Quella era decisamente una giornata infernale. Avril sospirò pesantemente, sprofondando nel letto. La spalla le faceva un male cane per il peso del dizionario di greco che aveva dovuto portarsi a scuola per quella maledettissima versione. E soprattutto avrebbe dovuto studiare matematica. E scienze. E non addormentarsi sugli appunti.
- Non ce la posso fare - si lamentò con il poster di Niall, incrociando le braccia. - Meglio che non ci provi neanche.
Gli occhi azzurri di Niall continuarono a fissarla dalla carta stampata e lei socchiuse i suoi. - È inutile che mi guardi così, stupido poster. Sei inquietante, smettila.
Ovviamente le rispose solo il silenzio, ma le sembrò quasi che l'immagine di Niall la guardasse con rimprovero. Avril sospirò e si mise seduta, abbracciando il cuscino.
- Facciamo così. Se mi viene il ciclo, farò i compiti. Tanto deve arrivarmi tra tre giorn- Avril sgranò gli occhi sentendo una familiare sensazione tra le gambe.
- Oh, fanculo tutto - sbottò, correndo verso il bagno. - Ciclo di merda! Perché esisti? E PERCHÉ NON RISPETTI MAI I TURNI, EH?
Si sfilò velocemente i jeans ed ebbe la conferma che sì, il mondo intero le voleva male.
- Adesso dovrò fare anche i compiti - si lamentò, raccogliendosi i capelli in una cipolla disordinata. Fissò il proprio riflesso nello specchio, dalle occhiaie stanche e lo sguardo arrabbiato.
- Ti odio, Zeus.
Un'oretta e molti crampi allo stomaco dopo la voce di sua madre la raggiunse salendo su per le scale.
- Avril, scendi.
- Perché? - urlò in risposta, scarabocchiando la formula di struttura del fosfato di sodio. Ma ovviamente Adele non rispose e sbuffò, alzandosi. Scese a saltelli le scale, dirigendosi in cucina. Johnny dtava mangiando una fetta di pane e nutella e aveva gli angoli della bocca sporchi di crema scura. Avril gli accarezzò i capelli prima di chinarsi e aprire la bocca. Johnny le accostò ridacchiando la merenda alla bocca e lei ne prese un piccolo morso.
- Grazie, amore - gli scoccò un bacio sulla guancia, facendolo sorridere.
- Che c'è, mamma? - chiese, girandosi verso la donna che stava tagliando le zucchine.
- Volevo chiederti se puoi accompagnare tu Johnny da Daniele, per favore. Deve venire l'elettricista.
Avril annuì, guardando suo fratello. - A che ora?
- Ora - trillò Johnny.
Avril pensò alla formula del cloruro che la aspettava abbandonata su di sopra. Si alzò e gli porse la mano, con un sorriso.
- Andiamo!
Johnny saltò giù dalla sedia e intrecciò le dita alle sue, e dopo un - Ciao mamma - uscirono di casa.
Era una bella giornata, con un sole caldo, ma l'aria fresca rendeva il tutto gradevole. Gli alberi e le piante erano rifioriti e fornivano molta ombra sotto cui ripararsi, mentre camminavano per i marciapiedi.
- Oggi ho detto alla maestra che Niall è il mio fratellone - disse all'improvviso Johnny, guardando in su, verso la sorella. Avril non si accorse nemmeno di sorridere fino a quando lui glielo fece notare.
- Oh, sì. Be', e lei che ha detto? - chiese, accarezzando il dorso morbido della mano del bambino con l'indice. Johnny si accigliò, mentre una fossetta comprariva tra le sue sopracciglia e il suo tono si velava di tristezza.
- Ha detto che non sempre le relaziani tra le persone durano sempre, e che probabilmente lui non sarà il mio fratellone ancora per tanto.
Avril si fermò di scatto, ferita da quelle parole. Come diavolo si permetteva? Ma abbassando gli occhi vide le lacrime negli occhi chiari suo fratello e si inginocchiò davanti a lui, preoccupata.
- Hey - mormorò - perché piangi?
Johnny abbassò la testa e i ricci biondi gli caddero davanti agli occhi, nascondendo i suoi occhi chiari. Il suo labbro tremava.
- Io non voglio che Niall se ne vada - gli sussurrò - io gli voglio bene.
Avril sorrise e gli orese il viso tra le mani, riavviandogli i ricci color miele. Gli alzò il viso con l'indice sotto al mento.
- Piccolo, Niall non se ne andrà. Ci amiamo.
- Come mamma e papà? - chiese speranzoso Johnny. Avril annuì, anche se un pochino incerta. Era strano paragonare l'amore nascente tra loro due a quello dei suoi genitori, che durava e si rafforzava di anno in anno. Eppure Avril sapeva che il legame che si stava sviluppando tra lei e l'irlandese non era meno importante di quello tra Adele e Derek.
- Sì, come mamma e papà. E, Johnny, potrebbe anche succedere, che le persone si separino; ma bisogna fidarsi e cercare di fare in modo che non succeda.
Il bambino annuì, serio. Poi rapidamente il viso si schiarì.
- Voglio i biscotti della mamma di Dani, andiamo andiamo - Avril sorrise mentre la prendeva per mano e la trascinava via.+ + +
Avril afferrò assonnata il cellulare quando cominciò a vibrare sul legno del comodino, svegliandola dal sonno leggero in cui era sprofondata da qualche minuto.
I suoi occhi velati di sonno scorsero una n e qualcosa che somigliava a una l nel nome del mittente e questo bastò per farla rispondere.
- Pronto? - chiese, lasciandosi cadere di nuovo sui cuscini.
La voce allegra di Niall non tardò ad arrivare alle sue orecchie, facendola sorridere.
- Piccola italiana.
- Ciao, irlandese tinto - sbuffò lei, girandosi stancamente su un fianco e giocherellando con una ciocca di capelli.
- Amore, stai diventando sempre più insolente. Dovrei punirti.
Avril sorrise, cominciando a riemergere dal sonno.
- Oh, e come? - mormorò, sbadigliando. La bassa risata di Niall le fece venire la pelle d'oca. - Piccola insolente, te lo farò vedere quando ci rivedremo.
- Mmh, non vedo l'ora - scherzò lei, con una finta -o forse no- voce eccitata.
Un debole gemito le fece venire la pelle d'oca. - A pensarci bene potrei prendere un aereo e venire lì da.
Avril sorrise, sistemandosi la scollatura della canottiera, che nel sonno si era spostata. Si rivoltò tra le coperte, chiudendo gli occhi.
- Come stai?
- Se ci fosse qualcuno tra le mie braccia, ma qualcuno a caso, starei anche meglio - rispose lui, sospirando. Avril ridacchiò e Niall fece un verso strano.
- Che c'è? - chiese curiosa Avril.
- Non ho voglia di asciugarmi i capelli - si lamentò. Avril aggrottò le sopracciglia.
- Ti sei appena... - si zittì, cercando di scacciare via l'immagine che le era appena venuta in mente. Niall rise.
- Mmh, sì, mi sono apoena fatto la doccia. Sono ancora bagnato - calcò la voce sull'ultima parola e Avril gemette, cogliendo al volo il doppio senso.
- Oh dio, Niall, smettila.
Lui scoppiò a ridere, e quel suono le scaldò il cuore.
- Immagino che tu sia rossa come un peperone - sghignazzò Niall. - Nascosta sotto alle coperte.
- Immagini bene - ribatté lei, mordendosi a sangue il labbro pur di non sorridere e dargli soddisfazione.
- Ora mi sto infilando i boxer - la informò lui, - e ora vado anche io a nanna.
