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Ed: sei già al posto?
Avril: sì. Ho il cuore che batte a mille miliardi
Ed: heyy dovrei essere io quello agitato

- Ed? Che coincidenza.

Avril fece un salto di venti centimetri, cacciando il cellulare in tasca. La ragazza accanto a lei la guardava sorridendo.

- Scusa, non volevo guardare. Ti immagini se fosse Ed Sheeran il ragazzo con cui parli? - Avril rispose alla sua risatina con un sorriso, arrossendo.

- Beh, uhm... sarebbe bello.

- Già - rispose lei sognante. Poi sospirò, guardando l'orologio che aveva al polso.

- Dovrebbe ess...

Si interruppe quando lo schermo sul palco si illuminò, segnando i sessanta secondi che mancavano.

Gli occhi di Avril si inumidirono e afferrò la mano della sua vicina mentre deglutiva per non piangere.

- Oh cazzo - la ragazza le strinse ancora più forte la mano con una forza incredibile, e Avril gemette dal dolore. La mora la mollò subito.

- Scusa!

- Figurati - rispose lei, sorridendo tra le lacrime. La mora tirò fuori il cellulare.

- Dammi il tuo numero prima che inizi il sogno.

Avril glielo dettò, con gli occhi brillanti fissi sui numeri che sparivano e lampeggiavano sullo schermo.
Tre.
Due.
Uno.
VIA!

Avril non si rese nemmeno conto di urlare mentre le lacrime le solcavano le guance.

Gli occhi azzurri di Ed percorsero tutti gli spalti, mentre sorrideva. Jeans scuri, felpa blu scuro,  la chitarra a tracolla e un sorriso meravigliato.

Ed si avvicinò al microfono mentre il pubblico impazziva, tra gli applausi e le grida. Avril si ritrovò ad abbracciare la ragazza, che piangeva quanto lei.

Era un caos totale, dentro di lei. Meraviglia, estasi, felicità, stupore, era un ammasso confuso e ritorto di emozioni che sembravano giocare a calcio col suo cuore, nel suo petto.

- Non ci posso credere - sussurrò.

Ed si voltò verso la sua fila, scandagliando con lo sguardo ogni ragazza e ragazzo, salutando con la mano ogni tanto, per trovarla.

E poi, la trovò.

Era una figura minuta, dai lunghi capelli castani scompigliati e una maglia verde con stampato il suo nome in nero sopra.

Era aggrappata a un'altra ragazza dai capelli neri, abbracciate. Il sorriso di Ed si ampliò e agitò piano la mano. La vide ridere, poi anche lei lo salutò con la mano.

E a quel punto il concerto iniziò.

    》》》》

- Ti scriverò.

Avril annuì e salutò con un ultimo abbraccio la ragazza mora, Federica. La guardò allontanarsi tra la folla, rimanendo lì, in mezzo, tra mogi fan che lentamente si convincevano ad andarsene e si voltavano a guardare nostalgicamente, un'ultima volta, lo stadio.

Rimase a fissare il palco per qualche minuto, ancora immersa nella magia che Ed aveva creato grazie alla sua voce e alla sua chitarra.

Poi, quando se la sentì, strinse la presa sulla borsa e si guardò intorno, individuando un paio di guardie poco lontano.

Strinse la presa sulla borsa, col cuore che batteva a mille. Erano due omoni giganti, vestiti di nero,uno di colore e l'altro che sembrava latino-americano. Sembravano entrambi sui venticinque anni, a braccia incrociate e con espressioni serie mentre i loro occhi esaminavano i fan che uscivano. Non appena il ragazzo di colore la vide avvicinarsi timidamente spostò la sua attenzione completa su di lei.

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