niall a casa in maniera tale da permettergli di rinfrescarsi. Non che in ospedale non avesse avuto le adeguate attenzioni o altro, ma sapeva quanto suo figlio amasse la sua privacy e lo stare in quella struttura per quelle settimane non aveva di certo giovato alla sua salute mentale: più volte aveva visto quel biondo lanciare degli sguardi omicidi agli infermieri che non lo lasciavano in pace. Quindi, dopo aver raccattato di due adolescenti, li aveva condotti a casa sua, approfittandone anche per scambiare due parole con il giovane Beta ed Harry che l'avevano aggiornato della riunione di quel pomeriggio.

"Effettivamente, per quanto Louis possa aver ragione a temere per il potere represso di Zayn, credo sia la soluzione migliore uno scontro tra la controparte maschile e quella femminile dei messaggeri della morte." Mormora, uscendo dalla macchina, osservando i due recuperare i propri zaini. Le Banshee ed i Farshee erano molto schivi e subdoli, in Irlanda aveva sentito parlare delle loro storie a bizzeffe ma, fortunatamente, fino a quel momento non si era mai imbattuto in uno dei due.

"Speriamo solo che vada tutto bene." Liam si ritrova a mormorare, un po' mogiamente, preoccupato per il destino del Farshee.

Prima che i tre possano continuare a parlare, la porta di casa viene aperta e Niall appare davanti a loro, con un sorriso tutto denti ed uno sguardo felice, facendo capire loro di non aver sentito la loro conversazione, fortunatamente. Accoglie piano fra le braccia i due amici, prima di farli accomodare. Bobby Horan però resta allo stipite della porta, passando le mani tra i capelli di suoi figlio per scombinarglieli. "Stasera io ho la ronda ragazzi. Mi raccomando, le pizze stanno per arrivare e cercate di non far smuovere troppo questo smidollato." Si rivolge principalmente a Harry e Liam che ridono nel vedere Niall borbottare e sistemarsi i capelli, prima di salutare suo padre con una pacca sulla spalla.

L'irlandese aveva su una comoda tuta nera, che gli permetteva di muoversi senza troppi impedimenti. Ovviamente, i punti alla ferita non erano ancora cicatrizzati e doveva fare dei movimenti lenti e precisi, evitando di muoversi troppo. Per questo quando la pizza arriva, dopo pochi minuti, Liam costringe Niall a stare fermo sulla sedia e Harry corre a recuperare la loro cena, ritornando al tavolo.

"Dio santo, quanto ho desiderato una bella pizza!" Niall afferma sognante, aprendo lo scatolo come se non vedesse cibo da anni e addentando con gusto un trancio, facendo ridere i due amici.

"Come se mia madre non avesse permesso a tuo padre e al resto del branco di portarti robacce da mangiare!" Liam sospira affranto, ottenendo delle proteste da parte sua e dei risolini divertiti da parte di Harry che osserva divertito Niall gonfiare le guance come un piccolo criceto, visibilmente contrariato.

"Guasta feste. Comunque ve lo giuro, non riuscivo più a stare in quell'ospedale. Poi, a causa degli orari di permesso per le visite, non siamo riusciti ad avere un momento per tutti e tre." Il biondo sospira, osservando Harry e Liam guardarlo con un lieve sorriso intenerito a quella velata confessione.

"Dai, pochi giorni e ti rimetterai in sesto. Poi potremo iniziare a spiare il nostro caro Harry che, in questi giorni, è stato completamente rimpiazzato da un dannato alieno." Liam porta la discussione su una tematica decisamente succulenta per lui e per il biondo che, per l'appunto, subito si illumina. Harry, ovviamente, cerca di non farsi andare di traverso la pizza.

"A proposito, brutto bastardo, a causa del mio telefono disperso chissà dove, non sono riuscito a chiederti cosa diamine fosse successo tra te e quel pazzo di Alpha." Niall lo guarda con i suoi occhi chiari maliziosi, facendo pentire ad Harry di essere nato. Il biondo aveva subito notato una diversa intesa tra Louis ed Harry, ma ad essere onesto, inizialmente aveva creduto che fosse dovuto al fatto che Louis fosse non poco restio con gli umani. Invece, quando erano andati a trovarli in ospedale per la prima volta, aveva percepito subito qualcosa di diverso: Louis teneva Harry sotto controllo, visibilmente preoccupato delle sue condizioni e, cosa che gli aveva fatto capire tutto, era stata la presa di conforto sul suo ginocchio e quello sguardo che si erano scambiati.

A storm in a tea cupDove le storie prendono vita. Scoprilo ora