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Erano passate alcune settimane e i One Direction avevano annunciato le date del tour. L'Italia era uno di quei fortunati paesi a cui avevano aggiunto delle date, e Avril diventava sempe più nervosa col passare del tempo. Perché ormai i biglietti per il concerto erano esauriti e lei aveva prestato fede alle parole di Niall e non ne aveva comprato uno, ma nella sua testa si ripeteva costantemente che la data prescelta si avvicinava sempre di piu. E il misterioso pacco annunciato da Niall non si decideva ad arrivare.

Da quando aveva baciato Alex in quello sgabuzzino lui non l'aveva più guardata. Era tornato con Carmen e lei li vedeva baciarsi e ridere tenendosi per mano ogni volta che li incrociava, e il cuore di Avril affondava sempre un po' di più a quella vista.

Carmen la salutava sorridendo, gentile come sempre -e per questo ancora più insopportabile- e Alex alzava gli occhi dalla sua ragazza e la guardava intensamente per qualche secondo prima di distogliere lo sguardo. Avril vedeva una scintilla di senso di colpa nelle sue iridi scure, mentre stringeva più forte Carmen a sé. Non le parlava se non lo stretto necessario, anche se erano comunque vicini di banco.

Con Niall andava tutto alla grande, invece, e le telefonate aumentavano sempre di più, sia per durata che per frequenza, così come si alzavano i suoi voti in inglese, già buoni.

Il suo rendimento scolastico era migliorato. Niall la spronava a fare i compiti e studiare, e le dava tutto il supporto morale di cui aveva bisogno. Quando parlava con lui le ferite del suo cuore dovute ad Alex si cicatrizzavano.

Circa un mese dopo quello che era successo in palestra, si ritrovarono in una posizione alquanto scomoda.

Era stata assegnata una ricerca di geografia a coppie e, ovviamente, lei era finita con lui.

Alla fine dell'ora Avril si alzò di scatto, ma venne intercettata dalla professoressa di matematica, che doveva darle una comunicazione per i suoi, e come d'ovvio la ragazza perse l'autobus.

Mentre usciva dall scuola Avril si passò una mano tra i capelli, sospirando. La zona davanti alla scuola era già vuota.

Cominciò a camminare verso casa, stringendosi nel cappotto, ma una figura le si affiancò.

- Ciao - Alex sembrava imbarazzato.

Avril sospirò e una nuvoletta di vapore sfuggì alle sue labbra rosee.

- Ciao - disse secca.

Alex deglutì. Le premesse non erano delle migliori per intrattenere una conversazione amichevole.

- Quindi, per la ricerca di geografia?

Avril serrò le labbra.

- Non ne ho idea. Chiederò se possiamo cambiare coppia.

- Non è necessario - Avril si fermò di scatto e si girò verso di lui, arrabbiata. Alex la fronteggiò con le spalle lievemente ricurve, pronto a tutto, ma non al tono freddo con cui lei parlò.

- Stai scherzando, vero? Smettila di prendermi in giro. Smettila. Smettila, okay? Non parlo della ricerca, cazzo, guardami. Tu mi hai baciata - ringhiò piantandogli un dito sul petto. Lui la fissò, il senso di colpa sempre più evidente.

- E poi mi hai lasciato toccarti. E dopo? Dopo cos'hai fatto? Mi hai semplicemente messa in un angolo come un giocattolo rotto per i tuoi perversi bisogni sessuali e ti sei ripreso Carmen. Sia chiaro, coglione, non ho intenzione di dirle nulla, ma. Parla. Chiaro. O lei o me. Non sperare di tornare a baciarmi se continui a stare con lei.

Avril si voltò e ricominciò a canminare velocemente, ma delle dita calde si avvolsero attorno al suo polso e lei si ritrovò bloccata contro un tronco di un albero, il corpo di Alex che premeva contro il suo. Quel contatto le fece venire la pelle d'oca.

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