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Appena i due fratelli se ne andarono, Jimin si munì di bacinella con acqua fredda e due pezze ed andò subito nella stanza dove Kook stava dormendo.

Il suo sonno era leggermente disturbato, non stava dormendo tranquillo, si lamentava spesso, probabilmente aveva dolori in tutto il corpo e la febbre ancora alta, lo indeboliva molto.

Il moro prese subito a passargli il panno fresco e bagnato sul viso e sul collo molto delicatamente.

Jimin iniziò a soffermarsi di più sui lineamenti del ragazzo, era davvero stupendo.

Decise di sbottonargli la giacca del pigiama e di passare il panno anche sul torace e poi sulle gambe, doveva assolutamente rinfrescarlo completamente, l'ultimo periodo in cui aveva dovuto curare la nonna lo avevano portato ad avere abbastanza esperienza ed a sapere benissimo come comportarsi in questi casi.

Si alzò e iniziò a sbottonare la giacca, sentì il corpo del corvino venire attraversato da una scossa di brividi.

"Hai ragione, piccolo, ma resisti un pochino e vedrai che starai meglio domani" si rivolse ad un dormiente Kook. Continuò nella sua missione e con molta calma e delicatezza iniziò a tamponargli il petto, sapeva benissimo che certi pensieri non dovevano nemmeno passargli per l'anticamera del cervello con il corvino in quelle condizioni, ma i suoi occhi si erano soffermati su quel petto vigoroso e liscio e non potè fare a meno di deglutire e di vagare con la mente. Cercò di sbarazzarsi di certi pensieri che la sua mente si era imposta di fare, scrollò la testa come per liberarsene anche se non servì a molto.

Si impose di smetterla e sbuffò rumorosamente verso sé stesso che si maledì da solo, ma cosa poteva fare quando aveva davanti a sé quell'adone.

"Basta Jimin, sei un idiota. Riprenditi, non è il momento di pensare a certe cose, stupido" disse a sè stesso picchiandosi una mano sulla fronte, per scacciare quei pensieri impuri che continuavano a colmare la sua mente ed ad accelerare i battiti del suo cuore.

"J-Jimin...c-cosa stai facendo? P-perché ti stai picchiando" disse all'improvviso la vocina sottile, sottile di Kook che si era svegliato di soprassalto dopo un piccolo attacco di tosse.

"Ahhh, no, no, niente. Non ti preoccupare, stavo pensando ad una cosa stupida...la...scia perdere" mormorò imbarazzato e con il volto arrossato.

"A me non sembrava tanto stupido il tuo pensiero...ma fammi riprendere bene e poi ne riparleremo" sogghignò il corvino soffermandosi sulle mani di Jimin che erano ancora sul suo petto prima di chiudere gli occhi e tornare a dormire.

"C-che c-cosa???? K-Kook guarda c-che h-hai c-capito m-male...ma che c..." balbettò imbarazzatissimo Jimin, aveva le guance in fiamme e non riusciva nemmeno a connettere i pensieri, che cosa era successo e soprattutto che cosa aveva sentito Kook, era troppo imbarazzante.

"Jimin, stai tranquillo. Ne riparliamo quando starò meglio, davvero. Ora ho troppo sonno" promise Kook prima di cadere in un sonno profondo.

Il moro, ormai imbarazzato e scioccato, pensò che sicuramente, anche se aveva sentito, non si sarebbe ricordato nulla per fortuna. La febbre era ancora alta e sicuramente poteva semplicemente dire che non era vero, ma che aveva avuto delle allucinazioni...

Convinto della sua teoria, continuò il suo lavoro sul corpo di Kook e stavolta cercò di guardarlo il meno possibile e di fare il più veloce che poteva.

Aveva accudito il corvino tutta la notte, cambiando l'acqua e le pezze più volte e quando la temperatura corporea era iniziata a scendere si rilassò un po' e si addormentò con la testa appoggiata al letto, sfiorando con il braccio il corpo di Kook.

La mattina, il primo a svegliarsi fu il corvino che appena aprì gli occhi ebbe subito una visione paradisiaca accanto a lui.

Jimin dormiva ancora profondamente e Kook non aveva la minima intenzione di svegliarlo. Aveva urgenza di andare in bagno, ma era troppo debole per farlo da solo, gli serviva una mano dal moro, ma in quel momento era troppo preso nell'osservare quella creatura eterea che stava beatamente dormendo vicino a lui. sembrava un angelo, con la bocca leggermente aperta e la guanciotta schiacciata dal braccio lo rendevano così tenero che aveva una gran voglia di stringerlo a sé e coccolarlo tutto il giorno.

Si mise sul fianco per guardarlo meglio e l'istinto lo portò a sollevare la mano per scostargli dal volto una ciocca ribelle che lo nascondeva alla sua vista. Mise la ciocca dietro all'orecchio e fissò a lungo quel bellissimo volto iniziando ad accarezzarlo delicatamente.

Non conosceva bene Jimin, non conosceva il suo passato né il suo presente, ma aveva capito che ne doveva aver passate molte nella sua vita nonostante la giovane età e forse era proprio questa la motivazione per la quale si sentiva così attratto da lui fin dal primo giorno.

Voleva stargli vicino, voleva trasformare quel viso pieno di sofferenza e tristezza in un viso felice e sapeva di poterlo fare, perché anche a lui, come a Jimin, la vita aveva riservato solo delusioni.

Kook aveva bisogno di amore, aveva bisogno di non essere più solo, aveva bisogno di una persona che gli sapeva tener testa e che lo amasse per ciò che era ed era fermamente convinto di averla trovata.

Avrebbe fatto di tutto per farsi amare da quel piccolo pulcino, non gli importavano le conseguenze, avrebbe scalato il mondo se fosse stato necessario...Kook otteneva sempre ciò che voleva e ora voleva l'amore incondizionato di Jimin.

"K-Kook...s-stai bene?" chiese il moro svegliandosi. Alzò la testa verso di lui redendosi conto che aveva ancora la mano di quest'ultimo sulla sua guancia che continuava ad accarezzare. Imbarazzato, scansò la mano del corvino e borbottò che doveva andare in cucina a preparare la colazione.

Cercò di alzarsi tutto intorpidito, ma venne fermato da Kook che lo spinse verso di sé facendolo cadere sul letto vicino a lui.

Lo affiancò subito e si avvicinò talmente tanto che il corpo del moro si immobilizzò all'istante, spalancando gli occhi.

"Stai tranquillo Jiminshii, non voglio farti nulla. Voglio chiederti se gentilmente mi accompagni in bagno prima. Credo di non riuscire molto bene a reggermi in piedi da solo" sussurrò vicino all'orecchio del suo amico che deglutì, alzandosi immediatamente da quella situazione imbarazzante, accompagnando il corvino fino alla porta del bagno.

"Non chiuderti a chiave e chiamami se hai bisogno di qualcosa, starò qui fuori. Nel frattempo ti preparo i vestiti per cambiarti, stanotte hai sudato parecchio per la febbre" lo informò evitando il suo sguardo.

"Grazie Jimin" rispose, ma prima di chiudere la porta del bagno disse una frase che sconvolse il moro e lo fece fremere e agitare, lasciandolo fermo immobile per cinque minuti, paralizzato.

"Ricordati che appena starò meglio, approfondiremo il pensiero che hai avuto stanotte"

Jimin era nella merda.

Una storia da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora