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"Ciao ragazzi, scusate se ci ho impiegato tanto, ma la situazione non era così semplice come pensavo" si scusò subito Nam entrando nel salotto e sedendosi a fianco del suo ragazzo. Alzò lo sguardo e vide arrivare Kook che teneva per mano un Jimin ansioso e timoroso delle risposte che aveva il suo mentore.
Nam, vedendo quella scena, abbozzò un sorriso verso Jimin annuendo col capo, segno di stare tranquillo che insieme ce l'avrebbero fatta. Nam aveva un'ammirazione particolare per quel ragazzo, aveva dovuto affrontare molte sfide nella vita, ma non si era mai arreso. Anche quando la nonna stava male, lui aveva continuato a starle accanto e a prestargli tutte le cure possibile. più di una volta si era offerto di aiutarlo, dicendogli che gli avrebbe affiancato una sua amica infermiera, ma niente da fare...la nonna era responsabilità sua e se ne sarebbe occupato lui.
Lo ammirava davvero molto, come ammirava Kook...un ragazzo dal carattere dolcissimo, ma tanto solo. Aveva scoperto parecchie cose quella sera, soprattutto su Kook e su quello che aveva subito ed era rimasto talmente scioccato che, dopo che suo padre, gli aveva raccontato quello che avevano scoperto, se ne dovette andare un secondo in bagno per riprendersi.
Ora era lì, davanti al suo gruppo di amici che aspettavano con ansia che parlasse, per loro avrebbe smosso mari e monti per proteggerli.
Aveva tutte le carte in regola per poterlo fare e se fino ad ora non si era esposto era semplicemente per il fatto che voleva essere considerato un ragazzo normale e anche perché per la sua sicurezza e quella dei suoi amici, era meglio che nessuno sapesse di chi era effettivamente figlio. Aveva nascosto la sua vera identità prendendo il cognome della madre da nubile in modo che nessuno lo collegasse a suo padre...il primo ministro della Corea, nonché grande uomo dai sani principi, una persona che non tollerava le ingiustizie e grande amico del presidente della repubblica.
Ora però era arrivato il momento di esporsi, si fidava di quei ragazzi e Jin lo aveva rassicurato che nessuno di loro lo avrebbe giudicato, anzi lo avrebbero semplicemente ringraziato per tutto ciò che stava facendo.
"Bene ragazzi, ho parlato con mio padre ed effettivamente la situazione è abbastanza complicata ma risolvibile solo che ci vorrà un po' di tempo e molta cautela, soprattutto da parte di Jimin e Kook. Innanzitutto mi scuso con voi per quello che vi sto confessando e spero che l'opinione che avete di me non cambi dopo quello che vi rivelerò e che mi consideriate sempre e solo il vostro amico Nam" disse timoroso, osservando negli occhi tutti i suoi amici che lo fissavano con curiosità.
"Aish...è difficile iniziare" sospirò alzando la testa, prendendo un lungo respiro, strinse le mani del suo ragazzo e pose il suo sguardo su Jimin "Jimin, amico mio...non sei l'unico ad aver nascosto un segreto riguardante la tua vera identità. Io sono il figlio del primo ministro Chung, ho preso il cognome di mia madre da nubile e ho vissuto quasi tutta la mia adolescenza come Nam, un ragazzo qualunque cresciuto dai suoi nonni e proprietario ora di una galleria d'arte. I miei genitori mi hanno dovuto proteggere fin dalla giovane età, in quanto mio padre, appena entrato in politica, era stato minacciato. Quindi Kook capisco benissimo come ti sia sentito nel voler proteggere ad ogni costo i tuoi amici" continuò, avendo ormai catturato l'attenzione di tutti che avevano solo sguardi di orgoglio nei suoi confronti. Incoraggiato da questo, continuò il suo discorso, rivolgendosi soprattutto a Kook.
"Appena sono uscito da qui, ho contattato subito mio padre che a sua volta ha contattato il presidente" scoppiò a ridere appena vide i suoi amici spalancare la bocca per la notizia appena ricevuta "Beh si, mio padre e il presidente sono ottimi amici e mentre raccontavo a grandi linee quello che ti era successo e i nomi delle persone coinvolte, lo ha chiamato immediatamente e ci siamo incontrati tutti insieme. Per me è come uno zio e amo entrambi, soprattutto per i valori con i quali mi hanno cresciuto" vedendo che il gruppo era immobile in silenzio decise di continuare ed arrivare alla conclusione di quell'incontro.
