26.

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PREPARATEVI A URLARE OMG OMG FINALMENTE
   ~ ~ ~

Il giorno prima del concerto.

Niall: aaaavril

[ Inviato alle 11:21 ]

Niall: amore mioo?

[ Inviato alle 11:34 ]

Niall: tesoro che succede?

[ Inviato alle 11:42 ]

Niall: perché non rispondi?
Niall: ho fatto qualcosa di male?

Avril si asciugò le guance umide di lacrime che avevano tracciato numerose scie trasparenti sulla sua pelle. Tirò su col naso, avvolgendosi ancora di più nelle coperte del suo letto.

Non ce n'era una che andasse bene. O meglio, no. Erano andate bene un sacco di cose -la conoscenza di Niall, di Ed, i voti a scuola.

Ma non capiva cosa aveva fatto di male perché le venisse la febbre a trentanove e sei proprio il giorno prima del concerto.

Il semplice risultato era che non poteva andarci, a quel dannato concerto -ma in effetti non avrebbe potuto lo stesso, dato che il regalo di Niall contenente il biglietto non era mai arrivato. Anche se lui le aveva promesso di risolvere la questione.

Nonostante non riuscisse quasi a tenere il cellulare in mano per colpa delle mani tremanti, gli scrisse una breve e malinconica risposta.
Avril: ho la febbre, non possiamo vederci
Niall: oh dio no per favore è da mesi che voglio vederti piccola mia ♥
Avril: credi che io non lo voglia?

Avril lanciò con rabbia il cellulare ai piedi del letto, affondando il viso nel cuscino. Scoppiò a piangere, e i singhiozzi erano così forti che non sentì nemmeno la porta aprirsi.

Solo quando il materasso si abbassò per il peso di qualcuno si sccorsr di non essere più sola. Girò il volto e con gli occhi terribilmente arrossati incrociò lo sguardo di suo padre. Lui si chinò a baciarle la fronte, e Avril respirò profondamente il suo profumo cercando di calmarsi.

- Come stai? - le chiese con dolcezza.

Lei lo guardò con una smorfia, mentre le grandi e callose dita del padre le asciugavano le guance.

- Mica male - rispose, cercando di alleviare un po' la sua preoccupazione, e lui sorrise.

Poi Derek cambiò espressione, mentre si scostava una ciocca dei lunghi capelli castani dietro all'orecchio.

- Te la senti di ricevere una tua compagna? Mi ha detto che vuole darti i compiti - Avril annuì, un po' sorpresa. Non aveva stretto nessuna amicizia in particolare con qualche compagna; piuttosto che uscire, preferiva scrivere qualche capitolo delle sue fanfiction per dar spazio alla sua voglia di scrivere. E loro l'avevano capito, perciò i rapporti con le sue compagne di classe si riducevano a vedersi a scuola e occasionalmente a qualche uscita per andare a guardare un film.

- Io sono in camera di Johnny se hai bisogno.

Derek l'abbracciò, e Avril si asciugò le ultime tracce di lacrime. Poi la schiena di suo padre sparì dietro alla soglia e lei si mise seduta.

Ma quando voltò la testa, il cuore saltò un paio di battiti.

- Carmen?!

Lei sorrise nervosamente ed entrò nella stanza. Posò la cartella ai piedi del letto e guardò intensamente Avril negli occhi, esitante.

- Ciao, Avril.

La ragazza si passò una mano tra i capelli, scostandoli dal collo sudato. Gli occhi attenti di Carmen indugiarono sui suoi occhi arrossati dal pianto e sul suo volto sudato e in un gesto quasi materno afferrò il panno umido d'acqua sul comodino e lo passò con dolcezza sulla fronte della ragazza.

Avril sospirò di sollievo per l'improvvisa sensazione di freschezza, ma sentiva in gola un massiccio groppo di sensi di colpa.

- Non sono qui per i compiti, in realtà - disse Carmen. Era davvero carina, con quel nuovo taglio corto di capelli.

