72.

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I capelli castani scivolavano morbidamente sulla federa bianca del cuscino, allargandosi come piccoli rametti. Il viso di Avril era pallido, un livido sul sopracciglio e il labbro spaccato erano l'unica visibile. Il suo petto si alzava e si abbassava piano, coperto dalle lenzuola bianche. Le vene azzurrine del suo polso erano perforate dai tubi che la collegavano al macchinario che monitorava i suoi segni vitali.
Ed cominciò a sentire la nausea. Quel corpo immobile era un'immagine completamente inaccostabile a quella della ragazza dolce e vivace che aveva in mente.
Ed allungò esitante una mano, sfiorando il suo braccio pieno di lividi e graffi. E in quel momento un sorrisino affaticato spuntò sulle labbra di Avril.
- La smetteresti di fissarmi come se fossi morta?
Le sue palpebre tremarono e si socchiusero, permettendo al rosso di vedere le sue iridi cristalline. Quanto gli era mancato quell'azzurro screziato di verde.
- Hey - Ed prese delicatamente la sua mano e con le labbra ne sfiorò il dorso. Avril sussultò di dolore mentre lui le muoveva il braccio, ma sorrise. - Ciao Ed - mormorò. Aveva una voce orribile, ma a lui parve bellissima. Avril rise per il solletico quando la barba rossiccia del ragazzo si strofinò sulla sua pelle, mentre lui si appoggiava la mano sulla guancia, e subito dopo tossì mentre i suoi polmoni bruciavano.
- Scusami. Scusami - si affrettò a dire lui, preoccupato, ma lei lo zittì posando le dita sulla sua bocca.
Sorrise con dolcezza, fissando il viso stanco dell'amico. Aveva delle occhiaie niente male, e i capelli tutti arruffati; indossava ancora gli stessi abiti dell'incidente.
- Come stai? - chiese a fatica lei, cercando di tirarsi su. Ed la fermò posandole le mani sulle spalle.
- Voglio vederti - protestò Avril. - Non riesco da sdraiata.
- Fammi posto allora.
La ragazza si scostò verso il bordo del letto e Ed si sdraiò accanto a lei. I loro volti erano così vicini. Gli occhi esausti di Avril erano proprio di fronte ai suoi, azzurro nell'azzurro.
- Come stai? Come sta Niall?
- Niall sta bene, ha solo dei lividi e la spalla dolorante. A te è andata peggio. Hai la gamba fratturata e non ho capito le costole, oltre a vari tagli e lividi. Dovrai stare tranquilla per un po'.
Lei annuì, senza prestare particolare attenzione a ciò che la riguardava. - E tu? - ripeté.
Lui le sorrise debolmente. - Ora che stai bene, sto bene.
Lei gli sorrise, sentendo una punta di tristezza graffiarle il cuore.
- Ed, io ti voglio bene.
Lui le prese la mano, gelida. La racchiuse tra le proprie, in modo da scaldarla. - Lo so - sussurrò.
Lei abbassò gli occhi sulle sue braccia ricamate d'inchiostro.
- Vorrei tanto amarti, sai.
Lui alzò sorpreso lo sguardo, trovando i suoi occhi tristi. - Non dovresti soffrire per me. Non me lo merito. Non merito nemmeno Niall.
- Questo non è vero, e lo sai. Parli così solo perché hai preso una bella botta. E comunque, a me va bene così.
Lei strinse le labbra sovrappensiero. Poi sorrise, all'improvviso maliziosa.
- E che mi dici di Federica?
Avril restò di stucco quando vide il sangue affluire alle guance di Ed, che diventò improvvisamente nervoso. - I-io...
- Edward Christopher Sheeran! - esclamò Avril, stupefatta e sorridente - ti piace?
Ed sospirò, strofinandosi la fronte mentre un sorriso lottava per farsi spazio sul suo viso adorabilmente imbarazzato. - Io... penso di sì.
- Ommioddio, davvero? - esclamò eccitata lei. Sembrava una bambina che aveva appena ricevuto una caramella extra large.
- Racconta. Ora.
Sbatté le ciglia, facendolo ridere per l'assurdità della situazione.
- Io... boh, non ci capisco più nulla. Capisci, amo te ma provo attrazione verso di lei. È un'amica davvero fantastica. È forte ma fragile al tempo stesso; mi piace il pensiero di proteggerla. Sapevi che ha il tatuaggio della zampa sulla schiena? - chiese, con gli occhi che brillavano.
- Sì, Ed - Avril cercò di non ridere, ricordandosi del dolore cocente di pochi minuti prima. - Su, dai. Parla.
Lui si strinse nelle spalle, tornando ad abbassare la voce senza un motivo preciso. Gli piaceva parlare di queste cose con lei, sfogarsi con Avril.
- Niente. Abbiamo solo... sì, insomma. Abbiamo fatto sesso e... Stavo per andarmene, Avril, quando lei si era addormentata. Pensavo che... l'ho illusa e me ne pento, ma allo stesso tempo sono felice di averlo fatto, perché è stato fantastico. Mi è piaciuto fare sesso con lei. Intendo... Era bello, con lei. Capisci? - cercò maldestramente di spiegarsi. Ma Avril aveva capito, e annuì. Ed riprese. - Ma alla fine non me ne sono andato, perché lei mi ha detto tante volte che senza di me... be', non ce la farebbe. Io voglio starle accanto... voglio innamorarmi di lei.
Avril chiuse gli occhi stanchi, sorridendo. - Per me, già lo sei e non te ne rendi conto.
Ci volle solo qualche secondo perché sprofondasse nel sonno, dopo un ultimo pensiero. Niall.

