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Il silenzio che seguì la domanda posta da Jimin a Kook fu abbastanza lungo e imbarazzante. Jimin non osava fiatare dopo aver fatto quella domanda, aveva forse un po' di timore nell'ascoltare la risposta, mentre Kook non sapeva se maledire Tae e la sua boccaccia oppure ringraziarlo per avergli dato l'opportunità di chiarirsi per bene con il moro.

Sospirò per l'ennesima volta e strinse a sé ancora di più Jimin, che percepì il bisogno dell'altro di averlo vicino, così seguì ciò che il suo cuore in quel momento gli stava sussurrando e circondò la vita del corvino appoggiando la testa sul suo petto, lo strinse forte perché alla fine anche lui aveva bisogno di quel calore, di quel piccolo contatto umano che tanto lo faceva stare bene.

"Aishhh, quel piccolo chiacchierone" disse, lasciando un dolcissimo bacio sulla fronte di Jimin.

"Non importa, se non vuoi dirmelo non fa niente"

"No Jimin, non è che non te lo voglio dire, assolutamente...è solo che...ah non importa. Mi faccio troppe seghe mentali. Ho semplicemente rifiutato il pezzo sullo scrittore fantasma e di conseguenza ho mandato a puttane anche la promozione che mi spettava se riuscivo a portare la biografia integra di Su Ho senza censure e bugia" disse tutto d'un fiato, temendo tantissimo la reazione di Jimin che non tardò ad arrivare e lo lasciò alquanto sorpreso e stupito.

"COSAAAAA??? COSA CAZZO HAI FATTO????" urlò il moro, alzandosi a sedere sul letto, buttando al vento le coperte senza accorgersi che aveva scoperto anche il corvino, il quale iniziava a tremare dal freddo, ma era talmente sconvolto che non ebbe il coraggio di tirare a sé di nuovo il piumone. Aveva davanti una furia o meglio un leone uscito dalla gabbia e abbastanza feroce da mangiarlo in un boccone.

"MA SEI SCEMO?? PERCHE' CAZZO LO HAI FATTO KOOK? CHI TI HA DETTO DI RIFIUTARE E SOPRATTUTTO CHE COSA VUOL DIRE CHE LO HAI FATTO PER ME? COSA C'ENTRO IO, IDIOTA" continuò ad urlare, alzandosi ormai dal letto e camminando avanti e indietro per quella stanza, fondendo il pavimento da tanto che era incazzato e preoccupato dal fatto che forse il corvino sapeva più di quanto voleva far credere e lui era davvero spaventato. Non sapeva più se continuare a mentire o esporsi fino a buttare fuori tutta la verità.

"Ehi tigre, fermati un secondo, mi sta girando la testa a forza di seguirti con lo sguardo. Vieni qui per favore" disse calmo, picchiettando la mano sul letto. Voleva che Jimin tornasse vicino a lui, voleva sentire di nuovo quel corpo caldo accanto al suo "Ti prego Jimin, torna qui, vicino a me e ti giuro che ti racconterò tutto, senza omettere niente...ma per favore puoi tornare ad abbracciarmi, ho bisogno di sentirti vicino" continuò dolcemente, abbassando la voce per l'imbarazzo che provava nell'esporsi così tanto con qualcuno per la prima volta, ma non poteva farci niente, quel ragazzo gli era davvero entrato nel cuore.

Jimin, nel frattempo, vedendo il volto del corvino imbarazzato che lo guardava con una dolcezza infinita, non potè far altro che tornare nel letto. Si coprì con la coperta allungandola anche verso Kook, ma non permise a quest'ultimo di abbracciarlo, aveva bisogno, prima, di ascoltare le sue parole e capire fino a che punto si sarebbe esposto e quanto aveva scoperto su di lui.

