60.

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Carmen era rannicchiata contro il petto di Alex, mentre i suoi occhi quieti erano fissi sul paesaggio davanti a lei. Le loro caviglie erano incrociate, mentre le mani del ragazzo erano posate sulla stoffa bianca che copriva il ventre della ragazza. Carmen sentiva il petto di lui fare pressione sulle sue scapole ad ogni respiro; stava così bene, con lui, su quel terrazzo, a fissare i palazzi della città e il profilo delle Alpi, azzurrino e appena visibile, con qualche sfumatura bianca sulle cime. La mano sinistra di Alex si mosse, andando a cercare la sua. Sfiorò il pezzo di stoffa nero che lei aveva avvolto attorno al polso per nascondere le cicatrici. Carmen sussultò; era ancora sensibile al tatto, i tagli non si erano ancora rimarginati del tutto, lì. - Scusa - mormorò lui, mentre la sua voce bassa scorreva sul suo collo, provocandole innumerevoli brividi. Carmen emise un breve mmh e intrecciò le sue dita alle sue, più scure. - Amo il colore della tua pelle - sussurrò piano, provocando una risatina da parte sua. Sentì il suo petto vibrare e sorrise, felice. - E io amo quello della tua, piccola mozzarella - la prese in giro lui, baciandole il collo. Carmen inarcò istintivamente la schiena e Alex emise un piccolo verso soddisfatto. - Brava, piccola - sussurrò, mentre lei reclinava la testa all'indietro per facilitarlo. Le mani del ragazzo si strinsero sui suoi fianchi, mentre succhiava la pelle della sua ragazza; poi, una si sollevò e andò a posarsi sul suo petto, aperta, proprio sopra al suo cuore. Alex sentì i battiti frenetici solleticargli la pelle e sorrise, stupito. - Batte così forte - mormorò. Carmen arrossì un poco, girandosi timidamente verso di lui. - Ma è una cosa positiva? - sussurrò. Lui le sorrise; il suo viso diventò ancora più bello, mentre i suoi denti bianchi si mostravano e comparivano delle piccole rughe agli angoli degli occhi. - Ovviamente... amore - Carmen si lasciò baciare e si rigirò tra le sue braccia, stringendogli le braccia al collo. Alex le circondò la vita sottile con le proprie braccia e si dondolò indietro, finendo disteso sullo strato di cuscini che ricopriva la panchina, mentre le loro lingue si incontravano e le mani di Carmen gli afferravano le spalle. Alex si spostò Carmen in braccio, facendola sedere sul proprio bacino. - A che ora tornano i tuoi? - chiese con il respiro corto, mentre lei gli succhiava il labbro. - Alle cinque - rispose. Alex controllò l'orologio che aveva al polso, con il petto che si sollevava e si abbassava veloce. - Sono le tre e mezza - sorrise. Si avventò di nuovo sulle labbra della sua ragazza, e le sfilò rapidamente la felpa. Si sentì un suono secco e Carmen sussultò, mentre fissava la stoffa strappata della manica. Dopo un secondo di silenzio, scoppiò a ridere e Alex la osservò rapito, mentre inclinava la testa all'indietro e lasciava che quello scoppio d'ilarità facesse sorridere anche lui. - Mia madre mi uccide - ansimò lei, tornando a dedicarsi alle labbra del suo fidanzato. Alex grugnì qualcosa e afferrò i bordi della maglia. - Ci ucciderebbe comunque se sapesse quello che stiamo per fare in casa sua - ridacchiò. Lei rise e prese tra le dita i bordi della canottiera nera che rivestiva le sue spalle muscolose, facendola scorrere sulla sua pelle ambrata. Alex rabbrividì nel sentire l'aria sul suo torso nudo. - Fa freddo, porca troia - imprecò. Carmen strillò mentre Alex con una sola mossa si alzava, prendendola in braccio e palpandole le natiche. - Cristo - esclamò, avvolgendo le gambe attorno alla sua vita. Alex rise e barcollò verso le scale. - Preferisco il tuo letto che quella cazzo di panchina - ansimò, mentre i succhiotti di Carmen non lo lasciavano in pace. - Ma così devo cambiare le lenzuola dopo - si lamentò lei. Alex ghignò, scendendo gli scalini; lei si avvolse attorno a lui come un polipo, terrorizzata di far una mossa che l'avrebbe fatto sbilanciare e cadere. Non appena Alex posò i piedi sul pavimento del corridoio la lasciò andare, e lei piegò le gambe per l'urto, prima di ritrovarsi contro la parete, con la bocca aggressiva di lui di nuovo sulle labbra e le sue mani che si intrufolavano nei jeans. - Mi dispiace per le lenzuola - ridacchiò lui - potrei strappare anche quelle - Carmen gli rifilò uno scappellotto e lui emise un verso di dolore. Per un attimo si guardarono, con i respiri veloci, lei pressata tra il muro e il suo corpo, e lui con le mani sui fianchi della sua ragazza. Poi Alex, a dispetto della foga con cui aveva agito fino a quel momento, chinò piano la testa e sfiorò le labbra di Carmen con un bacio dolcissimo, muovendo a malapena le labbra. Carmen gli accarezzò le braccia gonfie di muscoli, sentendo un groppo in gola.

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