× × ×

- Voglio vedere Avril.
- Devi stare a letto - questo era Harry.
- Voglio vederla.
- Il medico ha detto di no - stavolta toccò a Louis, mentre mandava un messaggio a Harry.
- Voglio vedere in che condizioni è.
- Se fai un passo cadi a terra - sbuffò Zayn.
- Ma voglio vedere la mia ragazza.
- Anche se cambi il soggetto non puoi alzarti - disse tranquillamente Liam, sorseggiando il suo caffè e fissandolo con un sorriso pacifico.
Niall prese un grosso sospiro e gettò la testa indietro, affondando nel cuscino. - Ragazzi, avanti!
- Io vado in bagno - annunciò in fretta Harry, correndo quasi di corsa verso la porta in un modo strano. Louis ridacchiò e rinfilò il cellulare nella tasca. - Vado a vedere se sta bene - disse candidamente.
Niall alzò gli occhi al cielo. Come no. Starà alla grande dopo. Al contrario di me.
- Voglio vedere la mia ragazza! - esclamò testardo, mettendosi seduto. Le costole protestarono e fece una smorfia di dolore.
- Oddio Niall, smettila - brontolò Zayn.
- C'è Ed con lei, al massimo possiamo chiedergli di farle una foto e mandarcela - tentò di mediare Liam. Niall incronciò le braccia, torvo.
- Dovrei esserci io.
- Ma non ci sei, quindi basta. Meno ti lamenti prima esci - Zayn ne aveva davvero abbastanza. Si alzò e uscì dalla stanza. - Ma che ha? - chiese perplesso Niall, guardando Liam. Lui si strinse nelle spalle. - Non ne ho idea. Sarà ancora scosso.
Niall annuì; era una spiegazione abbastanza logica.
- I genitori di Avril vogliono parlarti.
La voce di Zayn, proveniente dalla soglia, li fece sussultare. - Liam.
Il ragazzo si alzò guardando preoccupato l'amico. L'irlandese gli sorrise, anche se in realtà era abbastanza preoccupato.
- Vai.
Non appena Liam uscì, la figura massiccia di Derek entrò nella stanza. Aveva indosso una maglia a maniche corte nera, e tutti i muscoli erano ben visibili assieme ai tatuaggi. Accanto a lui c'era Adele, ancora con gli occhi rossi.
Il volto dell'uomo era estramamente cupo, e piantò lo sguardo dritto in quello del ragazzo mentre si avvicinavano al letto su cui era seduto.
- Abbiamo appena parlato con il dottore - mormorò sorprendentemente Adele, con l'accento francese più forte del solito e la voce ferma, anche se provata. - Ha detto che Avril dovrà affrontare una terapia per riprendere a camminare.
Niall si sentì come se il cuore gli fosse sprofondato sotto terra, sotto tonnellate di cemento armato.
- V-volete dire che.. - balbettò.
- Sappiamo che non è colpa tua - disse ostile Derek, fissandolo duro. - Ma non ci sarai per mia figlia quando avrà bisogno di aiuto. Sappiamo anche questo.
- Io vorrei... - ancora una volta, Niall venne interrotto, ma stavolta da sua madre.
- Manderemo Avril in Francia non appena sarà dimessa dall'ospedale, da sua zia. E vorremmo che tu non la veda finché non si sarà ristabilita completamente.
Niall li fissò sconvolto. - Che cosa?





Oops. Finisce così eheh.

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