Lo sentì muoversi e pochi secondi dopo Niall si lasciò andare a un enorme sospiro rilassato mentre si lasciava cadere sul letto. - Finalmente - brontolò.
- Dimmi, amore, domani hai qualche verifica?
- Mmh, no. Tutto tranquillo - negò lei. - Sono già stata interrogata in tutte le materie.
- Oh, brava bambina - sogghignò Niall. La sua voce si fece più roca. - Vuol dire che quando verrò da te potrò... distrarti un po' dai compiti.
Lei si sfregò la fronte, mentre il suo cuore accelerava a mille, anche se cercò di mantenere un tono indifferente.
- Come vuoi.
- Oh, avanti - disse frustrato lui. - Un po' più di entusiasmo. Pensa a come ti bacerò. Non ho mai fatto sesso su una scrivania, sarebbe interessante.
- Oh cazzo, Niall - sbottò lei, arrossendo; ma più per la frustrazione di non averlo lì accanto a lei che per il fastidio provocato da quelle parole.
- Lo so che ti piacerebbe. Immagina...
- Se ora cominci a raccontarmi come immagini che sia fare sesso su una scrivania ti chiudo in faccia - lo avvisò, cercando di controllare l'adrenalina che aveva cominciato a prenderle il corpo a quei pensieri.
Lui rise e si sentì il rumore di coperte spostate. - D'accordo, mi limiterò a mostrartelo - la prese in giro.
- Cambiamo argomento - lo supplicò lei. Niall annuì, anche se lei non poteva vederlo.
- Come sta Pepe?
- Bene. Sta dormendo in camera di Johnny. A proposito... si è tipo innamorato di te - sorrise Avril. - Ha paura che ci separiamo.
- Non succederà mai - ribatté Niall, con voce decisa. Poi la sua voce si ammorbidì. - Salutamelo, piccola.
- Ovviamente - uno sbadiglio la interruppe e Niall capì all'istante.
- Vai, amore. Non vorrei mai che domani non ti alzassi.
- Ma io voglio parlare con te - si imbronciò lei.
- E io anche, ma dobbiamo dormire. Dai, ti scrivo domattina.
Avril sospirò. - Okay.
- Allora buonanotte - mormorò lui.
- Aspetta! - alzò la voce lei. Niall, dall'altra parte dell'oceano, aggrottò la fronte. - Cosa c'è, piccola?
- Io... ti amo - sussurrò Avril, insicura.
Un grande sorriso modellò le labbra dell'irlandese.
- Anche io.+ + +
Non appena Avril si sedette sulla sedia accanto a Carmen sentì il cellulare vibrare in tasca.
- Cazzo - soffiò, estraendolo e nascondendolo dietro alla torre di libri, diario e astuccio che la riparava dallo sguardo della prof.
Niall: amore.
Avril: hey (:
Niall: come stai?
Avril: avrei preferito continuare a dormire ):
Niall: oh anche io. Stavo sognando te.
Avril: davvero?
Niall: sì piccola.
Avril: raccontami il tuo sogno
Niall: ah no, sei troppo piccola ;)
Avril: EW.
Niall: haha ma scherzo. Non me lo ricordo in realtà, ma so che era bello
Avril: peccato, volevo saperlo ):
Niall: scusa tesoro.
Avril: ah johnny ti saluta!
Avril: e anche Carmen
Avril: -.-
Niall: mmh era lei la ragazza della foto a darren?
Avril: ehm sì
Niall: oh. Be' credo che sia contenta ora che l'hai visto di persona (;
Avril: sei incorreggibile.
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Twitter's Girl
FanfictionNotifica di Twitter: Niall Horan ha cominciato a seguirti. 》》》》 Avril: grazie. Niall: sono qui per te. Sono qui per le mie fan. Se una foto ti fa sorridere allora sono felice di poterti aiutare. con un paio di ideeucce di @idkneils. #5 in fanfictio...