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Kook si girò a guardare il suo ragazzo e il suo sguardo glaciale lo fece tremare per un secondo, in quel momento la cosa per lui più importante era che Jimin stesse fuori da tutta quella situazione, non doveva per nessuna ragione al mondo essere sfiorato da quell'essere abominevole.
"Jimin...non esiste che prendo in considerazione la seconda ipotesi. Non sono affari tuoi, te lo ripeto. E' la mia battaglia non la tua" lo minacciò Kook calcando sulle ultime parole cercando di ferirlo volontariamente per renderlo più vulnerabile. Ma Kook ancora non sapeva che se Jimin prendeva una decisione nessuno e dico nessuno era in grado di fargli cambiare idea e il moro questa volta aveva già deciso cosa fare.
"Stai zitto Kook" lo gelò immediatamente prima di rivolgersi al padre di Nam "La prego di espormi dettagliatamente l'altra ipotesi, anche perché ho capito benissimo che anche per Lei sarebbe la soluzione migliore. Deduco dalla sua frase che Nam le abbia raccontato tutto della mia vita, quindi mi dica subito il perché ha bisogno di me, o meglio dello scrittore fantasma, per portare a termine questa missione"
"Jimin" sospirò Kook ormai con gli occhi lucidi.
"Non ti permetterò mai di farti rincontrare con quel pezzo di merda. Posso essere una persona fragile, ma credimi che posso diventare il diavolo in persona se qualcuno fa male alle persone che amo" lo aggredì Jimin arrivato ormai al limite della sua pazienza "Ora se vuoi ne parliamo più tardi a casa, ma adesso voglio ascoltare le loro proposte e poi decideremo insieme la soluzione migliore per tutti" lo zittì definitivamente girandosi verso il padre di Nam.
"Mi dica pure sono tutto orecchi" si rivolse al padre di Nam che aveva solo occhi di ammirazione verso quel piccolo uragano che aveva davanti a sé, suo figlio aveva proprio ragione, quel ragazzo era un ragazzo intelligente e per nulla indifeso e fragile.
Dire che il tragitto a casa era teso era poco. Jimin non aveva rivolto la parola a Kook e quest'ultimo non aveva provato nemmeno a cercare di dissuaderlo dalla decisione presa quel pomeriggio.
Alla fine avevano passato più di due ore a revisionare entrambe le soluzioni e la meno pericolosa era sicuramente la seconda, quella che Kook aveva scartato a priori appena aveva saputo che si doveva coinvolgere lo scrittore fantasma, alias Jimin.
Erano entrambi arrabbiati, frustrati e stanchi...arrivarono a casa e mentre Kook se ne andò direttamente in camera sua sbattendo anche la porta, Jimin si nascose nella sua stanza, la stanza che sempre gli dava conforto nelle situazioni drammatiche della sua vita. Era appollaiato sul divano accompagnato dalle fusa del suo gatto, mentre la sua mente continuava a pensare al piano ideato dai servizi segreti.
Doveva ammettere che era un bel piano, non era particolarmente rischioso e soprattutto Kook non veniva coinvolto in nessun modo e questa era la cosa più importante per lui. Non voleva assolutamente che il suo ragazzo rivedesse quel mostro, non voleva vedere di nuovo la persona che amava più della sua stessa vita soffrire. Aveva già perso i suoi genitori e sua nonna, non voleva assolutamente perdere anche Kook, l'amore della sua vita.
Sentì dei leggeri passi soffermarsi fuori dalla porta, un leggero sospiro sfiorava le sue orecchie, attente ad ogni minimo rumore, nella speranza che il suo ragazzo aprisse quella porta e andasse da lui per abbracciarlo...ma purtroppo l'unica cosa che sentì furono i passi che si allontanarono e la porta della camera che si chiudeva...intuendo che non era nemmeno la loro camera, ma il corvino aveva deciso di dormire nella camera degli ospiti per quella notte.
Non era stupido, sapeva benissimo che l'accettare la seconda proposta avrebbe avuto, per lui, un cambiamento drastico nella sua vita. Avrebbe dovuto svelare la sua vera identità al mondo intero, ma oramai poco importava. Da quando Kook era entrato a far parte della sua vita aveva iniziato a riflettere molto sull'esporsi e sul permettere al corvino di avere l'esclusiva intervista con lo scrittore fantasma, svelando anche la sua identità...accanto a lui non aveva più nulla da temere.
Sospirò e decise di alzarsi e di coricarsi cercando di dormire un po', l'indomani mattina avrebbe parlato con i suoi amici e se tutto andava bene fra una settimana erano liberi di tornare alle loro vite.
La mattina seguente entrambi i ragazzi si alzarono di malumore, forse per il fatto di non aver avuto il calore dei loro corpi aggrovigliati e la mancanza delle loro coccole mattutine.
Jimin fu quello che si alzò per primo, preparò la colazione per entrambi e aspettò che venisse raggiunto dal corvino che arrivò poco dopo ancora assonnato e con i capelli tutti arruffati.
Il suo viso era cupo e aveva due occhiaie da paura, segno che la notte non aveva riposato per niente bene.
Si accomodò di fronte al moro senza proferire parola, iniziò a mangiare quando venne interpellato da quest'ultimo che ne aveva piene le scatole dell'indifferenza che il suo ragazzo gli stava mostrando.
"Kook...smettiamola ti prego. Mi sei mancato stanotte e sono sicuro, vedendo le tue occhiaie, che anche io ti sono mancato. Avanti parlami, non ignorarmi" lo supplicò Jimin con un tono tenerissimo.
"Hai cambiato idea?" chiese Kook, che davanti alla negazione del moro, si alzò di scatto dalla sedia e se ne andò verso la porta d'ingresso "Allora non abbiamo nulla di cui parlare. Oggi vado dai ragazzi, non mi cercare a meno che cambi idea"
"KOOK..." non fece in tempo ad aggiungere altro che la porta sbattè, lasciando Jimin solo in quell'enorme casa con la sola compagnia del suo piccolo gattino che gli si era appollaiato in grembo, come se avesse capito che il suo padroncino aveva bisogno di tante coccole e amore.
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Una storia da raccontare
FanfictionJimin un ragazzo normale, uno scrittore di successo denominato "Lo scrittore fantasma" perchè nessuno conosce la sua identità...ama la solitudine e vive in una baita immersa nella natura. Odia profondamente i giornalisti. Jungkook un giornalista all...