Il corvino che nonostante avesse capito il perché Jimin non lo stava abbracciando, rimase comunque deluso da quel comportamento, voleva dire che ancora non si fidava di lui e questo gli faceva davvero male al cuore, anche se in fondo in fondo non lo poteva biasimare. Decise di essere corretto e di svuotare definitivamente il sacco con lui e di esporre i suoi pensieri e le intuizioni che ormai era quasi certo corrispondessero alla verità, soprattutto dopo che Tae aveva chiesto a Jimin di porgli quella domanda.

"D'accordo Jimin, parto subito con il dirti che ciò che ti sto dicendo sono solo mie intuizioni. Nessuno mi ha detto niente e nessuno mi ha confermato nulla, anche perché non ho mai fatto parola con nessuno di ciò che penso" allungò la mano e prese quella del moro, stringendola ed accarezzando il palmo, aveva bisogno di un contatto fisico, anche piccolo "Ho iniziato ad avere sospetti il giorno in cui te ne sei andato di corsa dopo che ti avevo chiesto aiuto sull'avere informazioni dello scrittore, poi ci sono stati altri avvenimenti, piccoli accorgimenti, smorfie, occhiate lanciate a Tae o Jin che mi hanno portato sempre di più a sospettare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quando ti sei sentito male, durante la nostra chiamata, appena ho accennato a Su Ho ed infine le foto che tieni sulla libreria. Sono foto bellissime e credo che per te siano estremamente importanti, rappresentano le persone a te più care e mi sembrava strano che in ognuna delle due foto ci fosse il libro dello scrittore fantasma...ho fatto alcuni calcoli e ho capito che, probabilmente quelle foto erano state scattate nel periodo dell'uscita del primo libro di Su Ho" spiegò Kook, non togliendo mai lo sguardo da Jimin che aveva il capo chinato e stava facendo fatica a respirare. Il corvino se ne accorse immediatamente, sollevò il suo volto e lo girò verso di lui, guardando quei meravigliosi occhi, pieni di paura e di lacrime.

"Jimin, piccolo mio, smettila di tremare e di avere paura di me. Perché credi che ho rinunciato al pezzo che mi avrebbe dato una promozione che aspetto da un bel po'? Perché credi che non ho detto nulla di tutta questa storia, nemmeno ai ragazzi?" continuò a domandare Kook senza attendere le risposte, in quel momento voleva solo calmare Jimin e far conoscere a quest'ultimo ciò che sentiva.

"Non mi importa niente della promozione se per averla devo farti soffrire, Jimin. Quando ho capito che tu e lo scrittore fantasma siete la stessa persona, la prima cosa a cui ho pensato è che dovevo proteggerti, dovevo fare in modo che nessuno venisse a conoscenza di questo segreto. Sono un giornalista è vero, ma non sarò mai come i giornalisti che ti hanno portato via la tua famiglia, piccolo. Non potrei mai sopportare che qualcuno ti faccia del male, figurati se posso fartelo io...sei importante per me Jimin, davvero tanto" confessò Kook con la voce che tremava dall'emozione.

Jimin, che nel frattempo, aveva il volto rigato dalle lacrime, non riuscì a trattenersi e dopo aver lasciato finire il corvino di parlare, lo abbracciò di slancio sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe continuando il suo pianto liberatorio accoccolandosi sempre di più su Kook, il quale iniziò ad accarezzarlo sulla schiena per rassicurarlo e per farlo sentire al sicuro.

"G-grazie Kook...davvero. Io ho avuto paura, scusami. Le tue intuizioni sono giuste...sono io lo scrittore fantasma e il motivo per il quale non lo dico è che non voglio che succeda quello che è successo ai miei genitori...io...io amo scrivere, però è un hobby, non voglio renderlo un lavoro, non voglio essere famoso...non mi interessa" confessò Jimin sempre appiccicato al collo del corvino tanto che le sue parole erano appena appena udibili.

"Stai tranquillo, piccolo mio. Sei al sicuro con me"

"Kook?" lo chiamò piano.

"Dimmi"

"Se io ti chiedessi di fare una cosa per me, te la sentiresti?"

"Farei qualsiasi cosa per te, piccolo mio" 

Una storia da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora