Non appena Avril aprì twitter sgranò gli occhi alle millequattrocentotredici notifiche. Per non parlare dei messaggi privati.
- Ma che diavolo... - mormorò, confusa. I suoi occhi corsero ai trend.
#Nialllovemelikeher
#congratsniallandavril
#niallhoranotra
Con un sospiro lievemente preoccupato Avril cliccò sul primo trend, cercando di ricordare se avesse mandato qualche tweet strano negli ultimi giorni; ma non le sembrava.
Non appena la pagina si caricò spuntò un video con circa tremila retweet in cima alla lista. Era un video dell'ultimo concerto che i ragazzi avevano fatto; little things. Dovevano aver finito da circa mezz'ora, se i suoi calcoli erano giusti.
Avril fece partire il video e subito il viso sorridente di Niall le fece battere il cuore all'impazzata, mentre lui sorrideva guardando gli spalti, con la chitarra classica in braccio.
- Voglio dedicare questa canzone splendida a una persona molto importante. Penso che ormai sappiate tutti chi è - Niall sorrise e Avril si premette le mani sulla bocca, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime di commozione e gioia.
Rimase in silenzio, stringendosi nella felpa blu troppo grande per lei, mentre la nostalgia esplodeva nel suo petto rigando di graffi sanguinanti il suo cuore. Niall si leccò le labbra per un istante, guardando il cielo scuro per un attimo prima di tornare a spostare lo sguardo sugli spalti.
- Quando vedrai questo video, piccola - quel piccola lo disse in italiano, e una lacrima scese sulla guancia pallida della ragazza, mentre il dolore per la lontananza e la commozione cercavano di artigliarla e ferirla come non mai. - Quando lo vedrai, chiamami. Mi manchi così tanto. Chiamami, anche se saranno le quattro di notte, terrò il cellulare accanto al letto. Voglio solo dirti, piccola - Niall prese fiato, e Avril osservò le sue guance arrossire un poco. - Ti amo. Ecco little things per te, Avril.
Il video si interruppe e lei rimase a fissare lo schermo del computer con gli occhi arrossati dalle lacrime.
Batté le palpebre e si sporse a cercare il cellulare, per poi ricordarsi che l'aveva lasciato di sotto. Si maledisse mentalmente, alzandosi dal letto senza riuscire a smettere di piangere. Scese le scale strofinandosi le guance con la mano, rammentandosi che il cellulare era in salotto. Oltrepassò la soglia della stanza tirando su col naso, senza accorgersi del padre che era sdraiato sul divano. Derek aprì gli occhi sentendo la figlia passargli davanti e aggrottò la fronte quando notò il modo in cui le sue spalle si alzavano irregolarmente. Avril afferrò il cellulare, posto sul mobile di fianco alla televisione, e si girò. Si gelò incontrando lo sguardo di Derek. Golia si alzò di scatto vedendo le lacrime che le solcavano le guance e la sua espressione terribilmente triste.
Avril si lasciò avvolgere dalle sue braccia e smise di provare a trattenere la sua tristezza, affondando nel divano rannicchiata sul padre. Derek le strofinò la schiena, dolcemente, baciandole la fronte mentre Avril seppelliva il viso nel suo petto e i singhiozzi si facevano più intensi. La cullò senza dire nulla, amorevolmente, pazientando per sapere cosa stesse succedendo.
- Ssh. Va tutto bene, amore. Ci sono io - sussurrò, stringendola così forte da spezzarle il fiato.
Quando finalmente Avril riuscì a calmarsi Derek abbassò lo sguardo sul suo volto stravolto.
- Cosa succede? - Avril premette il viso contro la sua spalla, aggrappandosi alle sue spalle.
- Mi manca, papà - mormorò con la voce soffocata dalla maglia del padre. Derek sospirò pesantemente, stringendo le labbra in una linea comprensiva. Premette le labbra sulla tempia della ragazza, mentre la sua voce si incrinava di nuovo.
- Mi manca troppo. Non ce la faccio. Voglio averlo qui con me, vorrei abbracciarlo, stare con lui, tenerlo per mano. Invece è dall'altra aprte del mondo - Avril tacque cercando di soffocare il pianto. - Mi ha dedicato little things, ha detto di chiamarlo anche se è notte fonda. Ma non ce la faccio, papà - Avril serrò le palpebre, mentre Golia sospirava.
- Puoi fare una sola cosa, tesoro. Puoi scegliere. Puoi scegliere se affrontare questa cosa o lasciare che ti abbatta. Puoi scegliere se chiamarlo e dirgli di questo crollo, perché vorrebbe saperlo, come io vorrei saperlo se succedesse a tua mamma, o se fare finta di niente per non soffrire. Puoi scegliere di semplificare le cose rompendo con lui o se provare a cercare un equilibrio. So che stai male, lo so bene - Derek le spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio, baciandole la fronte. - Ed è brutto da dire, ma ti ci abituerai. Riuscirai a conviverci.
- Io lo amo - mormorò con un filo di voce Avril. Il cuore di Golia saltò un battito e per un attimo fu lui a dover trattenere le lacrime quando per un secondo l'immagine della sedicenne che abbracciava venne sostituita da quella di una dolce bambina di pochi mesi, minuscola tra le sue braccia gigantesche.
- Allora ne varrà la pena - mormorò. - Fidati di me.
Avril inspirò profondamente l'odore familiare del padre, giocando con il bordo della scollatura della maglia. Il tatuaggio mine spuntava appena sotto alla clavicola. Derek l'aveva fatto pensando alla sua famiglia.
- Pensi che dovrri chiamarlo? Voglio dire... ora - chiese dubbiosa. Suo padre annuì, accarezzandole la schiena.
- Sì, probabilmente dovresti.
Lei annuì, restia. Sospirò e si mise seduta, tirando su col naso. I suoi occhi erano tremendamente gonfi e arrossati.
- Va bene.
Derek le accarezzò la schiena. - Dai, vai.
Sua figlia si alzò e sparì di nuovo; stavolta uscì nel piccolo giardino anteriore alla casa. Il cielo era pumbleo, venato di sfumature perlacee e grigiastre delle nuvole. Prese un respiro profondo e si schiarì la voce, sedendosi a gambe incrociate sul piccolo muretto piastrellato. Sperava davvero che Niall non capisse che aveva pianto, anche se sapeva che era impossibile.
Aspettò mentre il telefono squillava per sei volte; e poi, proprio mentre cominciava a prendere in considerazione l'idea di attaccare, il bip si interruppe e la voce roca di Niall la fece istintivamente sorridere.
- Avril.
- Ciao - sussurrò. La voce uscì orribile; roca, gracchiante. Troppo tardi si rese conto che avrebbe dovuto tacere.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo prima che la sua voce risuonasse preoccupata.
- Avril, perché hai pianto?
Lei deglutì. Niall si era improvvisamente svegliato, la contentezza di poterla sentire attenuata dall'ansia.
- Ho... visto il video - Avril cercò di deglutire il groppo che le si era creato in gola, ma era inutile.
- Oh. Stai piangendo... per questo?
Avril tirò su col naso, stringendosi nella felpa.
- In parte. Sei stato davvero... dolcissimo. Ti amo.
Niall rise piano, e la sua voce impastata le scaldò il petto cancellando la tristezza.
- Ti amo anche io.
- Com'è stato il concerto? - mormorò lei, ravviandosi i capelli. I suoi occhi individuarono la figura paffuta della vicina che scaricava la spesa dalla macchina e si affrettò a distogliere lo sguardo per evitare che le venisse chiesto di aiutarla. Aveva bisogno di Niall, ora.
- Bene, è stato fottutamente fantastico. E la tua giornata?
- È andata bene. A scuola tutto okay; penso che Alex e Carmen si stiano ravvicinando.
Niall gemette e quel suono roco le fece venire la pelle d'oca.
- Se osa sfiorarti giuro che lo ammazzo. Tu sei mia.
Avril sorrise, nascondendo la piega delle sue labbra verso l'alto dietro alla manica della felpa.
- Hai fatto ancora quell'incubo?
- No - rispose con voce lieve lei. - No.
Niall sorrise. - Mi manchi, piccola. Mi manca abbracciarti. Baciarti. Toccarti, sentire il tuo profumo sulla mia pelle.
Avril arrossì sempre di più man mano che quelle parole le facevano battere più velocemente il cuore.
- Come sta Pepe? - ridacchiò Niall.
- Mamma e Johnny gli stanno facendo fare un giro. Bene, comunque. È stato un regalo fantastico.
Niall sospirò.
- Forse dovrei lasciarti dormi- Avril non riuscì a finire la frase, perché lui la interruppe subito. - No - disse.
- Voglio parlare con te.
- Non so cosa dirti - ammise imbarazzata lei. Niall rise e si sentì il fruscio di alcune coperte spostate.
- Devo farmi la doccia. - il tono di Niall si tramutò, riempiendosi di malizia. - Ti mando una foto?
Avril si morse il labbro per non sorridere. - Guarda che so già come sei fatto - gli rammentò. Niall rise e Avril sentì il rumore dell'acqua che veniva aperta nella doccia.
- Sì, ma... - Niall tacque per qualche istante - sai, sarebbe carino ricordartelo. No?
Avril alzò gli occhi al cielo, anche se cominciò a sentirsi accaldata.
- O forse preferiresti vedere di persona - la prese in giro lui, facendole scuotere la testa imbarazzata.
- Niall, smettila.
- Perché? Sei già...
- Non dirlo, non dirlo - mugolò lei. Niall rise e sospirò.
- Va bene. Sappi che ora sono nudo.
- Mmh. Prendo un aereo e vengo da te - disse sarcasticamente Avril, anche se in realtà la sua mente si stava dando da fare. Molto da fare. Tanto da fare.
- Va bene. Ti aspetto. Anzi, più che io, Darren.
- Che idiota - si lamentò lei. Niall ridacchiò.
- Tra una settimana posso tornare da te.
- Da quanto non vedi la tua famiglia? - lo rimproverò lei. - Tua mamma, tuo nipote.
- Da un mesetto - ammise riluttante lui. Avril sorrise, anche se si stava maledicendo mentalmente. - Vai da loro allora.CIOCCOLATO.
Andate a leggere la storia di Fifty_ShadesOfMe io shippo troppo i protagonisti u.u
TRA POCO INIZIANO AGENTS OF SHIELD E CRIMINAL MINDS URLOOO
Okay. Domanda.
Qual'è la vostra fanfiction preferita?
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Twitter's Girl
FanfictionNotifica di Twitter: Niall Horan ha cominciato a seguirti. 》》》》 Avril: grazie. Niall: sono qui per te. Sono qui per le mie fan. Se una foto ti fa sorridere allora sono felice di poterti aiutare. con un paio di ideeucce di @idkneils. #5 in fanfictio...