Capitolo 35

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Tornai a casa ancora con il sorriso sul volto incontrare Mari mi aveva fatto bene.

Mi aveva fatto tornare i ricordi della mia adolescenza, non sono mai stata una ragazza sociale ma avevo quelle poche persone accanto che mi facevano stare bene e andava bene così.

Appena entrai in casa vidi i miei genitori parlare e quando si accorsero della mia presenza smetterò

Mio padre prese Chris portandolo nel giardino

'Non penso quello che ho detto.' Disse mia madre riferendosi alla litigata

'Lo so che lo pensi mamma.' Dissi lavandomi le mani 'non c'è bisogno che menti.' Dissi appoggiandomi al bancone della cucina

'Hai ragione, ma mi dispiace non volevo essere così brusca.' 

'Non ti preoccupare hai ragione comunque sono stata egoista a pensare solo a me, ho preso Chris e me ne sono andAta scappando dalla realtà.'

Non aveva senso arrabbiarmi con lei

Non avevo mai pensato al dolore che avevo lasciato ai miei genitori, non era mia intenzione farli soffrire. volevo solo andarmene senza guardami indietro, era giusto che mia madre urlasse contro di me il suo dolore, quel giorno a soffrire della perdita di Andrea  siamo stati tutti ma io ho pensato solo a me

Avevo preparato le valige in un giorno mentre  loro mi pregavano a rimanere ma io pensavo solo ad andarmene.

Avevo preso Chris e parti per un mondo sconosciuto a me.

Rimase in silenzio

Anche lei era invecchiata, i capelli ancora biondi con la radice bianca e con le rughe ben visibili

'Sono contenta che lasci Chris con noi.' Disse sorridendo

'Lo so mamma.'

Quella sera cenammo in silenzio tranne per Chris che chiacchierava spensierato

La mia partenza aveva scombussolato tutti, non so cosa avesse fatto pensare ai miei genitori che io fossi tornata per rimanere ma non avrei mai lasciato la mia vita in Turchia per  l'Italia.

La Turchia per me era stato un nuovo inizio, avevo conosciuto persone fantastiche per me era la mia casa.

All'inizio era stato difficile cominciare tutto da capo ma ci sono riuscita.

Tornai dentro la stanza da letto guardai il telefono Can non si era fatto sentire chissà se Polen gli avesse detto della mia chiamata

Quella sera i miei sogni erano occupati da un tizio con il codino barba lunga e occhi color nocciola.

Mi alzai la mattina pronta a tornare alla mia vita, chiusi la valigia uscì dalla stanza guardandola per l'ultima volta è chiusi la porta alle mie spalle

'Sei già pronta?' Disse mio padre chiudendo il giornale

'Si papà.' Mia madre entrò in salone anche lei visibilmente triste

'Ci vediamo presto mamma.' Dissi abbracciandola

'Avrò cura di Chris stai tranquilla.' Lo so mamma lo so pensai

'Mamma!' Venne Chris saltandomi in braccio

'Fai il bravo!ascolta la nonna!' Dissi abbracciandolo

'Salutami Can.' Disse Chris d io rimasi a bocca aperta

'Chi è Can?' Si affrettò  a dire mamma

'Un mio amico.' Lei non disse nulla e per il momento andava bene così

Uscì di casa, mi sarebbe mancato la mia piccola peste ma mi ripetevo che era la cosa giusta

Entrai in macchina mentre mio padre sistemo la mia piccola valigia, uscì dal parcheggio e cominciò a guidare verso l'aeroporto

'Chi è Can?' Chiese intento a guidare

'Un amico papà.' Dissi cercando di convincere più me che lui

'Che tipo di amico?' Lo aveva capito 'hai una luce diversa negli occhi figlia mia.' Abbassai lo sguardo

Cosa eravamo io e Can? Avevamo fatto molte cose intime ma non avevamo parlato di noi in quel senso

Sapevo che fosse un uomo desiderato da tutte ma perché aveva scelto me? Sempre se mi aveva scelto perché due sere prima era andato a letto con Polen

'Lo sai che non c'è nulla di male nel rifarsi una vita.' Mio padre è sempre stato un uomo che leggeva tra le righe

Lui mi aveva sempre capito

'Lo so papà.. ma mi sento come se lo tradissi..' dissi con gli occhi lucidi

'Lui vorrebbe vederti felice.' Mio padre amava Andrea, quando gli avevamo confessato di essere rimasta incinta avevamo l'ansia a mille ma lui aveva reagito bene era super contento di diventare nonno

'Meriti di essere felice, hai sofferto troppo.' Disse prendo la mia mano stringendola un senso di conforto

Quando ero piccola mia madre in un certo senso invidiava il rapporto con mio padre, quando ero triste andavo sempre a confessarmi con lui, mi aveva sempre capito e mai giudicata.

Nonostante i suoi mille problemi, lui era il padre migliore al mondo

Arrivati al aeroporto scesi dalla macchina salutai mio padre abbracciandolo

'Abbi cura di te.' Disse mente saliva in macchina e io rimasi a guardarlo mentre andava via

Istanbul arrivo

Un nuovo inizio // CYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora