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Si recarono tutti e quattro a casa di Hobi, mentre gli altri tre erano euforici di passare finalmente la serata tutti insieme, Jimin era decisamente preoccupato e ansioso di vedere Jungkook. Non sapeva nemmeno lui come comportarsi, lo aveva sempre trattato di merda e sentire le ultime parole di Yoongi lo avevano fatto sentire ancora più in colpa. Aveva giudicato un ragazzo in base al lavoro che svolgeva, senza curarsi di ferirlo o offenderlo e la cosa bella era che quella sera era stato Jungkook a chiamarlo per chiedergli scusa, quando dovrebbe essere lui il primo a farlo. Si sentiva una merda.

I due ragazzi vivevano in un piccolo complesso in periferia, dalla baita di Jimin ci volevano circa venti minuti per arrivarci.

Appena arrivarono Jimin osservò la piccola casa dei ragazzi e potè notare che c'era un piccolo giardino molto curato con al centro un albero di ciliegio, spoglio per ora, circondato da piccoli sassi bianchi.

"Ti piace?" gli chiese Yoongi osservando il corvino che si era soffermato davanti al ciliegio.

"Si, è molto bello e soprattutto molto curato, si vede che Hobi ci tiene molto"

"Hai dato per scontato che sia Hobi ad occuparsene" sogghignò Yoongi "Stai di nuovo sottovalutando Kook...Hobi non riuscirebbe a far crescere nemmeno una pianta grassa. Tutto ciò che vedi è merito del coniglietto che cura sia il giardino che la casa. Se ne avrai la possibilità ti accorgerai della differenza tra oggi, che Kook è segregato nel letto e la prossima volta che verrai. Siete molto simili anche in questo Jimin, ho notato come sia curata e pulita nei minimi particolari casa tua"

Il moro rimase di nuovo senza parole, ultimamente quel ragazzo stava mettendo a dura prova il suo stato psicologico e gli faceva aumentare sempre di più i sensi di colpa nei confronti del suo amico.

"Entriamo" li condusse Yoongi all'interno della casa, dove vennero accolti da un Hobi abbastanza silenzioso che gli fece cenno che il corvino era collassato nel letto subito dopo aver avuto la conferma che Jimin stava bene. Non sapeva nemmeno che sarebbero arrivati a trovarlo.

"Non sa che siete qui per fortuna" disse Hobi a bassa voce, mettendo ulteriormente a disagio Jimin "No, non intendevo che non sarete i ben accetti, anzi. Solo che se lo avesse saputo mi avreste trovato con un grembiule, una scopa e una paletta in mano" concluse facendo ridere Tae e Jin, il quale si offrì subito di preparare qualcosa da mangiare per tutti e un po' di porridge per l'ammalato.

Jimin si sentiva troppo a disagio, i suoi due amici erano molto tranquilli, forse troppo per i suoi gusti.

Aveva intuito, dai loro atteggiamenti, che non erano nuovi in quella casa e che sicuramente, a differenza sua, avevano anche frequentato gli altri ragazzi molto spesso. C'era molta complicità fra loro e molta spensieratezza, soprattutto fra Tae e Yoongi, non aveva ancora capito bene cosa stava succedendo, ma era sicuro che il suo migliore amico gli stava nascondendo qualcosa.

"Ehi Jimin, tutto bene?" gli chiese proprio quest'ultimo.

"Si...sono semplicemente un po' spaesato e mi sento anche a disagio. Lo sai che le persone mi fanno questo effetto. Tu e Jin invece mi sembrate molto a vostro agio" affermò.

"Si...beh...in effetti io, Jin e Nam da quella sera al pub ci siamo visti con i ragazzi quasi tutti i giorni. Non volevamo tenertelo nascosto, mi dispiace, ma sapendo che non volevi assolutamente saperne di Kook, abbiamo pensato che era meglio che tu non lo sapessi" si mortificò Tae, pensando di aver sbagliato a nascondere tutto questo al suo migliore amico, ma davvero lo avevano fatto in buona fede, non volevano farlo stare male.

"Non importa Tae, capisco benissimo il perché lo avete fatto" sospirò, capendo che effettivamente era colpa sua se gli altri non gli avevano detto niente. Alzò lo sguardo verso il suo migliore amico "Quanto è stato male?" chiese, riferendosi al ragazzo che in quel momento dormiva nella stanza al piano di sopra, aveva bisogno di saperlo, aveva bisogno di sapere tutto di lui.

"Parecchio...la sera che è stato male siamo stati io e Yoongi a portarlo all'ospedale. Non si reggeva in piedi e anche ora è talmente testardo che non capisce che non può alzarsi dal letto, ma lui lo fa lo stesso e poi succede come ieri che è svenuto in cucina. Per fortuna che c'era Hobi in quel momento. Sai Jimin, è testardo quanto te, anzi forse peggio" disse Tae scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

"Ragazzi la cena è pronta fra dieci minuti" urlò Jin dalla cucina "Qualcuno vada a svegliare il piccoletto e lo aiuti a mettersi sul divano che per lui ho preparato un ottimo porridge"

"Vai tu, seconda porta a destra dopo le scale" ordinò Tae verso Jimin spingendolo verso le scale.

Una storia da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora