8.

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Cercate di non uccidermi mi raccomando. :)
10 commenti o non aggiorno, ormai lo sapete, no? :D Ma credo che commenterete perché sono stata stronzissima in questo capitolo eheh. :) (non è carina questa qui anche se non significa nullaa 》》》  :? )
Luv ya ♥
P.s. ricordatevi che se mi ammazzate non potrò più continuare.

Le mani di Avril tremavano mentre si avvicinava lentamente alla schiena del ragazzo, girato di spalle e seduto su un muretto di pietre grigie che circondava l'area giochi dei bambini del parco.

Le sue iridi azzurre si incespicavano ad ammirare la curva delle spalle, il modo in cui la canottiera gli lasciava scoperti lembi di pelle chiara, e come il cappellino da baseball girato al contrario spettinasse i suoi capelli. Il suo respiro si condensava in nuvolette che si alzavano nell'aria davanti a lui, mentre le sue braccia tremavano per il recente sforzo.

- Giovanni ha detto che volevi parlarmi.

Alex sussultò e si girò. I suoi languidi occhi scuri la esaminarono da capo a piedi, notando come tremasse avvolta nel solo maglione pesante con cui era stata costretta a uscire di casa.

Infine, dopo stressanti attimi di tensione, lui annuì e incurvò un angolo delle sue labbra facendole cenno di sedersi accanto a lui.

Avril scavalcò il muretto, ma la stoffa che le copriva il polpaccio si impigliò in un ramo di un cespuglio sotto alle pietre e barcollò.

Alex fu pronto ad afferrarle il braccio e circondarle fulmineo la vita, attirandola a sé e facendole perdere quel poco di equilibrio che le restava, e facendola così cadere su di lui. Sulle sue gambe. Il polso della ragazza venne attraversato da un graffio rosato mentre la ragazza sfregava involontariamente la pelle contro la catenella che pendeva dalla tesca dei jeans di Alex.

Avril non ci provò nemmeno, ad alzarsi, perché se solo avesse tentato sarebbe caduta a terra e voleva disperatamente limitare le figuracce con lui.

- I-io... s-scusa... - la voce le morì in gola mentre posava una mano tremante sulla stoffa leggermente umida che ricopriva la pelle abbronzata del ragazzo. Gli occhi neri di Alex si fecero più liquidi, mentre schiudeva le labbra, inclinando leggermente la testa, incuriosito dalla vampata di rossore che ricopriva il collo di Avril, scoperto alla sua vista.

Lentamente Alex fece scorrere una mano lungo la stoffa azzurra della felpa della ragazza, arrivando alla nuca. Gliel'afferrò e inclinò il viso verso il basso, mentre Avril serrava la presa sul suo petto, incendiano inconsapevolmente i sensi del ragazzo.

- Forse è meglio se... - Avril trasalì quando le labbra di Alex si avventarono sulle sue, mentre lui la serrava tra le proprie braccia, stringendola bruscamente a sé.

Era da così tanto tempo che lo desiderava. Perciò Avril non ebbe nessun'esitazione mentre afferrava il viso di Alex, attirandolo a sé con forza, mentre lui mordeva piano e leccava le sue labbra, riaprendo la piccola ferita sul labbro inferiore della ragazza che portava l'impronta dei suoi denti. Avril gemette e Alex a quel suono sorrise, afferrandole una coscia per aiutarla a spostarsi mettendosi seduta a cavalcioni su di lui.

- Apri la bocca - mormorò suadente lui, e lei obbedì docilmente. Alex la trascinò in un oblio di felicità con quel profondo e appassionato bacio, smentre le sue mani correvano e si soffermavano sull'avvallamento dei suoi fianchi, sulle sue braccia, sulla curva della spalla. Avril non protestò quando le labbra del ragazzo scivolarono sulla sua gola candida e poi da lì sulla pelle sensibile della sua spalla, dopo aver spostato la stoffa azzurra che la ricopriva.

Avril fu attraversata da un brivido, di freddo misto a una sensazione strana, come di felicità mista ad ansia. Alex si fermò subito, alzando gli occhi sul suo viso ansimante. Anche lui aveva il respiro corto e le labbra arrossate.

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