Sorprendentemente non era arrabbiata. - Sono qui per Alex.

Avril serrò le labbra, mentre i suoi occhi si appannavano di lacrime. Carmen osservò la sua espressione mutare da sollevata a tormentata, mentre le lacrime le bagnavano di nuovo gli occhi, ma stavolta per un motivo diverso. Si sentiva un mostro.

- Ho scoperto di voi due... una mia amica vi ha visti e me l'aveva detto, sai - Carmen allungò con dolcezza una mano per asciugarle le lacrime, che avevano cominciato a cadere come piccole perle figlie delle sue iridi azzurre, mentre la sua voce si tingeva di una sfumatura amara. - Non ci credevo. Ma... sapevo che c'era qualcosa di strano, sai. Presumo che abbia cominciato a peggiorare quando l'hai mollato. E alla fine sono riuscita ad avere una risposta chiara. So che ti piace- Carmen venne interrotta da Avril. - Mi piaceva - calcò la voce su quel verbo al passato, e Carmen la guardò sorpresa. - Ora io... ora mi piace.. qualcun altro - mormorò lievemente in imbarazzo. Il suo sguardo volò al poster di Niall che aveva attaccato davanti al suo letto, sulla parete opposta, ma Carmen non se ne accorse. Però vide come il suo sguardo si illuminò a quella candida e faticosa ammissione, e come le sue labbra si sollevarono.

- Okay, beh - riprese con un sorriso. Avril si spostò un po' più a destra per farle posto sul materasso, e lei vi si sedette con un sorriso.

- Mi ha detto ogni cosa... di tutti i baci, di come l'hai toccato, di come ti trova più bella ed altre cose di me. Mi ha detto che mi ha usata... chr ha usato la mia... malattia, la mia depressione, come scusa per... - il viso di Carmen si irrigidì mentre il dolore le sfumava la dolcezza del viso - come scusa per, testuali parole, avere una scopata assicurata. Io... io voglio scusarmi con te - Avril fece per parlare ma Carmen la bloccò alzando l'indice e facendole segno d'aspettare. - Non avrei mai voluto che accadesse tutfo questo, però almeno ora entrambe sappiamo quanto sia un coglione - scoppiarono a ridere, e per la prima volta, Carmen -ma anche Avril- sentirono di aver trovato finalmente un punto di contatto tra loro, un punto da cui avrebbe potuto nascere una solida amicizia.

- Beh, sono stata comunque una stronza a farmela con lui alle tue spalle - mormorò Avril. Carmen le indirizzò un sorriso complice.

- Questo è vero, ma è meglio così. No?

Avril annuì con un debole sorriso e si mordicchiò il labbro. Carmen si alzò.

- Okay, io vado, allora. Ti spiace se passo domani a vedere come stai? - chiese timidamente.

Avril le sorrise, finalmente era tranquilla. - Ti aspetto.

   》》》》

Avril stava decisamente meglio, quel pomeriggio, anche se in realtà aveva il cuore a pezzi. Aveva aspettato così tanto il momento di vedere i suoi amati One Direction per la prima volta che adesso rischiava seriamente di metter su sette chili mangiando vaschette di gelato.

- Avril?

Non si mosse, era troppo pigra. Rimase acciambellata sotto alle coperte, rispondendo al richiamo di sua madre con un mugugno.

- Avril, c'è...

Suo padre si interrupe bruscamente.

- Che c'è? - chiese lei - Lo so quello che volete farmi fare. No, non andrò da...

Il materasso si piegò sotto al peso di qualcuno, e un braccio le cinse la vita. Avril aprì gli occhi, perplessa, e abbassò lo sguardo su quella pelle che non poteva essere di suo padre perché troppo chiara e senza tatuaggi. Un profumo di colonia l'avvolse rapidamente, mentre una voce dal forte accento irlandese le sussurrava all'orecchio con uno sgrammaticato italiano: - Finalmente ci incontriamo, piccola.





EYA!
Ahahah sì, vi lascio così ew :3

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