Capitolo 36

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Atterrai nella mia amata Istanbul dopo due ore di volo, sorrisi sentendomi a casa, le persone a Istanbul erano più tranquille e il traffico era meno intenso

Presi un taxi raggiungendo casa, non avevo sentito Can da quella volta che mi aveva confessato  che gli piacessi.

Dopo che è andato a letto con Polen nemmeno volevo sentirlo tanto meno vederlo difficile da dire abitando difronte a lui.

Mi faceva schifo per quello che aveva fatto ma infondo che pretendevo non eravamo mica una coppia.

Arrivata sotto casa pagai e sali le scale passai davanti al appartamento  di Can per poi entrare in casa

Mandai un messaggio a mia madre dicendole che fossi arrivata a casa e feci una doccia veloce, volevo andare a fare spesa e passare dalle ragazze.

Era una bella giornata mi misi una maglietta e una gonna rosa  e uscì di casa passeggiando

Mille pensieri mi vagavano per la testa, cosa dovevo fare quando avrei incontrato Can? Come aveva potuto fare una cosa del genere dopo che mi fossi confidata con lui?

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Mille pensieri mi vagavano per la testa, cosa dovevo fare quando avrei incontrato Can?
Come aveva potuto fare una cosa del genere dopo che mi fossi confidata con lui?

Arrivata al negozio Leyla mi vide per prima

'Eva!' Esclamò correndo verso di me 'come stai?' Mi soffoco con il suo abbraccio

'Sto bene ragazza!' Dissi ridendo

'Ayan dov'è?' Domandai

'Da qualche parte a lamentarsi.' Disse alzando gli occhi al cielo

'Dio Leyla non posso più combattere con la gente.. ' disse  disperatamente Ayan 'Eva!' Disse quando si accorse della mia presenza e mi Mi abbracciò anche lei

'Com'è andato il viaggio?'

Mi erano mancate le mie amiche, mi era mancata la mia routine.

'Bene ragazze, sto bene davvero.' Dissi sincera perché era vero, stavo bene
'Mi ha fatto bene andare a trovare Andrea.' Le mie amiche mi ascoltavano curiose

Raccontai a loro i miei quattro giorni precedenti tranne di Can

'Ho lasciato Chris da mia madre per un po'.'

Dopo una lunga chiacchierata andai a fare spesa e tornai a casa.

Entrai nel palazzo cercando di aprire la porta ma un po' difficile da fare visto che avevo la spesa in braccio.

'Eva?' Potevo riconoscere quella voce tra mille altre voci

La sua voce mando un brivido sulla mia schiena

Mi era mancato ma non volevo dargli la soddisfazione di cedere

Apri velocemente la porta entrando dentro casa e chiusi la porta dietro di me.

'Eva apri immediatamente questa porta.' Urlò dall'altra parte

Cominciò a bussare con i pugni e io avevo le lacrime agli occhi

Non volevo vederlo, avevo deciso di chiudere con il mio passato per lui invece lui non aveva avuto rispetto per me

'Vattene!' Urlai di risposta

'Apri o butto la porta giù!' Disse urlando anche lui ma non volevo cedere dopo un po' lui disse 'bene lo hai voluto tu!' E all'improvviso senti un tonfo

Cavolo era impazzito, corsi ad aprire la porta prima che la rompesse vidi lui cominciare a prendere la rincorsa si fermò appena mi vide

'sei impazzito?' Urlai

Era così bello, il suo solito codino la sua barba ma i suoi occhi erano spenti

'Che diavolo ti prende?' Urlò anche lui entrando dentro casa

'Non ti ho dato il permesso di entrare dentro casa mia, esci!' Dissi indicando l'uscita

'Cavolo Eva come siamo arrivati a questo punto?' Alzò le mani un'aria  'mi dispiace se ti ho spaventata con le mie rivelazione.' Si posso la mano nei capelli 'fai finta che non te lo abbia detto.' Risi sarcasticamente

'Le persone normali non dicono mi piace e poi poche ore dopo vanno a letto con altre.' Dissi incrociando le braccia

'Di cosa stai parlando?'

'Di cosa sto parlando?' Urali non ci potevo credere mi aveva preso per una stupida

'Quella sera ti avevo chiamato per scusarmi di essere stata così brusca ma indovina un po' mi ha risposto una voce da femmina dicendomi che eri impegnato con Polen .' Dissi puntualizzando il nome

'Che puttana!' Disse Can
Rimasi sconvolta lo aveva detto a me

'Scusami?' Dissi scioccata speravo di aver capito male

'Non era rivolto a te ma a Polen! La sera che ti avevo confessato i miei sentimenti per la frustrazione andai a una festa di Metin e c'era anche lei, avevo lasciato il telefono sul bancone ed ero uscito fuori a fumare e quando sono tornato l'avevo vista con il mio telefono in mano ma non pensavo che parlasse con te.' Mi guardò negli occhi e sembrava fosse serio ' ha pure cancellato la chiamata.' Disse frustrato 'sono stato quattro giorni pensando che non mi volessi più.' Disse quasi in un sussurro

'Te lo giuro Eva non ho fatto niente, non potevo fare niente con le tue amiche che non mi lasciavano un attimo.' Disse ridendo ma poi tornò serio

Si avvicinò a me prendendomi le mani e intrecciandole alle sue

'Non potrei mai farti del male Eva.' Disse sulla mia bocca

Pochi centrimetri e le nostre bocche potevano unirsi tra di loro. Lui mi guardò negli occhi come per chiedermi il permesso e io semplicemente mi fondai sulle sue labbra.

Cominciammo a baciarci spostando le mie mani dietro al suo colo mentre una la fondai nei suoi capelli tirandogli, lui ricambio il mio bacio prendendomi in braccio,

Dio se mi fosse mancato.

Mi appoggiò al muro continuando a baciarmi sposto una sua mano sotto il mio sedere palpeggiandolo cosa che gli risultava abbastanza facile avendo la gonna e io gemetti

La sua mano era fredda contro la mia pelle, spinse la sua erezione contro di me e io ansimai di piacere.

Lo volevo, volevo fare l'amore con lui.

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