"Dobbiamo avere pazienza e soprattutto stare attenti in questo periodo. Jimin mio padre mi ha chiesto espressamente se puoi evitare di andare a lavorare al bar e se puoi uscire il meno possibile da questa casa che sarà sorvegliata di nascosto ventiquattro ore su ventiquattro" chiese Nam, guardando Jimin.
"Ma...io...ho il lavoro e l'univer..."balbettò Jimin, confuso e frastornato da tutta la situazione.
"Tranquillo Nam, non uscirà da questa casa a costo di legarlo" lo interruppe Kook, vedendo subito che Jimin gli rivolse uno sguardo minaccioso "Non mi interessa piccolo, puoi anche odiarmi, ma tu da questa casa non esci. Non puoi immaginarti nemmeno quello che quel ragazzo è capace di fare" sospirò Kook.
"Purtroppo ha ragione e Kook..." lo chiamò Nam, vedendo che ancora stava discutendo con Jimin "La regola vale anche per te" lo minacciò puntandogli il dito contro, ma Kook annuì semplicemente, capendo benissimo che la situazione era abbastanza grave.
"Per quanto riguarda voi ragazzi, sarete tutti sorvegliati. Finchè la situazione non si risolve dobbiamo considerarci tutti in pericolo, purtroppo Taemin può collegare Kook ad ognuno di noi, visto che a quanto ho saputo stasera è tornato già da sei mesi...stava semplicemente osservando Kook e tutto quello che faceva. Soprattutto tu e Hobi, siete stati addirittura visti dal padre di Taemin e credetemi che insieme a Kook e Jimin siete stati schedati da quel bastardo. Mi dispiace ragazzi, ma la situazione è davvero pessima" disse Nam, omettendo ancora ciò che aveva scoperto realmente quella sera sul padre di Taemin e su suo figlio. Non è che non si fidava dei suoi amici, non voleva semplicemente farli preoccupare...ma come aveva detto suo padre era meglio che sapessero la verità, quindi si fece coraggio e decise di raccontare tutto o quasi. Alcuni dettagli erano stati omessi pure a lui.
"C'è un motivo per il quale mio padre mi ha chiesto di essere prudenti e riguarda il padre di Taemin e ora anche suo figlio" disse guardando tutti seriamente e facendoli rabbrividire "Questi due sono a capo del peggior clan mafioso di tutta la Corea e hanno talmente tanti alleati, sia in Corea che in altri stati, che sono sotto controllo da un anno e c'è un'operazione top secret con tanto di agenti sotto copertura che stanno tentando di sopprimere questo clan già da tre anni. Ci stanno lavorando i servizi segreti della Corea, della Russia e della Cina. Non so altro se non il fatto che dobbiamo sparire per un po', dobbiamo rinchiuderci in luoghi sicuri e sorvegliati, non vi sto ad elencare le cose macabre che questo clan ha fatto, vi basta sapere che Kook è stato ancora fortunato, forse protetto dal sentimento tossico di Taemin nei suoi confronti, ma credetemi che se è ancora vivo è un miracolo" concluse, guardando le facce sconvolte dei loro amici. Ormai erano tutti uno nelle braccia dell'altro, spaventati? Si, molto, ma nei loro sguardi c'era anche molta rabbia nel sapere che ancora esistevano persone del genere, che chissà quali crimini avevano commesso.
Ormai intorno a loro c'era solo silenzio, angoscia e preoccupazione. Le loro vite stavano per essere stravolte, ma erano consapevoli del fatto che sarebbero stati protetti e che non gli sarebbe accaduto nulla.

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Una storia da raccontare
FanfictionJimin un ragazzo normale, uno scrittore di successo denominato "Lo scrittore fantasma" perchè nessuno conosce la sua identità...ama la solitudine e vive in una baita immersa nella natura. Odia profondamente i giornalisti. Jungkook un giornalista all...