Arrivò il pomeriggio e finalmente anche l'ora in cui se ne poteva tornare a casa e godersi il resto della giornata rilassandosi nel calduccio della sua baita. La sessione esami era appena conclusa e di conseguenza aveva molto tempo libero in prossimità della prossima ed ultima, prima della laurea. Ancora non riusciva a credere di aver recuperato in così poco tempo tutti gli esami che aveva in arretrato.
Si stava dirigendo verso il parcheggio del bar per recuperare la macchina, quando da lontano intravide un ragazzo che si stava sbracciando in modo buffo per attirare la sua attenzione.
"JIMINNNN...EHI JIMINNN" sentì urlare da una voce a lui famigliare.
"J-Jungkook?" esclamò a bassa voce riconoscendo nel ragazzo dall'altra parte della strada, il suo cliente abituale della mattina "Che cosa vuole ora questo?" sospirò tra sé e sé.
Non capiva cosa volesse da lui, anche perché non erano amici e a parte qualche frase abitudinaria che si scambiavano durante le varie mattine, non avevano mai dialogato e di conseguenza non riusciva a capire cos'era tutta quell' agitazione del ragazzo che in quel momento attraversava, correndo, la strada per raggiungerlo. Appena fu vicino si fermò un secondo piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
"C-ciao Jimin, s-scusa se ti ho urlato in questo modo" disse Jungkook con il fiato corto.
"Tranquillo Jungkook, riprendi fiato con calma, prima che mi collassi qui" rispose ridendo.
"S-scusami ancora, ma appena ti ho visto mi è venuta un'idea brillante" disse imbarazzato grattandosi la nuca con la mano "Posso offrirti un caffè, ho bisogno di parlarti un secondo".
Jimin, che non aveva la minima intenzione di stare oltre lo stretto necessario con quel ragazzo, decise di inventarsi una scusa senza offenderlo, ma di prestargli almeno un minimo di attenzione solo perché lo riteneva troppo buffo e tenero.
"Ascolta Jungkook, purtroppo ho un impegno inderogabile e sono pure in ritardo, ma se mi accompagni al parcheggio nel frattempo posso ascoltare la tua brillante idea" cercò di essere il più gentile possibile, anche perché davvero quel ragazzo gli piaceva molto, se solo non fosse stato un giornalista...
"D'accordo Jimin" sorrise trionfante il corvino "Ti accompagno volentieri, andiamo" disse prima di fare un gesto con la mano al moro per fare strada. Era davvero strano quel ragazzo.
"Dimmi pure Jungkook, che cosa posso fare per te?" chiese Jimin.
"Ok...ascolta lo so che non ci conosciamo molto, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto...tu conosci molti studenti e potresti interagire con loro la mattina, tra una colazione e l'altra..." constatò velocemente Jungkook, quasi parlando più a sé stesso che a Jimin, come se ancora dovesse elaborare bene la sua idea.
Jimin, dal canto suo, ancora non aveva capito dove stava andando a parare e attese che continuasse ad esprimere la sua idea.
"Ecco si...tu...potresti aiutarmi a chiedere informazioni agli studenti su di lui..." rifletté Jungkook a voce alta prendendosi il mento fra le mani, per poi girandosi all'improvviso verso il moro.
"Scusa Jungkook, ma non ti seguo. Perdonami, ma non sono molto bravo a interagire con le persone, io faccio solo i cappucci e come ben sai ci sono le ragazze che portano al tavolo. Quindi non saprei davvero come potrei aiutarti...e poi..." si fermò all'istante davanti ormai alla sua macchina e lo guardò ancora confuso "Non ho capito...chi sarebbe questa persona che tanto ti incuriosisce?"
Jungkook si avvicinò a Jimin, quasi avesse paura di essere ascoltato da qualcuno, anche se intorno a loro non c'era proprio nessuno.
"Conosci il famoso "Scrittore fantasma?" chiese sussurrando, piegando le due dita per segnare le virgolette "So Hu? Lo scrittore di libri gialli, famosissimo...si dice che sia un giovane scrittore che frequenta la tua università e mi hanno dato il compito di trovarlo e di ottenere una sua biografia, se ci riesco avrò una promozione"
Jimin sentendo quelle parole, sbiancò all'improvviso e sentì le gambe cedere. Cercò di recuperare le forze e di riprendersi immediatamente, lo sapeva che il suo istinto di stare il più lontano possibile da quel ragazzo, era giusto.
"No, mi dispiace Jungkook, non lo conosco e nemmeno voglio conoscerlo. Scusami se non posso aiutarti, ma ora devo proprio andare" rispose con freddezza, salendo velocemente in macchina lasciando solo in mezzo al parcheggio un Jungkook parecchio sorpreso e interdetto da quel ragazzo che era scappato via velocemente come se fosse inseguito da qualcuno.

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Una storia da raccontare
Fiksi PenggemarJimin un ragazzo normale, uno scrittore di successo denominato "Lo scrittore fantasma" perchè nessuno conosce la sua identità...ama la solitudine e vive in una baita immersa nella natura. Odia profondamente i giornalisti. Jungkook un giornalista all...